Tao – Freedhome
Taovox Records, 2022

Tao Freedhome
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Tao è veramente un personaggio a parte. Freedhome arriva dopo il “Love Bus Experience”, più che un tour un vero atto anarchico: 160.000 chilometri percorsi per portare la sua musica sulle strade d’Europa, dove lo show erano lui, le sue canzoni, il pulmino Volkswagen psichedelico, la band dentro il pulmino, ma anche i monumenti delle città dove faceva tappa e la polizia locale che di volta in volta esigeva documenti e permessi del caso. L’idea era di un concerto che andasse alle persone anziché viceversa, una geniale provocazione alla discografia e ai media, che talvolta lo hanno ripagato con una certa curiosità. Quest’album nasce dallo stesso spirito, che è quello di conquistare e presidiare un angolino sulla ribalta musicale facendo quello che è giusto e buono fare e non lusingando il mercato.

Il titolo Freedhome, come una specie di yin e yang, fonde due termini apparentemente opposti (“libertà” e “casa”) che invece sono complementari e non esistono l’uno senza l’altro. La libertà che nasce dall’intimità, l’appartenenza che è tale quando è una scelta libera.
Confesso che non mi metteva di buon umore il fatto che l’album fosse annunciato come direttamente ispirato a “La casa nella prateria” (la saga di Laura Ingalls è nella cultura di massa americana un oggetto ambiguo e problematico: i temi degli affetti familiari e del rapporto con la terra sono declinati al tempo dei coloni del “selvaggio west” con le implicazioni e le conseguenze facili da immaginare: per cominciare, nel modo in cui è descritto il rapporto con i nativi e i neri). D’altra parte dei romanzi e della serie tv l’album eredita soprattutto quel senso di comunione con la natura (qui una natura senza idealizzazione bucolica e piuttosto onirica, direi), insieme ai temi delle relazioni e della ricerca di un posto dove fare il nido.
Ed effettivamente, sparse nei quasi cinquanta minuti di musica, ci sono tracce della serie diretta da Michael Landon, anche in forma di citazioni e campionamenti dalla colonna sonora (più trasparenti in Little House On The Prairie e Charles’ Fiddle, ma non si fermano lì) come fossero un filo conduttore.

Le canzoni di Freedhome non solo raccontano una storia su come l’amore curi le ferite, la mettono in scena. Anzi sono quella storia (sarà questo che si intende quando si parla della differenza fra qualcuno che suona e chi invece “la musica la vive per davvero”?). Il cd infatti nasce dal lungo legame di Tao con Ana e dalla libertà che hanno trovato nel loro casolare fra le colline umbre, nella loro Walnut Grove. Nel periodo della pandemia Ana si è applicata al banjo e al canto: con una bella voce e con buona perizia strumentale si rende determinante nell’album suonando e facendo il controcanto a Tao. Lui suona tutti gli altri strumenti, ma la coesione fra i due è quella di un duo con molta strada sulle spalle.
Le canzoni nascono in gran parte dalla storia di Ana (The Scent of Freedom è sulla ricerca di un posto per sé che richiede uno strappo da un altro luogo, da affetti e da una storia: guarda un po’, appartenenza e separazione anch’esse insieme nella danza degli opposti). Parlano di ferite profonde (Stop Drinking, Mama) e del patto che stringono due anime dalla pelle scorticata che si sono incontrate non per caso (To Your Defence).

Musicalmente viene da pensare a Hank Williams, o ancora di più a Johnny Cash e June Carter (a lei è dedicata l’iniziale June’s Smile), la cui storia d’amore è entrata nell’immaginario del pubblico statunitense e che qui sono citati con gratitudine nelle note interne. Sono presenti non solo come ispirazione musicale, ma anche come protagonisti di una storia d’amore e rinascita. Non citato e forse più nascosto (o forse è solo la suggestione di chi vi scrive?) sembra aleggiare anche Bruce Springsteen, sia nella musica che nelle liriche (è ancora possibile, nel rock di oggi, scrivere autobiograficamente di cicatrici senza passare attraverso gli ultimi anni del Boss?).
Altra passione dichiarata, che esplode nel momento più potente dell’album, è Ennio Morricone. Angels of Vengeance è un omaggio al Maestro così clamoroso e sfacciato da essere una manifesta dichiarazione d’amore. Bel momento.

Freedhome è un disco che parla d’amore quello vero. C’è il sogno, c’è la speranza e c’è la tenerezza. C’è il rock and roll con la sua anima più innocente e consolatrice. Ci sono due musicisti e un pugno di canzoni che si faranno ricordare.

Tracce

June’s Smile
The Scent Of Freedom
Little House On The Prairie
Charles’ Fiddle
When She Comes
Stop Drinking, Mama
Strongest Wings
To Your Defense
Take A Rock
Keep On Lovin’
Angels Of Vengeance
Free To Be Sad
The Rain
Home
My World (Is Full Of Love)

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