Da tempo il Museo Diocesano di Milano, piazza Sant’Eustorgio 3, ha caratterizzato una parte della sua attività espositiva verso il campo fotografico con eventi di grande rilievo, da Robert Doisneau a Lee Jeffries, da Elliot Erwit a Livio Senigalliesi. Dal 14 novembre 2023 al 18 febbraio 2024 i locali del Museo intestato al Cardinale Carlo Maria Martini, ospiteranno un altro dei grandi nomi che hanno raccontato Milano attraverso le immagini. Immagini in bianco e nero perché parliamo dei primi anni cinquanta fino ai primi anni sessanta. Gli anni della ricostruzione, gli anni in cui torniamo ad essere noi.
Mario Di Biasi e Milano è il titolo della mostra che, per non far torto al grande fotografo di origine veneta ma milanese di adozione, espone anche scatti fatti in giro per il mondo, quelli con cui Di Biasi ha raccontato la storia del secolo scorso, dalla rivolta di Budapest allo sbarco sulla luna, dalla Siberia a New York.
Mario Di Biasi, autodidatta della fotografia, che incontra appena finito l’internamento in un campo di lavoro in Germania, è infatti uno di quei reporter del Novecento, che ha scattato ovunque e sempre. Fermi immagine che Di Biasi ci ha trasmesso in modo coinvolgente. Le sue foto sono un condensato di poesia, intuizione, creatività, curiosità. Una storia di una città, Milano, che rinasce dalle macerie della guerra e lo fa con audacia e rigore, con sacrifico calvinista e creatività mediterranea. Un viaggio che non solo offre memoria di come eravamo ma anticipa le grandi trasformazioni di una metropoli mutata nel tempo attraverso l’impegno di chi la abita. E i milanesi, quelli da tante generazioni e quelli di adozione, sono i protagonisti di questa rinascita e le foto di Di Biasi ben lo comunicano senza dimenticare che ricordare è composto, in latino, dal prefisso re davanti al sostantivo cor, cordis, cioè cuore. Ed era il cuore ove gli antichi ponevano la sede della memoria. Vedendo le foto di Mario Di Biasi e della “sua” Milano come dargli torto.