Sam Millar – On the Brinks. Memorie di un irriducibile irlandese
Milieu edizioni, 2016, Pagg. 326, Euro 16.90, Traduzione di Marta Milani e Marianna Mastrorosa

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Quando ci incontrammo di nuovo quella sera lui sorrideva, la mano tesa, come se mi stesse salutando per la prima volta dopo anni.
“Non dire una parola in macchina” gli sussurrai, un sorrisone di plastica stampato in faccia. “Mi sa che c’è una cimice”.
Andammo giù lungo Lake Avenue, fino alla spiaggia, nel silenzio più completo.
Parcheggiai dietro alcune dune di sabbia, poi tirammo fuori un paio di Bud dal sedile posteriore.
Non lontano da noi una giovane coppia, seduta su una collina erbosa, stava mangiando dei sandwich unti; guardava la gente sulla spiaggia che iniziava a preparare le proprie cose per andarsene.

Questo è l’inizio di uno splendido memoir, avvincente, adrenalinico e potente attraverso il quale Sam Millar, cattolico e repubblicano, ci racconta una gran parte della sua vita.

Prima a Belfast partendo da un’infanzia difficile nei quartieri cattolici attorno a Lancaster Street, poi la partecipazione al Bloody Sunday, l’uccisione del suo migliore amico e quindi l’adesione all’IRA. Da qui all’arresto ed alla relativa condanna per possesso di esplosivi il passo è breve. Sam viene rinchiuso a Long Kash dove si trova a fianco di Bobby Sands e dove si ritrova ad essere un “Uomo Coperta” in quanto partecipante alla “Blanket Protest”.

Era una tortura, ma in quel momento non potevo immaginare per quanti anni quella coperta sarebbe stata la mia ombra e la mia pelle.

Torture e umiliazioni da far rabbrividire anche la persona più perversa che lo portano, in alcuni momenti, a mettere in discussione la fede in Dio.

Avanti. Fai la tua magia, Dio. Portami via da questa follia. Colpiscimi con una bella saetta. Ammazzami sul posto.

Poi, dopo la scarcerazione, gli Stati Uniti, New York dove si trova a sbarcare il lunario nei casinò clandestini e dove il “sogno americano” viene da lui frainteso. Si trova infatti a partecipare alla “rapina del secolo” prelevando una montagna di dollari nei depositi della Brinks, una ditta portavalori di Rochester, nello stato di New York.

Finì che sollevammo altre mezza tonnellata di banconote in meno di quindici minuti. Un record olimpico. Ogni 45 chili di banconote erano, all’incirca, un milione di dollari. Non me ne fraga niente di quel che dice la gente, con un incentivo monetario di quel tipo le chiacchiere stanno a zero.

Con la sua parte del bottino apre un negozio di fumetti vintage nel Queens, ma alla fine viene catturato ed imprigionato. Ma i federali fanno qualche errore nelle indagini, e nonostante una continua e attiva ricerca non riescono a trovare la prova definitiva della sua partecipazione alla rapina.

Uccidi qualcuno in questo paese timorato di Dio, e vieni dimenticato nel giro di qualche settimana, se non addirittura in pochi giorni. Ma se rubi soldi del governo ti daranno la caccia fino a che ogni goccia di sangue, sudore e ogni lacrima del tuo corpo si sarà prosciugata.

Dopo poco più di sedici mesi dal primo verdetto di colpevolezza viene graziato dal presidente Clinton, e una volta rilasciato, nel 1995, ritorna in Irlanda.

Sam Millar con una scrittura veloce e cruda, senza compromessi, racconta il mondo criminale e la strada come pochi.

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