Dentro le canzoni #9 – The Beach Boys – God Only Knows
Da Pet Sounds (1966)

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Brian Wilson e Tony Asher scrivono a quattro mani i testi di otto canzoni per il nuovo album dei Beach Boys e iniziano una delle canzoni più celebri con una frase che mai ti aspetteresti di leggere:

Io potrei non amarti per sempre

per poi rimettersi subito in linea con parole più consone alla dichiarazione di una persona che si sente vicina alla fine e che vuole ringraziare Dio perché gli ha fatto incontrare il vero amore della sua vita:

Ma fino a quando le stelle brilleranno sopra di te non dovrai avere dubbi. Dio solo sa cosa sarei stato senza di te se avessi deciso di lasciarmi. Anche se la vita continuasse ancora, il mondo non potrebbe mostrarmi nulla quindi a cosa servirebbe vivere.

Dopo quattro anni di continui successi con canzoni ispirate al sole della lunga estate californiana e bagnate dagli spruzzi delle onde dell’oceano, Brian Wilson il più talentuoso dei Beach Boys decide di abbandonare i concerti e di concentrarsi sul lavoro nello studio di registrazione. La causa dell’abbandono si attribuisce ad una profonda crisi depressiva riconducibile al lavoro stressante e ai ritmi ossessivi imposti ai figli dal padre manager, preoccupato dal fatto che le nuove band pop e rock della scena musicale potessero oscurare i Beach Boys.

Va ricordato che Brian, portato naturalmente per la spiritualità, scriveva le musiche mentre i testi delle canzoni erano farina del sacco del cugino Mike Love e si può ben comprendere come, dopo anni, le storie di amori estivi, di corse in auto sulle strade della costa e di cavalcate sulle onde cominciassero a infastidire colui che sarebbe diventato uno dei compositori più importanti del XX° secolo.

Per il nuovo lavoro che diventerà l’album PET SOUNDS, Brian Wilson si ispira a Phil Spector e alla tecnica di registrazione chiamata wall of sound sostenuta da orchestrazioni sontuose infarcite di fiati e percussioni ma anche dai Beatles.

Nel dicembre 1965, i Fab Four pubblicano RUBBER SOUL per il quale avevano osato comporre canzoni con linee melodiche innovative e impiegato strumenti tipici della musica classica. Tutto ciò è sfidante per Brian Wilson che si propone di creare un altro disco dove ogni traccia sia artisticamente valida e innovativa rispetto allo stato dell’arte della musica pop del tempo.

Mentre gli altri Beach Boys sono in tournèe in Giappone, Brian si isola negli studi Western Records di Hollywood e prova a dare libero sfogo a un processo creativo del tutto personale che prende origine dalle emozioni, dalle gioie e dai dolori realmente provati. Una delle prime composizioni è GOD ONLY KNOWS che concepisce come una preghiera, una sorta di ringraziamento e di richiesta a Dio di non abbandonarlo. Se ciò accadesse non ci sarebbe più alcuna ragione valida per vivere.

Per essere sicuro che i messaggi delle canzoni siano comunicati al meglio si fa affiancare da un copywriter di valore, Tony Asher, che interviene nella stesura dei testi. Per le sezioni strumentali ricorre al Wrecking Crew , il collettivo di musicisti al quale sono legati parecchi successi degli anni ’60 e ’70. Le voci di quel che resta dei Beach Boys originali (Brian e Carl Wilson) più Bruce Johnston vengono incise nell’ultima fase di registrazione su di una traccia che viene raddoppiata per creare un impasto vocale più ricco. Non si erano mai visti tanti musicisti insieme in una sala di registrazione, una ventina almeno, per un album di musica pop ma il risultato è sconvolgente. PET SOUNDS rompe con il repertorio precedente dei Beach Boys che lo contestano aspramente. E’un disco facile all’ascolto, curatissimo e sorprende per le soluzioni musicali che presenta. La lavorazione termina a inizio primavera e lascia tutti storditi tanto che dall’altra parte dell’oceano, Paul McCartney il leader dei Beatles ormai vicini allo scioglimento, ne rimane entusiasta e lo considera un punto di riferimento per il loro prossimo album SGT. PEPPER’S LONELY HEATS CLUB BAND. Il giro delle ispirazioni reciproche si completa.

Brian Wilson dice della sua creazione: “ PET SOUNDS fu come un tuffo nel mondo della produzione discografica appresa da Phil Spector. Ciò che contava erano i suoni, assolutamente, e gli umori. Volevo rivolgermi alla gente che aveva bisogno di amore; PET SOUNDS era indirizzato ad ascoltatori che avevano bisogno di amore e tenerezza e penso che con le sue canzoni creasse la giusta vibrazione d’amore “.

Iperbolico fu il commento di Elvis Costello. “ Se anche tutti i giradischi del mondo si rompessero domani, le canzoni di PET SOUNDS si tramanderebbero comunque per centinaia d’anni “.

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