Dentro le canzoni #10 – Sam Cooke – A Change Is Gonna Come
Da Ain't That Good News (1964)

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Sono nato lungo il fiume in una piccola tenda e proprio come il fiume ho corso, è passato molto tempo da allora, ci vorrà ancora molto tempo ma lo so che c’è un cambiamento in arrivo, sono certo arriverà.

Anche se è stato troppo duro vivere ho paura di morire perché non so cosa c’è oltre il cielo, ci vorrà ancora molto tempo lo so ma c’è un cambiamento in arrivo, sono certo arriverà.

Vado al cinema e vado in centro e qualcuno continua a ripetermi di non stare in giro, è passato molto tempo lo so ma c’è un cambiamento in arrivo sono certo arriverà.

Poi vado da mio fratello e gli dico: “ Fratello aiutami per favore” ma lui non fa altro che colpirmi mentre sono in ginocchio.

Ci sono state volte in cui ho pensato di non poter resistere a lungo ma ora credo di essere in grado di continuare, è passato molto tempo lo so ma c’è un cambiamento in arrivo sono certo che arriverà.

Bob Dylan nella sua BLOWIN’ IN THE WIND si domandava: “ How many years can some people exist before they’re allowed to be free? “. Per Sam Cooke non ci sono dubbi, la risposta alla domanda di Bob Dylan è “ Soon “ ovvero “ Presto” dal momento che non abbiamo tempo da perdere e non c’è certezza alcuna su cosa ci aspetta dopo la morte.

Un mese dopo l’assassinio del Presidente John Fitzgerald Kennedy avvenuto a Dallas il 22 novembre 1963, Sam Cooke registra il brano A CHANGE IS GONNA COME che contiene un esplicito messaggio politico e per questo motivo la dirigenza della casa discografica RCA lo accantona. Solo nel dicembre 1964 dopo la morte di Cooke, circondata da misteri mai chiariti, la RCA lo pubblica e diventa l’inno del Movimento per i Diritti Civili.

Il primo palcoscenico di Samuel è stato l’altare della chiesa battista di Chicago amministrata dal padre, il reverendo Charles Cook. Fin da bambino si unisce agli altri fedeli nei canti gospel che animano le cerimonie religiose e raccontano la vita e la predicazione di Gesù. La sua voce è il dono prezioso che Dio gli ha fatto e quindi è giusto usarla in ambiti religiosi per dare testimonianza della propria fede ma quel falsetto è talmente angelico che potrebbe essere apprezzato anche in contesti laici, per esempio nella musica pop. Negli anni ’50 diventa il leader dei Soul Stirrers e aiutato anche dal bell’aspetto, si candida a diventare uno dei più promettenti talenti del nuovo gospel.

Cantato nelle chiese fin dagli anni ’20, con il tempo il gospel si modifica e assume una base ritmica più potente grazie all’introduzione di strumenti come la chitarra, il pianoforte e l’organo. Mentre personaggi come Mahalia Jackson sono rimasti per tutta la vita rigorosi interpreti del gospel più ortodosso, altri come Thomas A. Dorsey hanno contribuito a rendere il gospel più popolare presso un pubblico più ampio in virtù di commistioni con il blues e il jazz. Ci vorranno trent’anni per portare l’anima gospel verso il rhythm’ n ‘ blues e il pop e mettere le basi per l’inizio della soul music come l’espressione più impegnata della musica nera e gli artefici saranno Ray Charles e Sam Cooke.

Nel 1960 Sam Cooke lascia la RCA che gli aveva assicurato il successo commerciale con canzoni che piacevano alle nuove generazioni, quella nera e quella bianca, e fonda un’etichetta indipendente, la SAR Records, perché sente forte il bisogno di produrre musica indipendente dai vincoli discografici imposti da altri. La popolazione nera apprezzò molto le sue intenzioni e vi furono anche parole di ammirazione nei suoi confronti da parte di personalità rilevanti come Cassius Clay che lo definì “ il più grande cantante del mondo “e Martin Luther King profondamente impegnato nella lotta per i Diritti Civili.

Sam Cooke muore all’età di 33 anni ucciso da quattro colpi di pistola al petto sparati da Bertha Franklin la direttrice di un motel di Los Angeles in circostanze mai chiarite del tutto. Quello che è certo è che è stato il primo artista ad occuparsi degli aspetti imprenditoriali del suo lavoro e che stava diventando un modello non solo musicale per i ragazzi degli anni ’60. Forse tutto questo non piaceva ad alcuni.

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