Dentro le canzoni #38 – Creedence Clearwater Revival – Fortunate Son
Da Willy and the Poor Boys (1969)

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C’è chi è nato per sventolare la bandiera, sono rossi, bianchi e blu e quando la banda della marina militare americana suona Hail to the Chief puntano il cannone contro di te.

C’è chi nasce in mezzo agli agi e non si fa mancare nulla ma quando l’esattore delle tasse chiede conto delle loro ricchezze la loro casa sembra una svendita di roba usata.

C’è chi eredita occhi splendenti come le stelle della bandiera americana e ti manda in guerra e quando ti permetti di chiedere quanto dovresti dare ti risponde sempre di più, di più, di più.

Nessuno di questi sono io, non sono io il figlio di un senatore, non sono io il figlio di un milionario, non sono io il figlio di un militare.

Non sono io, non sono io, non sono un figlio fortunato.

In piena rivoluzione power flower, John Fogerty inaugura la sua controrivoluzione tradizionalista fatta di roots rock e di musica nera alla Bo Diddley con uno storico 45 giri dove, tra Proud Mary e Born On The Bayou era impossibile distinguere la facciata A da quella B. La spinta creativa proseguì nel 1969 con tre altre coppie d’oro: Bad Moon Rising e Lodi, Green River e Commotion e Down On The Corner e Fortunate Son.

Considerato fino dalla pubblicazione un inno contro la guerra del Vietnam, nel testo di Fortunate Son non c’è uno specifico riferimento al conflitto iniziato nel 1960 che alla fine provocò la morte di cinque milioni di vietnamiti e di oltre sessanta mila uomini appartenenti alle forze armate americane.

Nel 1966, John Fogerty, leader incontrastato dei Creedence, si era arruolato nella riserva dell’esercito per evitare di essere mandato a combattere in Vietnam e, assolti i suoi obblighi militari, fu congedato nel 1968. Il Presidente degli Stati Uniti era Richard Nixon e quando Fogerty vede in televisione le immagini dello sfarzoso matrimonio tra Julie Nixon e David Eisenhower nipote dell’ex Presidente Dwight Eisenhower, non riesce più a trattenere dentro di sé l’impulso di mettere in canzone i pensieri sui quali rifletteva da tre o quattro anni. Non era vero che la guerra stava procedendo bene mentre era convinto che nessuno dei presenti al matrimonio correva il rischio di essere spedito a morire nelle paludi vietnamite. Tutto era già chiaro nella sua testa e impiegò meno di mezz’ora per buttar giù parole e musica di quella che sarebbe diventata Fortunate Son.

Non solo un brano antimilitarista ma anche una forte invettiva contro le ingiustizie sociali, contro i ricchi che trovano sempre il modo per occultare i loro beni e pagare meno tasse e contro i figli dei potenti di turno che grazie alle posizioni dominanti dei genitori sono esonerati dall’essere spediti in guerra. In Vietnam a morire ci vanno i figli della working class dalla quale provengono anche i componenti della Creedence Clearwater Revival.

L’invettiva è articolata su tre strofe senza ritornello e senza un vero assolo di chitarra e John Fogerty la canta con voce tesa ripetendo più volte con rabbia che lui non è un figlio fortunato.

Quando Fortunate Son fu usata per la pubblicità dei jeans Wrangler, Fogerty non poté opporsi perché non ne possedeva più i diritti. Li aveva persi nel 2000 per alcune norme contrattuali previste dall’accordo con la Fantasy Records, pattuite in un momento in cui lui e la sua band si trovavano in totale disaccordo.

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