Michele Perruggini – Disillusion
Abeat - 2023

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Si può girare come si vuole il bel digipack, con all’interno anche un libretto, ma la parola che lo intitola risulta quasi difficile da leggere, non per la grafica, ma per come è stata disposta, come a rappresentare un distorto stato delle cose. Il titolare del disco, Michele Perruggini, nelle note di copertina esprime una disillusione generale, non chiudendo però una speranza.

“(…) Sin da bambini, per proteggerci, ci viene raccontato un mondo che non c’è. E nel frattempo la società ci nutre di ulteriori menzogne, cinismo, pensieri socialmente corretti ma eticamente e biologicamente corrotti. (…) vengono disattese aspettative e speranze, e siamo spinti ad un’esistenza frenetica, contro natura, caratterizzata da narcisismo, competizione e disuguaglianza. (…) Il dolore è profondo, indescrivibile. Guerrieri senza scelta, in silenzio, pariamo colpi proteggendo quella luce che, inevitabilmente si affievolisce”. A chiosa di una lucida e condivisibile analisi di un angosciante spaccato reale, Michele Perruggini, accenna dell’ottimismo. “Pur disillusi, perseveriamo strenuamente alla ricerca della luce, poiché questo portiamo dentro per natura, e ciò è inevitabilmente più tenace di qualunque oscurità”. 

Chi ascolta questo disco, viene condotto, dalla perseveranza e dalla tenacia, verso un limpido orizzonte alla ricerca della luce. Michele Perruggini è un rinomato batterista – compositore, nato in una terra, la Puglia, che è un’eccellenza, italiana ed internazionale, per l’incontro e l’amalgama di culture musicali, dalle tradizioni locali, alle musiche del mondo, africane, medio orientali, neroamericane. E’ rimasto sì attratto dal jazz, ma lo ha sempre armonizzato con passi, etnici, blues, rock, e altro, attraverso le innumerevoli esperienze, con formazioni varie, come accompagnatore per cantautori, e discografiche.

A suo nome si è occupato della didattica per diversi progetti in scuole pubbliche e private, ha realizzato un metodo cartaceo per lo studio della batteria, Professione Batterista, e una App per i social, Prof Drum. Disillusion è un ottimo punto di osservazione da dove si può ascoltare una parte di quell’idioma jazz dai diversi momenti, fra passi melodici e/o ritmici, attraenti per concretezza, sobrietà, elevata professionalità di tutti i musicisti. Sommati sono tredici fra, il quintetto basico, Michele Perruggini batteria, Roberto Olzer piano, Yuri Goloubev contrabbasso, Guido Bombardieri sax soprano e clarino, Gilson Silveira percussioni, ospiti vari per sezione d’archi, chitarre, accordion, e uno special guest di chiara fama, il batterista Agostino Marangolo, formano, a seconda delle esecuzioni, piccoli o medi combi.

Il musicista pugliese ci informa che, “la musica che scrivo nasce da un’emozione che prende vita attraverso il pianoforte”. Infatti, buona parte delle tredici tracce, sono aperte e in qualche caso condotte, da quello strumento, come l’iniziale ariosa, Running Away, o come l’intrigante commistione jazz rock dai rimandi prog, fra una sezione d’archi e la chitarra elettrica in, Out Of Dark. Molto bella per come è stata tratteggiata la sensazione di vedere l’alba con, I Can See The Sunrise, ad opera del quintetto basico, mentre un eccellente tocco di piano, ancora gli archi e la chitarra elettrica, descrivono ricordi in, Remembering.

Non c’è soluzione di continuità grazie ad una contagiosa musicalità che esprime una intimità anche quando le sonorità aumentano sobriamente il passo, Awakening My Mind, la Title Track, It’s To Go Home, titolo di quest’ultimo brano che estendiamo come un invito, è ora di andare a casa… ad ascoltare e riascoltare questo appagante disco.

 

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