Dentro le canzoni #43 – Warren Zevon – Knockin’ on Heaven’s Door
Da The Wind (2003)

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Gli accertamenti diagnostici non lasciano spazio alla speranza che, come si dice, è l’ultima a morire: a Warren Zevon rimangono solo pochi mesi di vita. Durante la sua apparizione televisiva al Late Show with David Letterman del 30 ottobre 2002, ironizza sul suo stato di salute che definisce una banale influenza per poi chiamarlo con il suo vero nome, cancro ai polmoni.

Tuttavia dice di non sentirsi così male come dovrebbe secondo la diagnosi dei medici e che intende terminare un progetto che ha in testa. Vuole affrontare il problema come farebbe qualsiasi musicista degno di questo nome: scrivendo canzoni. Nel lavoro di scrittura lo aiuta l’amico Jorge Calderon e Keep Me In Your Heart è la prima canzone scritta ed è quella che affronta le condizioni di Zevon più direttamente iniziando il testo con: “ Le ombre stanno cadendo e sono senza fiato “.

Due mesi più tardi chiama a raccolta gli amici di vecchia data Jackson Browne, David Lindley e Don Henley per aiutarlo a portare a termine quello che sarà il suo ultimo album. Zevon è molto amato dai colleghi per il suo talento, certo, ma anche in egual misura per il percorso di carriera senza compromessi e il fascino ironico. Si forma un gruppo di artisti californiani cui si uniscono Bruce Springsteen, Ry Cooder, Tom Petty ed Emmylou Harris.

E’ una corsa contro il tempo e ognuno di loro si mette a disposizione con spirito gregario per terminare al più presto l’album che viene pubblicato il 26 agosto 2003 con il titolo THE WIND. E’ il più profondamente personale nei suoi 34 anni di attività artistica. Forse per il carico emotivo che si porta dietro è subito paragonato alle migliori produzioni di Zevon di inizio carriera. Contiene undici canzoni d’autore di stile westcoastiano, alcune grintose altre ironiche che sdrammatizzano il dolore e il senso della fine ormai prossima. La chitarra elettrica, la voce tagliente e la risata finale di Bruce Springsteen nel brano Disorder In The House, il canto divertito e rilassato di Tom Petty in The Rest Of The Night tutto sembrano tranne che la rappresentazione di un artista con la prospettiva di una morte prossima.

A queste si affiancano canzoni più evocative e intime come She’s Too Good For Me armonizzata dalle voci degli Eagles Don Henley e Timothy B. Schmit e El Amor De Mi Vida che potrebbe bene figurare in un album di Willy DeVille anche lui morto per la stessa malattia.

Nella sua produzione artistica, Warren Zevon non era solito proporre cover di brani altrui, scriveva grandi canzoni da sé e per sé, quindi la scelta di rileggere nell’ultimo album Knockin’ on Heaven’s Door risulta amaramente ironica ma al tempo stesso appropriata per descrivere il trapasso del protagonista della canzone coincidente in maniera drammatica con il suo, lui stava letteralmente bussando a quella porta, del paradiso o dell’inferno che fosse. Le invocazioni finali “Open up! Open up! Apri quella porta!”, non presenti nel testo di Dylan, sono impressionanti e ne fanno, tra le tante, la versione migliore della quale può essere orgoglioso lo stesso autore.

Racconta il batterista Steve Gorman che la decisione di registrare Knockin’ on Heaven’s Door al termine di una giornata di lavoro fu l’impulso di un momento tra lui, il chitarrista Tommy Shaw e Warren Zevon. Considerato il precario stato di salute di Zevon la sorpresa mista a una certa preoccupazione si diffuse tra i presenti nello studio. Scattò qualcosa di magico e la canzone fu registrata in una sola take così come la si ascolta sul disco. Chi non aveva uno strumento da suonare partecipò ai cori con le lacrime agli occhi.

Dodici giorni dopo l’uscita nei negozi di THE WIND, Warren Zevon, il musicista dei musicisti (definizione attribuitagli da Bob Dylan) muore nella sua casa di Los Angeles. Il suo corpo viene cremato e le ceneri sparse nell’Oceano Pacifico.

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