Dentro le canzoni #24 – America – A Horse With No Name
Da America (1971)

Condividi:

All’orizzonte vedo colline di sabbia e catene montuose, intorno a me rocce, alberi che crescono sdraiati per terra, sembra quasi innaturale in questa aspra natura e poi animali e uccelli in un cielo senza nuvole. Il clima è caldo e il terreno è arido e l’aria diffonde il suo suono. Sto attraversando il deserto su di un cavallo senza nome, mi sento bene lontano dalla pioggia e vivo in una pacifica tranquillità perché non c’è nessuno che mi possa procurare dolore.

Dopo tre giorni di divertimento nel deserto attraverso uno spazio dove, nei tempi passati, scorreva un fiume prima di diventare terra arsa. La sua scomparsa mi rattrista. Dopo nove giorni lascio che il cavallo corra libero perché il deserto è diventato un mare. L’oceano è un deserto con la sua vita sotterranea che rimane nascosta sotto una perfetta maschera appoggiata sulla sua superficie. Sotto le città c’è un cuore fatto di terra, per questo gli esseri umani non manifestano amore.

Il mondo della musica ha scoperto gli America nel 1972 quando un cavallo senza nome ha cominciato a galoppare sulle onde delle radio internazionali. Da quell’inizio in poi e per la maggior parte degli anni Settanta, Gerry Beckley, Dewey Bunnell e Dan Peek hanno occupato le posizioni alte delle classifiche con le loro canzoni folk rock venate di pop. Hanno accompagnato i viaggi giovanili di molti di noi. Come si poteva partire senza avere con sé la musicassetta con I NEED YOU, VENTURA HIGHWAY, TIN MAN, LONELY PEOPLE e SISTER GOLDEN HAIR?.

I tre giovani musicisti di origine americana si incontrano a Londra dove erano espatriati con le loro famiglie per conto della United States Airforce a West Ruislip. Condividono la passione per la musica e mentre frequentano la scuola superiore maturano l’idea di dar vita a un gruppo musicale che chiamano America, non tanto perché si sentano americani ma più semplicemente perché sono attratti dal nome di una marca di jukebox.

Per comporre le loro prime canzoni si ispirano al trio Crosby Stills e Nash, i pionieri dell’emergente sound della West Coast, e provano a replicare il loro folk rock impreziosito dall’ accattivante intreccio armonico delle voci.

Il rischio di diventare una copia sbiadita degli illustri maestri californiani è forte ma ognuno dei tre porta il suo contributo personale per la riuscita del progetto: Dan è la chitarra solista del trio con influenze country, Gery, più incline alle ballate, cura gli arrangiamenti mentre Dewey, la prima voce, scrive i testi.

L’album d’esordio viene pubblicato in Inghilterra nel dicembre 1971 e riceve una tiepida accoglienza ragione per cui la casa discografica richiede agli America di scrivere un pezzo singolo che possa fungere da traino del disco. Dewey Bunnell, ricordandosi di un viaggio fatto con i genitori nel deserto tra l’Arizona e il New Mexico compone una canzone dal testo enigmatico e dal ritmo accattivante. La intitola DESERT SONG poi cambiato in A HORSE WITH NO NAME. La canzone raggiunge il n° 3 in Inghilterra, poi trionfalmente il n° 1 negli Stati Uniti e vi rimane per tre settimane nonostante l’ostracismo di alcune radio perché nello slang il termine “horse”indica l’eroina.

Bunnell ricordando l’origine del brano racconterà che il cavallo senza nome è un animale frutto della sua fantasia, una metafora di un viaggio che lo ha portato in un luogo talmente sereno e pieno di pace da far dimenticare tutto, compreso il proprio nome.

La canzone ricorda alcuni lavori di Neil Young ed è il suo autore, Dewey Bunnell, ad affermare: “ Non mi sono mai liberato del tutto dal fatto di essere stato ispirato da lui, penso che sia nella struttura del brano quanto nel tono della sua voce “. Ironia della sorte, sarà proprio A HORSE WITH NO NAME a scalzare dal primo posto della classifica HEART OF GOLD.

A HORSE WITH NO NAME è una canzone molto semplice, l’ennesima dimostrazione che non servono chissà quali stranezze e virtuosismi per comporre musica che duri nel tempo. Ora sappiamo che il cavallo senza nome ha accompagnato i tre vecchi amici, rimasti in due dal 1977 quando Dan Peek ha lasciato il gruppo, attraverso un viaggio molto, molto lungo e noi con loro.

Condividi: