Beh, finalmente! Ecco un album atteso da tempo da parte di questa band, che arriva dal pavese, con una carriera ormai ventennale, in grado di mantenere quella naturalezza e quella passione che l’avevano contraddistinta fin dagli esordi, capace di coniugare nel loro sound i paesaggi propri di quella terra al confine con il Messico, dove le ballate di Bruce Springsteen, John Mellencamp, Los Lobos e dei Creedence Clearwater Revival si fondono contaminandosi coi profumi della locale Bonarda (il vino per chi non lo sapesse), con i piatti della tradizione locale, tra trattori sulle provinciali, bar sperduti e lunghi viaggi in auto conditi da storie d’amore, amicizia e vita rurale.
Still Pay’n racconta storie comuni a tanti, fatte del vissuto quotidiano che intrecciano amori, speranze, illusioni, delusioni, evasioni tramite i viaggi, insomma tutte quelle esperienze necessarie in un percorso di crescita e maturazione. E quando ci si rende conto che parte di quel retaggio che ha accompagnato la via della vita viene meno per ragioni diverse, ecco che la musica assurge a quel ruolo di “shelter from the storm” nel quale tante volte ci si è immersi per uscirne se non più forti, perlomeno consapevoli.
Ecco quindi un susseguirsi di tormentate ballate d’amore, dove le chitarre sono tanto presenti, con pochi effetti ma svariati arrangiamenti melodici che danno risalto a questa bella carrellata di canzoni, reale carta d’identità della band. Una sorta di “Classic Rock” nel quale i Southlands dimostrano di avere una certa dimestichezza, in grado di traslarci immediatamente da un volo che scende a LA per poi immergersi nelle highways che la circondano per perdersi senza meta accompagnati da un sole abbagliante.
Le canzoni sono piacevolissime, alcune nettamente sopra la media, vale per tutte la splendida 40 Miles West, un gioiellino che vorresti non finisse mai, oppure It’s a Mess, perfetto esempio di come il termine “Classic Rock” trovi perfetta aderenza ad un pezzo del genere, o la deliziosa The Way I Feel.
Compagni di viaggio, graditi e necessari amici di lunga data come Jimmy Ragazzon, Paolo Canevari, Riccardo Maccabruni e Marco Rovino, ovvero una bella fetta dei Mandolin’ Brothers, e poi Mario Zara e Maurizio “Micio” Fassino, che affiancano la band formata da Roberto Semini (chitarra e compositore), Dario Savini (voce), Michele Romani (batteria), Riccardo Caldin (basso) e Fabrizio Sgorbini (chitarre e cori). Last but not least, la bella voce di Sara Cantatore cantante principale o ai cori in diverse tracce dell’album.
Un disco destinato a far da colonna sonora di molte passeggiate estive tanto risulta piacevole. Bravi!!
Per chi fosse interessato i Southlands suoneranno il 31 maggio al Cowboys’ Guest Ranch Via Tullio Morato, 18, 27058 Voghera PV, Italia
Tracce
Please don’t knock
It’s a mess
On the border
By my side
Sweet ’49
The way I feel
You are the sun
Still Play’n
40 Miles West
Brilliant
For another reason
Best of you
All that you want
By my countryside