Ormai da tempo, quando partecipi ad un concerto piano e voce di Mimmo Locasciulli, credi di sapere anticipatamente come sarà e invece, puntualmente e con grande piacere, ti accorgi di esserti sbagliato poiché Mimmo riserva continuamente delle sorprese qualificanti, sia nella scaletta, che nell’energia dell’esecuzione, per la simpatia che mette in campo con le sue piccole ed eleganti gag ma soprattutto per lo spessore e la profondità intellettuale dei messaggi che dispensa tra un brano e l’altro.
Così è stato anche ieri sera nella deliziosa cornice del Teatro Sant’Andrea a Bergamo alta, davanti ad una sala gremita di un pubblico attento e qualificato, che ha visto la presenza di almeno un paio di generazioni di fan dell’artista ma anche di puristi e appassionati della grande canzone d’autore.
Locasciulli tiene particolarmente alla distinzione tra le due definizioni, così come ha spiegato in modo molto diretto: quella “cantautorale” (classificazione oggi snaturata vista la necessità imperante di coinvolgere sei-sette nomi per firmare una canzone, cantata poi dal cosiddetto “cantautore”) e, per contro, quella di “musica d’autore”, frutto di una scrittura che rappresenta un unicum che proviene dall’anima del suo autore e interprete che poi le canzoni le tiene per sé, se le canta e se le suona, e non le cede ad altri perché non sono brani “commissionati” bensì conseguenza di necessità ed urgenza espressive, frutto di ricerca interiore che scatta quando deve palesarsi e non a comando. Ecco, infatti, che il Nostro ha inframmezzato ben nove anni tra quel capolavoro che è Idra (2009) e il successivo, altrettanto splendido, Cenere (2018).
Altra prerogativa di Locasciulli, su cui si è interrogato nella serata (ben conoscendo, peraltro, egli stesso la risposta), riguarda il perché molti musicisti di primissimo livello, sia italiani (De Gregori, Ruggeri, Fresu, Di Battista, Lolli …) che stranieri, specie gli straordinari americani della band di Tom Waits, conosciuti durante il Premio Tenco del 1987, (Greg Cohen, Joey Baron, Marc Ribot …), nel tempo abbiano desiderato collaborare con lui … anche noi sappiamo rispondere all’interrogativo: lo fanno perché Mimmo, in primis, è una grande persona!
In riferimento al concerto di Bergamo, Mimmo Locasciulli ha presentato ben diciotto brani, tra scaletta programmata e bis, sciorinando alcune perle della sua importante produzione (credo 200 canzoni scritte) qui le ha cantate con una voce, già di per sé importante, che il tempo ha arricchito di nuove nuances, e le ha accompagnate con un’esecuzione pianistica virtuosa, poderosa in alcuni episodi ma anche carezzevole negli intimi passaggi delle canzoni più profonde ed evocative.
A suo parere le canzoni di cui deve parlare nelle interviste stampa e nelle esecuzioni TV diventano merce e allora spesso ama re-interpretarle per ritrovare quel sentimento che le ha generate. In questo concerto ha messo mano a veri gioielli come Gli occhi e Un po’ di tempo ancora, dal testo bellissimo, poesia pura, che ogni volta commuove per il messaggio ottimista che porta e la cui melodiosità, almeno al sottoscritto, mette un ingestibile groppo alla gola, e che dire di Annaluna scaturita dall’incontro con l’artista svizzero Büne Huber (della band bernese Patent Ochsner).
E poi Le regole del jazz scritta con Ruggeri, perché per entrambi, pur essendo ideologicamente distanti, hanno a cuore una vita in cui le persone rispettino “le regole”. E ancora quella canzone emblematica contro la guerra scritta con De Gregori, Il suono delle campane. C’è spazio per Piano piano, cantata a voce spiegata e lo Stenway al galoppo, e via attraverso una collana di perle sino ai bis con l’attualissima Natalina altro brano epocale, meraviglioso, che Mimmo ha introdotto parlando della guerra di Bosnia mettendola in parallelo con quella attuale in Ucraina.
A chiusura di un concerto con i fiocchi, che ci ha consegnato un artista in grande spolvero, da custodire gelosamente nel nostro cuore insieme alle sue canzoni, ecco il divertissement Pixi Dixie Fixi che gli ha permesso di giocare con un pubblico attento e adorante (ma molto stonato!).
Grazie a Teatro Sant’Andrea e Chiara Garufi che hanno organizzato, grazie a Bergamo che è sempre bellissima grazie ai suoi squarci che paiono scenografie teatrali e un abbraccio a Mimmo Locasciulli per la sua musica stellare.
Scaletta:
Svegliami domattina
Aria di famiglia
Gli occhi
Siamo noi
Un po’ di tempo ancora
Confusi in un playback
Annaluna
Le regole del jazz
Povero me
Il suono delle campane
Cara Lucia
Piano piano
Benvenuta
Buona fortuna
Intorno a trentanni
Encore:
Tango dietro l’angolo
Natalina
Pixi Dixie Fixi