Lucinda Williams – Chiari 15 marzo 2024 – Palasport San Bernardino

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Parlare di un concerto ai giorni nostri potrebbe riassumersi così:

Milano 10 gennaio 2023 faccina perplessa, tendente al triste.

Chiari (Bs) 15 marzo faccina con uno “smile” grande come una casa.

Cos’è cambiato in quattordici mesi da lasciare sensazioni così diverse?

Beh, chi era a Milano, aldilà di recensioni entusiastiche che personalmente non ho condiviso, ma i pareri sono sempre personali, ha visto un set stoicamente portato a conclusione da un’artista fortemente provata da problemi fisici, aggravati da una forma influenzale talmente acuta da mettere in discussione la tenuta della stessa. Fu uno show sofferto e sofferente, che mise a dura prova non solo la Williams ma anche noi, che non abbiamo timore a definirci suoi fan, e che in virtù di ciò siamo pronti a passare sopra critiche e avversità. Ma questo nulla osta al fatto di poter restare perplessi di fronte a esibizioni tali.

Poi, nel corso dell’anno intercorso, è uscita la sua biografia, la splendida ed intensa Don’t tell anybody the secrets I told you, lettura magnifica ed illuminante di una vita trascorsa intensamente che è stata certamente appagante dal punto di vista delle rivincite personali nei confronti di chi non credeva in lei, ma anche per la carriera che ha saputo regalare agli ascoltatori dischi di grande valore.

E come poteva iniziare la serata se non con Ellen River che della Williams non ha mai fatto mistero di essere una fan a sua volta, e che, musicalmente, ma anche per un vissuto personale, ha molti punti in comune con l’artista americana. Ed è stata subito magia. Ellen lo scorso anno ha pubblicato un doppio CD intitolato Life che considero un gioiello. Banalmente dividendo la musica indigena da quella straniera, non ho potuto far altro che metterlo in cima alle mie preferenze di fine 2023. Per ADMR è stato un onore averla sul palco già a fine 2022 dove, sola con la sua chitarra ed una voce disarmante per bellezza, questa bellissima donna ha inondato i nostri cuori di emozioni.

E se allora fece colpo, oggi, con una band strepitosa dove spicca un gigante come Alex Valle, ma dove anche gli altri componenti non sono da meno, ci ha lasciato a bocca aperta. E’ cresciuta in maniera esponenziale Ellen, sul palco è magnetica, sensuale, ammaliante. E questo grazie alle sue canzoni ed al suo modo di interpretarle, “vivendole” con un’intensità rara. Dovremmo essere felici di avere artisti di tale specie nel nostro paese. Set breve (purtroppo!) ma bellissimo.

Cui (purtroppo numero due…) ha fatto seguito il set degli LA Edwards che già avevamo visto a Milano lo scorso anno. Purtroppo, perché a me sembrano un gruppo senza senso, musicalmente parlando, di una noia mortale, e massacratori di un pezzo come Wildflowers di Tom Petty (Dio fa solo che non debba mai sentire questa versione…) per non dire di Bruce Springsteen, massacrato alla stessa maniera da questa band. Mah, faccio fatica a trovare un solo aspetto apprezzabile nella musica, nella voce nel modo di stare sul palco di un gruppo così. Mistero, fitto almeno per quanto mi riguarda.

E torniamo a Lucinda che è meglio. Intanto, per qualche leone da tastiera, quelli che pur di far sapere al mondo che ci sono, devono commentare in negativo tutto quanto arrivi da chi si danna l’anima per portare artisti in tour, fra difficoltà, problemi, indifferenza, critiche prive di costrutto, paragoni ridicoli, diciamo che è stato un grande show, dove la Williams ha spazzato via ogni dubbio con un set perfetto, potente e toccante, una piccala trasposizione della bio di cui all’inizio. I racconti che hanno preceduto le canzoni, la band, e che band, precisa, “no frills”, efficace, sempre in bilico tra personalità pur molto differenti (Marc Ford e Doug Pettibone) eppure capaci di condurre le danze senza mai essere sopra le righe, votati semplicemente ad assecondare lei, una gigantesca Lucinda Williams (citazione del mio amico Giovanni Sottosanti che mi permetto di “rubargli”). Guardatevi il video dello show intero di Lucinda (thanks to Massimo Meregalli), e capirete meglio, per chi non c’era, cosa è stata questa serata.

Un’ultima parola mi pare doverosa per l’ADMR che da quasi trent’anni organizza concerti, e che in questi decenni ci ha permesso di sognare di essere catapultati in una qualsiasi cittadina degli States, dove shows dei musicisti che hanno fatto parte del nostro immaginario e della nostra cultura, arricchendola, sono consuetudine. Il tutto nel solco di una via tracciata dall’indimenticabile Carlo Carlini, che Franco e Maurizio Mazzotti hanno saputo dilatare nel tempo, facendoci sentire “forever young, regalandoci grandi emozioni.

 

 

 

 

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