Dentro le canzoni #6 – Lynyrd Skynyrd – Sweet Home Alabama
Da Second Helping (1974)

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Grandi ruote che continuate a girare sotto il mio sedile, portatemi dalla mia gente che canta orgogliosamente le canzoni delle Terre del Sud. L’Alabama mi manca ancora una volta e questo penso sia un gran peccato.

Ho sentito cantare il signor Young su di lei, ho sentito quel volpone di Neil denigrarla. Mi auguro che Neil Young si ricordi sempre che un uomo del Sud non ha bisogno di lui per nessuna ragione.

Alabama dolce casa dove i cieli sono così azzurri, Alabama dolce casa, oh mio Dio sto tornando a casa da te.

A Birmingham amano il governatore, noi abbiamo fatto quello che potevamo fare quindi il Watergate non mi procura fastidio. La tua coscienza ti assilla? Dicci la verità.

Gli Swampers hanno suonato ai Muscle Shoals e sono conosciuti per aver strimpellato una o due canzoni ma mio Dio mi hanno aiutato a riprendermi quando mi sentivo giù. Adesso tu che fai?.

I cieli sono azzurri, Alabama dolce casa, mio Dio vengo da te. Il governatore è un uomo giusto e Montgomery ha avuto la sua risposta.

La vicenda è abbastanza nota e comunque una delle più raccontate della storia della musica rock. Neil Young, canadese di origine e hippie californiano di adozione, pubblica nel 1970 la canzone SOUTHERN MAN, un’esplicita accusa per il modo in cui veniva trattata la popolazione di colore nel Sud degli Stati Uniti. Non solo un attacco in verità, perché tra le righe del testo si può anche leggere un invito a lasciare alle spalle ogni forma di razzismo e di conservatorismo.

Uomo del Sud, presta attenzione a come ti comporti, non dimenticare quello che dice la Bibbia. Alla fine i tempi cambieranno anche nel Sud, adesso le tue croci bruciano velocemente “.

Quando negli anni sessanta, il Presidente J.F. Kennedy avvia la lotta contro la discriminazione razziale, in una parte della popolazione di Atlanta e Georgia si assiste contestualmente alla recrudescenza di forme di razzismo e al ritorno del Ku-Klux Klan con i suoi cappucci bianchi, le croci date alle fiamme e, cosa assai più drammatica, all’esecuzioni di neri e di attivisti per i diritti civili.

A distanza di due anni da SOUTHERN MAN, Neil Young ritorna sul tema del razzismo e compone un brano dal titolo emblematico, ALABAMA, e lo inserisce nell’album HARVEST, che diventerà uno dei dischi più apprezzati della sua produzione artistica.

Vengo da te da una terra lontana, posso stringerti la mano? Vedo tutte queste rovine, cosa stai facendo Alabama?. Tu hai ricevuto l’aiuto dal resto dell’Unione che cosa sta succedendo? “.

Tra le risentite repliche ai due brani di Neil Young si segnala quella di un gruppo musicale di capelloni fedeli alla bandiera confederata che esibiscono ai piedi del palco durante i loro concerti. L’esposizione della bandiera non è solo un atto simbolico ma una esplicita dichiarazione di sentirsi fieri della loro terra e delle lotte combattute per sostenere alcune rivendicazioni considerate sacrosante.

Hanno assunto la forma di band a Jacksonville in Florida a metà degli anni ’60 e da subito sono entrati a far parte di quel gruppo di musicisti che suonano in giro per gli Stati del Sud il cosiddetto Southern rock, una miscela energica di rock and roll, blues e country dominata dalle chitarre, almeno due se non tre in formazione. Si ispirano agli Allmann Brothers ma le loro sonorità sono meno raffinate e più confacenti ai gusti dei Redneck, lo sprezzante soprannome che gli yankees avevano coniato per i sudisti, bianchi, rozzi, contadini zoticoni che credevano nella famiglia, nel whisky e nel loro fucile. Si danno l’insolito nome di Lynyrd Skynyrd storpiando quello di un loro severo insegnante di ginnastica e suggeriscono come pronunciarlo sulla copertina dell’album di debutto. La formazione originale è composta da Ronnie Van Zant, cantante, i chitarristi Allen Collins e Gary Rossington, il tastierista Bill Powell, il batterista Bob Burns e il bassista Leon Wilkeson.

Vivono in pieno lo stile di vita rock e spesso si rendono protagonisti di intemperanze sfasciando camere d’albergo e bevendo fino a ubriacarsi senza più controllo. Per questo il loro frontman Ronnie Van Zant è finito in carcere ben nove volte per aver provocato delle risse.

Durante la loro frenetica attività fatta di concerti incendiari tra uno Stato e l’altro, vengono notati da Al Kooper, musicista e talent-scout che li trova perfetti per il suo progetto Sounds of the South pensato per creare un’ etichetta dedicata a promuovere e sostenere artisti Southern rock.

Dal 1973 al 1977 i Lynyrd Skynyrd producono sei dischi in studio e un doppio live. Nelle loro canzoni hanno proposto anche temi che avrebbero incontrato l’apprezzamento di ascoltatori simpatizzanti della sinistra ma la maggior parte del pubblico che li seguiva si riconosceva nelle radici più chiuse del pensiero sudista e non si può escludere che alcuni dei loro sostenitori fossero membri del rinnovato Ku-Klux Klan e partecipassero alle ronde notturne per il controllo del territorio. A rinforzare questa presunta o reale posizione politica ultraconservatrice contribuì anche il governatore George Wallance che riconobbe i Lynyrd come “ I cavalieri onorari della milizia dello Stato dell’Alabama”.

Nel 1974 producono il loro capolavoro in studio, SECOND HELPING, che li porterà in vetta alle classifiche e che rimane la testimonianza più vitale del Southern rock come genere musicale che esprime il sentire di una popolazione. A fugare ogni dubbio sul tono dell’album, nella canzone iniziale SWEET HOME ALABAMA, gli autori citano per nome e cognome Neil Young ricordandogli che nessun uomo del Sud avrà mai bisogno del supporto di una ricca e famosa rock star californiana, e che quindi se ne stesse alla larga. Nel brano non c’è nessun rigurgito razzista. In realtà Van Zant ebbe modo di chiarire che non provava alcuna ostilità nei confronti dell’artista Neil Young ma che invece le sue ire erano rivolte al tono usato nel giudicare le popolazioni del Sud da parte di certa intellighenzia progressista. L’idea che tutta la gente del Sud fosse razzista e reazionaria non era accettabile e andava respinta. A ben vedere c’erano da raccontare anche le storie di un’America bianca semplice, povera e senza pretese che rispettava i figli degli schiavi che erano stati deportati dall’Africa.

Uno dei loro slogan era “ Vivi di corsa, lavora duro, muori giovane “ una tremenda anticipazione di quanto sarebbe accaduto il 20 ottobre 1977 quando il loro aereo si schiantò a terra a nord est di Gillsburg nel Mississippi uccidendo il fondatore della band Ronnie Van Zant, Steve Gaines che era subentrato al chitarrista californiano Ed King, e la corista Cassie Gaines e ferendo più o meno gravemente gli altri membri della band.

Il razzismo è da sempre una questione irrisolta per il popolo americano fin dall’epoca coloniale. Si può dire che il cambiamento di opinione da parte dello    “statunitense medio “ non sia avvenuto pienamente e che ancora una buona parte della popolazione si porti dietro persistenti valutazioni discriminatorie riscontrabili nel campo delle professioni, nell’assistenza sanitaria, nella concessione di mutui e così via.

Nel 2020 il Pew Research Center ha pubblicato i risultati di uno studio secondo il quale la maggior parte degli adulti statunitensi afferma che l’eredità della schiavitù continua ad avere un impatto sulla percezione della comunità afroamericana nella società odierna. Più di quattro persone interpellate su dieci affermano che il paese non ha compiuto progressi sufficienti verso l’uguaglianza razziale e vige un certo scetticismo. In particolare i neri sostengono che non avranno mai uguali diritti rispetto ai bianchi.

Anche recentemente l’America è scesa in rivolta al grido di Black lives matter dopo l’uccisione di George Floyd deceduto per soffocamento ad opera di un poliziotto la sera del 25 maggio 2020 a Minneapolis. Non è che l’ultimo di una serie di afroamericani uccisi dai poliziotti bianchi perché negli Stati Uniti sotto la questione dell’ordine pubblico si nasconde un problema di razzismo mai risolto.

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