Dentro le canzoni #25 – The Byrds – Changing Heart
Da Byrds (1973)

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Quando sei sulla cresta dell’onda sono in molti intorno a te per farti sentire le loro lodi e ti darebbero tutto ciò che hanno. Ma se canti con sincerità i sentimenti che provi nella tua anima non ti capiscono e dicono che ne hai ancora di strada da fare.

Provi a cambiare le rime delle tue canzoni ma non fai progressi, diventi vittima del gioco del tempo e metti il tuo nome nell’ufficio degli oggetti smarriti. La tua vena si è esaurita e cerchi le parole su Mojim.com nella speranza che migliaia di voci ritornino a elogiarti.

Questa è la canzone dell’uomo distrutto dalla sua stessa popolarità che, ahimè, se n’è volata via. Capire che la fortuna può girare e accettare la nuova situazione è una dote che non tutti posseggono ma che è necessaria per evitare di cadere nel ridicolo o peggio nella depressione. Mi vengono in mente alcuni nomi che non citerò per evitarmi dei problemi.

Composta da Gene Clark per l’album della riunione dei Byrds, è considerata insieme a FULL CIRCLE uno dei momenti migliori di un disco che alla sua pubblicazione ricevette diverse recensioni negative. Sarà rivalutato in seguito ma questa è un’altra storia.

Gene Clark, David Crosby e Roger McGuinn fondano i Byrds nel 1964 a Los Angeles e quando arricchiscono il loro trio The Jet Set con Chris Hillman al basso e Michael Clarke alla batteria, iniziano a girare per i locali della California fino a quando Mr. TAMBOURINE MAN, la versione in chiave rock di una canzone di Bob Dylan, li trasformerà all’improvviso in un fenomeno del folk rock e del country rock.

Anche se non gli è mai stato riconosciuto dall’ego sconfinato dei colleghi, Gene Clark, il sensibile poeta della band, ha contribuito in maniera determinante al successo dei Byrds componendo più di settanta canzoni mai registrate oltre alle memorabili I’LL FEEL A WHOLE LOT BETTER, HERE WITHOUT YOU, SHE DON’T CARE ABOUT TIME e EIGHT MILES HIGH.

Tralasciamo qui di ripercorrere la prestigiosa carriera dei Byrds fatta di ottima musica ma anche di rivalità interne, di bruschi allontanamenti ( chiedere a David Crosby ) di acquisizioni di nuovi musicisti, di irrisolte questioni economiche e arriviamo agli inizi di ottobre 1972 a casa di Roger McGuinn. La sua personalità dominante è nota ai colleghi che con una certa diffidenza accettano di incontrarsi per provare alcune canzoni che potrebbero rientrare nel disco della storica reunion. Non tutti sono convinti della bontà dell’idea ma i molti soldi che David Geffen, il capo dell’emergente Asylum, è disposto a mettere sul piatto allontanano ogni dubbio.

Le registrazioni iniziano a metà ottobre in un clima di scarsa collaborazione creativa perché ognuno dei membri originali trattiene i pezzi migliori per la propria carriera solista, ad eccezione di Gene Clark che ha diverso materiale di qualità avendo mantenuto eccellenti doti compositive anche dopo aver lasciato i Byrds nel febbraio 1966.

E’ superfluo dire che intorno al progetto si erano create aspettative molto alte che però sono frustrate quando il disco viene pubblicato il 7 marzo 1973. Doveva segnare un nuovo inizio, di fatto mise fine alla storia di un gruppo tra i più influenti degli anni ’60. Ne valeva la pena? Forse no.

La canzone CHANGING HEART, costruita sull’intreccio delle chitarre e impreziosita dalle armonie vocali dei Byrds originali, sarà l’unica consolazione per i fan che avevano sognato di poter riascoltare il famoso jingle-jangle sound che ha spopolato per alcuni anni nella musica rock.

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