Renat Sette & Gianluca Dessì – La vida fin finala
Felmay, 2023

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Renat Sette è un interprete prestigioso della musica provenzale e della tradizione occitana oltre che uno studioso della trasmissione orale di quella cultura. Vuoi per la  favorevole contiguità geografica col Piemonte, vuoi per una curiosità che lo porta a dialogare con artisti ugualmente inclini all’incontro, gli è capitato in più occasioni di avere a che fare con musicisti italiani. Ha collaborato in alcuni progetti con Maurizio Martinotti all’inizio degli anni 2000; per il Salone del Libro di Torino del 2012 la sua strada si è incrociata con quella del duo Elva Lutza, cioè Gianluca Dessì alla chitarra acustica e Nico Casu alla tromba.
Il battesimo ufficiale di quel sodalizio avvenne in una serata che vedeva sul palco anche Riccardo Tesi e qualche anno dopo Renat Sette pubblicò insieme a Elva Lutza l’album Amada. Un album in cui, per la peculiarità della formazione, la musica folk si striava di jazz con un esito decisamente affascinante.

È passato il tempo, Elva Lutza non c’è più ma da un po’ si parlava di un album registrato da Renat Sette con il chitarrista del duo, Gianluca Dessì. Realizzato nel 2022, è arrivato nella primavera di quest’anno La vida fin finala.
Cambiano le cose dunque, qualcuno resta, qualcun altro va, ma non si interrompe quel fruttuoso dialogo iniziato a Torino che connette la Provenza alla Sardegna, e non solo. Ma com’è che dice anche il titolo? Questa, alla fine, è la vita.

I brani dell’album nascono dall’antica collaborazione del cantante con il poeta Jean-Yves Royer, attivista e ricercatore di langue d’oc e di storia occitana. Dalla raccolta Les temps passats di Royer, Sette volge diciotto poesie in altrettanti brani cantati. Quindici che intessono la sua voce con la chitarra di Dessì, tre eseguiti a cappella. In questi e in quelli, la voce di Renat Sette si mostra arricchita di sfumature e increspature che la rendono dove più amabile, dove più dolente, comunque ancora più espressiva di come la ricordavamo.

Gianluca Dessì è un chitarrista che lavora nel solco di quel modo di vedere la chitarra che negli anni ’70 aveva generato il folk revival inglese, che a sua volta ha ispirato filoni altrettanto proficui ai giorni nostri, sebbene meno noti. Di origine sassarese, ha una storia musicale che lo ha portato a muoversi soprattutto fra tre coordinate: la musica britannica, la musica dell’Est Europa e la musica sarda — è stato chitarrista dei Cordas et Cannas dal 2015 al 2022, anno in cui la vita l’ha portato a vivere a Roma.
Quella storia gli ha insegnato a pensare alla chitarra e alla voce in un modo che è soprattutto figlio del Renbourn dell’era Pentangle e di Bert Jansch. Da quella esplorazione della forma canzone nel solco della musica popolare inglese, Dessì infatti ricava la tendenza a non essere un “accompagnatore”, quanto un chitarrista che ascolta, che si pone accanto a un cantante esattamente come se duettasse con un altro strumento. Il suo modo di mettersi al servizio della voce non è quello subalterno della “spalla”, consiste semmai nell’occupare una posizione pienamente autoriale nel dialogo con l’interlocutore.
Come Sette, anche Dessì dal suo canto è un artista votato all’incontro. Il suo ingresso nel mondo della musica lo fece anni fa non da musicista ma da organizzatore, e di quei tempi conserva la capacità di tessere alleanze e di assemblare talenti.

I versi si soffermano a volte a riflettere sulla natura umana, altre volte a contemplare la natura. Il dialogo fra voce e chitarra è a tratti divertito, a tratti nostalgico; quando malinconico, quando pensoso; può essere gioioso e può tingersi di romanticismo. Tutto nell’album contribuisce a una magia che subito intuisci, e che attraverso ascolti ripetuti si mostra sempre di più.

La vida fin finala è un album di musica folk nella misura in cui accettiamo di definire così una musica dalla vocazione profondamente cosmopolita, autenticamente votata ad esplorare quel mistero che è l’incontro di orizzonti differenti e a valorizzare quanto di generativo è contenuto in quell’incontro. D’altra parte, ancora una volta: non è questa, alla fine, la vita?

Il CD è disponibile nel formato fisico ma anche in Bandcamp.

 

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