Robin Trower – Joyful Sky (with Sari Schorr)
Provogue Records, 2023

Robin Trower Sari Schorr Joyful Sky
Condividi:

A 78 anni l’ex chitarrista dei Procol Harum e solista dalla lunga carriera, padre nobile di certo hard/blues di matrice britannica, Robin Trower unisce le forze con la talentuosa cantante newyorkese Sari Schorr e pubblica un disco che non ti aspetti, in cui la musica sembra contraddire tutto, dalla storia musicale di Trower al titolo stesso dell’opera.

Innanzitutto perché c’è ben poco di joyful nelle atmosfere di questo disco, che invece si appalesa più notturno e suadente, dai tempi rilassati, fin dalla opener Burn, in cui l’unica cosa che scotta è la performance di Sari Schorr, che è sempre brava di suo, ma che stavolta si rende conto di dover approfittare della visibilità offertale dall’accesso ad una platea ben più vasta di quella che fin qui l’ha seguita e – credo unanimemente – apprezzata.

E’ un fuoco molto diverso da quello che bruciava nei dischi classici della lunga carriera solista di Trower, la cui caratteristica distorsione spinta lascia qui il posto a un suono si caldo, ma molto meno saturo e quasi jazzato (a parte episodi più assertivi come Peace of mind e il wah-wah di Change it, comunque caratterizzato da una certa raffinatezza).

Nonostante l’età il vecchio leone della sei corde non perde un colpo, e corre con le dita in modo elegante ed incisivo sotto le linee melodiche che la brava Schorr tratteggia con vellutata sapienza.

Proprio sotto il cantato, forse ancor più che durante gli assoli, la classe del vecchio Procol Harum riemerge, donando carattere a questo pugno di ballate, la cui vera cifra – una volta tanto – non è la foga espressiva ma un rilassato, benché appassionato, lirismo.

Una collaborazione che porta conferme e sorprese: Sari Schorr si conferma brava ma rivela una duttilità ed una morbidezza espressiva rimaste una po’ latenti nei dischi a suo nome, un po’ sommersi da un certo vigore a volte anche eccessivo; Robin Trower si conferma chitarrista di classe che ha molto da dire anche quando spegne il distorsore e dice al batterista di picchiare di meno… dopo averlo detto a sé stesso. E così facendo riesce ad ammaliare anche con chi non ha mai amato quel rock/blues muscolare e un po’ stantio, al cui sviluppo cui tanto ha contribuito in carriera.

 

Tracklist:

1 Burn
2 I’ll Be Moving on
3 The Distance Between There & Here
4 Peace of Mind
5 Change It
6 Joyful Sky
7 Need for You
8 The Circle Is Complete
9 Flatter to Deceive
10 I Will Always Be Your Shelter

 

 

 

Condividi: