Old Unconscious – The Circular Ruins
Jealous Butcher Records -2024 LP/CD/DL

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Guidati dal compositore/produttore Cory Gray alle tastiere e alla tromba ( The Delines, Graves, Federale), gli Old Unconscious sono un gruppo strumentale di Portland, che attinge alla  world music, al jazz ed al rock psichedelico per dar sostanza ad un melange sonoro affascinante, sinuoso ed ipnotico.Qualcuno, proprio per il  sound generato, potrebbe accostarli a qualcosa di simile alla trance

Il loro attesissimo nuovo album The Circular Ruins uscito negli USA il 24 maggio, mentre in Europa sarà pubblicato solo il prossimo agosto,  riprende l’acclamato Sunfort del 2019. Il milieu dal quale attingono i musicisti degli Old Inconsciuos fa riferimento a gente come Sun Ra, Harold Budd, Alice Coltrane, Alan Toussaint o il leggendario drummer giamaicano Count Ossie. Nomi che solo a leggerli c’è di che restare incuriositi.

Ed il risultato è realmente affascinante visto che lasciarsi cullare dalle note di questo splendido lavoro cala l’ascoltatore in un mondo che sembra esulare dalla realtà, fra suoni avvolgenti che irretiscono, mai abbaglianti od incentrati  su un inutile tecnicismo, ma sinuosi e cinematografici, dove tutto ruota intorno al concetto di gruppo che opera per creare un suono che è sublimazione di musica che prende sostanza per poi tornare allo stato liquido, lasciando trasparire un flusso di emozioni che travalicano l’usuale concezione musicale. E tutto questo avviene in un contesto mai caotico, sempre quieto ed ipnotico, dove la maestria dei musicisti emerge chiaramente.

Musicisti che, oltre  a Cory Gray alla tromba e alle tastiere, sono Matt Berger (Museé Mécanique, Laura Veirs) alla batteria e alle percussioni, Perry Pfister al basso verticale, Noah Bernstein (TuneYards, Grammies) al sassofono e Rachel Blumberg (Califone, M. Ward, The Decemberists) alla batteria/percussioni. Il disco vede anche la partecipazione di Kendall Kracke al guzheng, Matt Emmons al flauto e Daniel Hunt (Neko Case, Ages & Ages) alle campane e alle percussioni. La produzione è nelle mani di Gray e John Askew.

Difficile indicare una pezzo piuttosto che un altro. In ognuna delle sette canzoni del disco ci sono motivi che fanno destare attenzione, lasciando l’impressione, arrivati alla fine, di una sorta di bagno rigenerativo e catartico quanto mai necessario, e lungamente desiderato.

Musica per menti aperte e spiriti liberi.

Tracce

Dust The Dust 

Glow of City from Mountains

Yi People

Headlands

Daybreak

The Circular Ruins

Lament No. 4

 

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