Kevin Connolly – Violin Sirens (1991)- first time on CD
New Shot Records - CD (2024)

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A volte ritornano!

Ho seguito Kevin Connolly sino al suo terzo pregevole disco “Little Town” (1995),  attorno a lui ci fu interesse anche per via della sua permanenza per un anno in Italia, precisamente a Marino, poi è uscito dal mio radar, galeotta certamente fu una mia distrazione e forse anche per via, per qualche anno,  di una sua assenza discografica sulla stampa di settore.

Ora, grazie alla New Shot Records, ho tra le mani questo “Violin Sirens” (1991) e mi ritrovo a scriverne desideroso di colmare la lacuna procurandomi anche i dischi successivi del singer-songwriter del Massachusetts (11 album elaborati in trent’anni di carriera) a cominciare dall’ottimo “Mistery Water” (2005) che gli fu ispirato dagli American Recordings di Rubin-iana memoria.

Precisiamo subito che Kevin Connolly ha tutte le carte in regola per essere annoverato tra i bravi songwriter: possiede una gran voce che si è mantenuta ammaliante nel tempo, una penna felice nei testi che lanciano domande lasciando  a chi ascolta l’onere delle risposte ed è abile nella costruzione di melodie, in ultima analisi è un musicista completo che nel repertorio possiede le “canzoni”, cosa non così scontata oggigiorno.

Violin Sirens fu registrato, dopo il rientro dal nostro paese, da Ducky Carlisle nell’estate del ’91 su DAT,  subito riversato e pubblicato su cassetta e oggi, per la prima volta, vede la luce in CD  grazie alla passione di Renato Bottani per l’artista e al suo fiuto per il recupero  di materiale  inedito o introvabile.

L’album consta di dodici canzoni autografe di Kevin, da lui cantate e suonate con una band  stellare in cui compaiono: la significativa chitarra elettrica e slide di un grande Steven Paul Perry, la sezione ritmica rutilante appannaggio di Tom Sheppard al basso, Frank Corby alla batteria e un intenso Jim Fitting all’armonica blues.

Non c’è un solo pezzo che non sia degno di menzione, per questo motivo vi segnalo le molte  canzoni e le esecuzioni che più mi hanno colpito ad iniziare  dall’apertura di  Give Me All Your Money, un folk rock dalla strisciante psichedelia  che potrebbe ricordare alcune cose di David Crosby (specie per via del mood generale e alcune coloriture della voce),  poi Take Me To The Sea, con la slide sugli scudi e un quasi talking blues di Kevin molto incisivo. Dancing In The Kitchen  è un notevole pezzo up tempo, in Van Morrison style, sempre con un bel lavoro di elettrica e una prova vocale notevole del giovane Kevin.

Cool River  parte con un intro soffuso di armonica di Jim Fitting (Session Americana)  e un prezioso assolo di elettrica nel corpo centrale del pezzo,  la band gira a mille sullo sfondo di un brano rock intriso di blues. Ottimo il drumming di Frank Corby. Sono cinque minuti di musica totale con il gruppo che corre al galoppo. E’ il brano migliore del disco.

Anche River Of Doubt (Still Standing) è potente e catartica,  non posso non pensare alla grande resa che deve avere dal vivo. Più in là arriva Full Moon Paradise, un bluesaccio come si conviene, con la voce di Connolly che ora pennella, ora diventa più cattiva insieme alla affascinante armonica di Jim, Grande pezzo anche questo.

Bring Back To My Love è una ballata evocativa, Morrisoniana inside, che chiude e sigilla un disco che già allora segnalava che a Marshfield era nato un songwriter da seguire con attenzione. Bello ora poterlo riascoltare nella qualità del remastering e come dice Connolly “è davvero incredibile che uno diffonda per il mondo una cassetta di musica che a distanza di oltre trent’anni ritorna da dove è partita in formato CD!!” Fatevi sotto, ne vale assolutamente la pena.

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  1. Give Me All Your Money
  2. Take Me To The Sea
  3. A Little Peace
  4. Some Say The Devil’s Dead
  5. Dancing In The Kitchen
  6. Cool River
  7. River Of Doubt (Still Standing)
  8. Climbing Up Mountains
  9. Full Moon Paradise
  10. Judgement Day
  11. Highway Boy
  12. Bring Back To My Love
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