Don Robertson – Un grande scrittore dimenticato

foto ritratto di don robertson raffigurante un uomo a metà busto
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Per raccontare chi era Don Robertson prendo spunto da quanto scritto dal suo traduttore, Nicola Manuppelli, nella sua postfazione a L’ultima stagione. “… Don nasce nell’East End di Cleveland, in Ohio, il 21 marzo 1929, e muore sempre a Cleveland, dove trascorre tutta la sua vita, settant’anni dopo, lo stesso giorno della sua nascita, il 21 marzo 1999.

Il padre era un giornalista del Cleveland Plain Dealer, e dopo aver tentato sfortunatamente la carriera nell’esercito ed essere stato rifiutato da Harvard, Robertson decise di ricalcarne i passi.

Il padre di Robertson in realtà morì quando Don era molto giovane e Robertson si ritrovò a passare spesso le estati con la famiglia della madre a Logan, che poi divenne la città sulla quale lo scrittore modellò Paradise Falls, luogo fittizio dov’è ambientata gran parte dei suoi romanzi.

Logan si trova a sud est di Columbus e ospita un cimitero, lo stesso di Paradise Falls, ed è lì che è seppellito Don.

Oltre ad essere stato giornalista, lavorò anche per una televisione locale, dove si occupò di teatro e cinema e si guadagnò una certa fama per la sua schiettezza.

Il teatro fu una delle sue tante passioni e durante una prova teatrale ebbe il suo primo attacco cardiaco, nel 1974.

I problemi di salute, d’altronde, lo tormentarono per tutta la vita: infarti, arresti cardiaci, la perdita di entrambe le gambe per via del diabete, un tumore ai polmoni. Ma questo non gli impedì mai di continuare a scrivere, e Robertson stesso si riferiva ai nove romanzi pubblicati dopo il 1974 come alle sue opere postume.

La scrittura era la sua passione. Ogni occasione era buona per aggiungere un paragrafo al libro a cui stava lavorando, mentre era in aeroporto ad aspettare un aereo, oppure prima di mangiare. Sherri (la moglie) racconta che quando era in salute si svegliava alle tre del mattino e scriveva per un paio d’ore, poi riprendeva a scrivere nel pomeriggio, quando lei era al lavoro…

Definiva la scritture una “guerra di trincea”, e per lui lo fu davvero; quando rimase paralizzato su tutto il fianco sinistro, Sherri lo aiutava a sedersi sulla sedia a rotelle e lui scriveva a macchina con una mano sola.

Adorava la musica classica e possedeva centinaia di dischi. Nella casa di fronte a quella dei Robertson, vivevano un uomo e una donna che suonavano per la Cleveland Orchestra, e tutte le sere, mentre loro provavano, Robertson si metteva sul balcone e indovinava cosa stessero suonando. Quando la coppia usciva, diceva loro il titolo del brano, e i due musicisti erano sconvolti da come riuscisse a riconoscere anche i compositori più ignoti.

Una volta, durante una presentazione, gli capitò di sentire un pezzo di Maheler e dovette interrompersi, con le lacrime agli occhi. “Dovete scusarmi”, disse, “ma non riesco a sentire Mahler senza piangere”.

Aveva una memoria incredibile e una passione sfrenata per la storia e le vite umane. Sapeva tutto sulla Guerra di Secessione e vi scrisse una trilogia. Ma era anche un uomo estremamente romantico e, come lo descrive Sherri, “spiritoso e dolcissimo”….”

Don Robertson è stato uno scrittore a lungo dimenticato, autore di diciannove libri, premiato con il Putnam Award e il Cleveland Art Prize for Literature, che visse un abbagliante successo di pubblico e critica fra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, per poi cadere nell’oblio.

Come dice Linwood Barclay, autore di thriller di successo, in una nota scritta ad hoc per l’edizione italiana de L’ultima stagione, “Amiamo i personaggi di Robertson perchè sono persone che conosciamo. Siamo noi. La sua scrittura è elegante e chiara al tempo stesso. Non cercava di abbagliare il lettore con parole edulcorate. Il suo obiettivo era semplice. Raccontare una storia. Ciò che è interessante è come questa semplicità si trasformi in qualcosa di profondo e penetrante.”

La casa editrice Nutrimenti si è data l’obiettivo di recuperare l’opera di Don Robertson e, sino ad oggi ha pubblicato sette dei suoi diciannove lavori, tutti tradotti da Nicola Manuppelli. Nel corso del 2023 dovrebbe essere pubblicato Miss Margaret Ridpath and the Dismantling of the Universe scritto nel 1977.

Sperando che questa benemerita casa editrice continui nell’ opera di divulgazione degli altri suoi lavori, di seguito inserisco qualche nota sui sette già pubblicati nell’ordine in cui li ho letti io. Non conoscevo Don Robertson e il primo suo lavoro che ho affrontato, L’ultima stagione, mi ha fatto capire di essere di fronte ad un autore di cui non si può fare a meno.

L’ultima stagione (Praise The Human Season, 1974 – Nutrimenti 2017, Pagg. 615, Euro 22,00) – “Non conosciamo questo mondo. Non abbiamo l’obbligo almeno di provarci? È giusto andarsene prima di sapere cosa si sta lasciando?” Howard Amberson ha settantaquattro anni, sua moglie due meno di lui e adesso che per loro il tempo si avvicina allo scadere, decide che devono partire per un viaggio. Lui, Anne e Sinclair, il loro gatto, in auto, senza meta, alla ricerca di ciò che in questi lunghi anni è rimasto oscuro. A bordo di una Pontiac, muovendosi per le strade del paese (e attraverso le pagine di un diario tenuto segretamente da Howard), gli Amberson ripercorrono la storia del loro amore e della loro famiglia, riportando alla luce il passato, gioie e dolori di un microcosmo nel cuore dll’America. Come dice il suo traduttore Nicola Manuppelli questo è un libro “spericolato perchè vuole raccontare il senso della vita e ci riesce pienamente.” Uno dei più bei libri che abbia mai letto. Non ci sono tante parole per spiegare questa ode all’amore. Un vortice di emozioni in un libro che ti fa pensare, ti fa ricordare e che ti fa piangere. Ci sono pagine di una bellezza inaudita.

L’uomo autentico (The Ideal, Genuin Man, 1987- Nutrimenti 2016, Pagg. 298, Euro 19,00) – Come scrive Stephen King nella sua introduzione, Don Robertson è come il caviale, o lo si ama alla follia o lo si detesta. Io adoro il caviale quindi…Robertson mi aveva affascinato con “L’ultima stagione” e con questo romanzo mi ha definitivamente conquistato. Opera brillante sulla vita americana e le attitudini degli americani in questi ultimi anni del secolo. Nella storia di Herman Marshall c’è tutta la vita, la stramaledetta vita, nuda e cruda. Nella sua ultima stagione della vita realizza con orrore di aver raccolto soltanto sconfitte e stanchezza. Ha ucciso i tedeschi in guerra, è stato piantato per anni sul sedile di un camion, ha visto un figlio soffrire le pene dell’inferno e andarsene; ora passa il tempo ad accudire la moglie malata e a bere birra insieme ad un gruppo di vecchi come lui. Decide quindi di mettere in atto il suo personale regolamento di conti, la sua disperata vendetta contro la vita, in un finale duro e feroce, che lascia senza respiro. Robertson scrive di vecchi con la loro puzza di piscio e qualche ricordo di sesso. Avventure, errori, umiliazioni, sensi di colpa e istinti brutali, ma anche momenti teneri e delicati. Scrittura vivida, rapida, scorrevole.

 

Paradise Falls (Paradise Falls, 1968)

Parte 1. Il Paradiso (Nutrimenti 2018, Pagg. 670, Euro 22,00) – 670 pagine da leggere attentamente, molto attentamente. 670 pagine per raccontare 10 anni, intorno al 1865, dopo la guerra civile, di storia degli Stati Uniti. 670 pagine piene di bene e di male, ricche di una miriade di personaggi che ruotano intorno ai due protagonisti principali e che raccontano di una cittadina del Midwest, del suo sviluppo e del suo declino morale. Paradise Falls è un piccolo villaggio nel cuore dell’Ohio, simbolo di un’America che poggia fermamente sui valori dei padri fondatori. A capo della comunità c’è Ike Underwood, l’uomo forte che ne ha forgiato carattere e istituzioni, fedele all’antica moralità e al rispetto delle tradizioni: un pilastro di cui nessuno ha mai osato mettere in discussione l’egemonia. Ma i tempi mutano, la guerra contro il Sud ha lasciato scorie, e l’apparente idillio è destinato a essere spazzato via dalla sfrenata ambizione di un giovane forestiero, Charley Wells. 670 pagine epiche scritte da un grandissimo della letteratura americana che racconta di intrighi politici, lotte intestine, sesso e violenza, costellate di personaggi e storie indimenticabili.

 

Parte 2. L’Inferno (Nutrimenti 2019, Pagg. 933, Euro 22,00) – Seconda parte (ancora più voluminosa della prima) del grande romanzo storico scritto da Robertson. Qui si va dal 1876 alla notte di capodanno tra il 1899 e il nuovo secolo. Si continua a raccontare la storia di Paradise Falls, cittadina del Midwest, che “ticchetta e sussurra, ed è una puttana, è un santo, è tutto.” Si racconta la storia dei suoi innumerevoli abitanti, di uomini e donne e delle loro vite, dei loro sogni, dei loro amori, delle paure, delle passioni e delle loro ambizioni. Ma tutto questo è una scusa per raccontare la storia degli Stati Uniti, delle divisioni del Partito Repubblicano e i tormenti di quello democratico e di un popolo che, piaccia o meno, è diventato simbolo di una civiltà. Seconda parte di un grande romanzo epico scritto da un grandissimo della letteratura americana. Fatevi i muscoli alle braccia e prendete in mano questi due mastodontici volumi, ne vale veramente la pena.

 

Julie (Julie – Nutrimenti 2019, Pagg. 222, Euro 17,00) – Un’altra splendida prova del fatto che Don Robertson è stato uno dei più grandi scrittori americani del secolo scorso. Questo Julie, inedito sino al 2019, quando viene pubblicato per la prima volta a livello mondiale dalla benemerita Nutrimenti. Attraverso gli occhi di Julie, un’aspirante pianista, Robertson racconta un pezzo di storia americana partendo dal 1938 e arrivando al 1974, passando attraverso la seconda guerra mondiale, la guerra di Corea e quella del Vietnam, l’assassinio di Kennedy, la rivoluzione sessuale e il ’68. Julie Sutton è un personaggio che compare in molti lavori di Robertson, così come molti altri presenti in questo memoir e ci racconta di un padre alcolizzato e una madre mangiatrice di uomini, del suo breve e doloroso rapporto con Morris Bird III (che sarà protagonista di una trilogia) e della sua vita in generale fatta di solitudine e amarezze. Robertson in questo romanzo riesce ad assumere uno sguardo femminile con sorprendente facilità e utilizza la sua straordinaria capacità di scrittura per portare il lettore a riflettere, sorridere e piangere. Gioiellino letterario.

 

Trilogia di Morris Bird III

Il più grande spettacolo del mondo (The Greatest Thing Since Sliced Bread, 1965 – Nutrimenti 2020, Pagg. 280, Euro 19,00) – Primo capitolo della trilogia di Morris Bird III ambientato a Cleveland, Ohio tra il 1943 e il 1944. Morris Bird III è un ragazzino di nove anni che decide di marinare la gita scolastica pomeridiana per andare a trovare un ex compagno di scuola che ha traslocato dall’altra parte della città, lasciandolo solo ed annoiato e ad interrogarsi sull’amore e l’amicizia, sull’onore e il coraggio con l’unica compagnia di una sorellina minore portata al piagnisteo. Don Robertson scrive un altro grande romanzo portando il lettore ad accompagnare Morris Bird III nel suo viaggio, affrontato alla ricerca della risposta ai suoi interrogativi e per dimostrare a se stesso ed agli altri di essere all’altezza di figure come il presidente Roosevelt o il generale Grant. Come scrive il suo bravissimo traduttore Nicola Manuppelli, Robertson è un artista di affreschi e le suo opere, una partitura meravigliosa. Romanzo fresco e scorrevole, scritto con gli occhi di un bambino, che ci riporta un po’ allo Huckleberry Finn di Mark Twain o al Giovane Holden di Salinger e a un’America da respirare a pieni polmoni.

 

La somma e il totale di questo preciso momento (The Sum and Total of Now, 1966 – Nutrimenti 2021, Pagg. 281, Euro 19,00) – Chi ama Don Robertson (e questo è uno scrittore che si fa amare) non può non amare Morris Bird III. Questo è il secondo capitolo della trilogia a lui dedicata. Siamo nell’agosto del 1948, sempre a Cleveland, e Morris Bird III ha raggiunto i tredici anni e ha iniziato ad interessarsi all’altro sesso. Non solo alle attrici del cinema, arte che lui ama alla follia, ma soprattutto a Julie Sutton, la più fantastica creatura della terra (su questo personaggio Robertson ha scritto un intero e meraviglioso romanzo, “Julie”, sempre edito da Nutrimenti nel 2019). Oltre a questo la città è in fermento perché gli Indians, la squadra locale di baseball, sono in corsa per il titolo nell’American League. Le pagine dedicate alla partita contro Chicago sono sublimi e unitamente alla descrizione di tutti i personaggi che ruotano intorno al nostro Morris Bird III, creano uno splendido affresco della società americana di quel periodo. Ma c’è una cosa che rende inquieto Morris Bird III. A Paradise Falls sua nonna sta morendo, e sua nonna è tutto per lui: è stata lei ad insegnargli che nella vita ci vuole coraggio. Ma quando hai tredici anni coraggio è una parola difficile, soprattutto quando ti rendi conto che le cose cambiano in continuazione e inesorabilmente. Ed è proprio il coraggio che gli fa intraprendere il viaggio, prima in treno e poi su un Greyhound, che da Cleveland lo porterà a Paradise Fall al capezzale della nonna morente. Don Robertson descrive ancora una volta splendidamente il mondo della provincia americana facendo emergere ampiamente tutte le tematiche razziali e le dinamiche legate alle classi sociali in un paese alle prese con forti cambiamenti in ambito economico essendo appena uscito dal conflitto mondiale. Con una scrittura leggera, ironica e, allo stesso tempo, penetrante Don Robertson ci racconta quel mondo filtrandolo attraverso gli occhi di un bambino, facendo entrare il lettore in sintonia con il protagonista e permettendogli di vivere un’esperienza emozionante.

 

Tutto quello che per poco non è successo (The Greatest Thing That Almost Happened, 1970 – Nutrimenti 2022, Pagg. 277, Euro 19,00) – “Al mondo, ci sono cose più importanti da considerare che il dolore. Una è la grazia. O chiamatela decoro. O chiamatela amore. (Perché il tuo prossimo dovrebbe star male solo perché stai male tu?) Il ragazzo arrivò a capire tutto ciò, e arrivò a capire che non serviva a spazzare via la paura. (Ê sbagliato fare star male il tuo prossimo perché stai male tu. Ê sbagliato, qualunque cosa accada). Al diavolo, lui era un eroe. Si comportò egregiamente. Conosceva la grazia.” Questo è l’incipit del terzo e ultimo capitolo della trilogia dedicata a Morris Bird III, forse il più bello dei tre, sicuramente il più intimo. Trilogia che come scrive Nicola Manuppelli nella sua nota al termine del romanzo “è soprattutto un lungo discorso sul coraggio. E sul decoro. E sull’amore, ovviamente” . Nel primo capitolo, Il più grande spettacolo del mondo, Morris Bird III ha 9 anni, nel secondo, La somma e il totale di questo preciso momento, lo si rivede nel 1948 a tredici anni e in questo lo si ritrova diciasettenne, innamorato perso di Julie Sutton. Siamo sempre a Cleveland, nel 1952, con la guerra di Corea in corso e Morris Bird III ha dei problemi; primo tra tutti la complicata relazione col padre, famoso presentatore radiofonico e televisivo, secondo ma non meno importante il fatto che quella cosa non è ancora successa con Julie, ma presto, molto presto, succederà. O quanto meno lui ci spera, “perchè tutte le cose migliori della vita sono sempre quelle che sono quasi sul punto di succedere”. In più la sua pelle ha uno strano colorito e ogni tanto si sente affaticato, ma tutto nella sua vita sembra scorrere per il verso giusto, sa percorrere le scale mobili dei grandi magazzini al contrario e sta per giocare titolare nella squadra di basket della scuola (meravigliose le pagine dedicate alla cronaca della partita). E poi, all’improvviso tutto cambia dall’oggi al domani, arriva la palla curva che non si sarebbe mai aspettato e a Morris Bird III non resta che diventare uomo, imparare il decoro, la grazie e l’amore. Don Robertson è stato un grandissimo scrittore e basterebbero le ultime pagine di questo splendido romanzo a farlo assurgere nell’Olimpo della letteratura americana. Riesce a scrivere della vita di un ragazzo di nove, di tredici e di diciassette anni con una capacità ed una naturalezza straordinaria. Attraverso la sua scrittura leggera, ironica e, allo stesso tempo, penetrante, permette al lettore di vivere un’esperienza emozionante facendolo entrare in piena sintonia col protagonista. Morris Bird III compare ancora in altri romanzi di Don Robertson tra cui lo splendido Julie, romanzo ancora inedito negli Stati Uniti e pubblicato, sempre da Nutrimenti, qualche anno fa grazie all’aiuto della moglie di Don, Sherri. Se non l’avete ancora fatto, fatevi del bene e leggete Don Robertson.

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