John Hammond – Birthday Blues Bash – Live @ Sala Marna – Sesto Calende (VA) 2001
New Shot Records - CD (2024)

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John Paul Hammond, più semplicemente John Hammond Jr., staziona (sicuramente nella mia personale classifica) sul podio tra i chitarristi acustici blues bianchi, fate voi con chi e in quale posizione, certamente con lui io metterei Mike Bloomfield e Eric Clapton (quando imbraccia l’acustica) e non mi scorderei di menzionare Jorma Kaukonen. Se poi a ciò abbiniamo la sua straordinaria capacità di armonicista e la complessità e l’espressività della sua voce, allora il primo posto gli appartiene.

La sua è una lunga storia umana e artistica che parte da lontano, figlio di tanto padre,   da sempre innamorato del blues in tutte le sue declinazioni, ha suonato con tutti i grandi e per decenni è stato principalmente interprete (seppure grandissimo) di canzoni altrui, ha poi iniziato,  nel nuovo millennio, timidamente  a scrivere qualche brano proprio sotto l’incitamento della terza moglie Marla.

All’epoca di questo live John suonava 250 date all’anno, preferendo la solitudine con le sue chitarre e ogni sera  replicava il miracolo di riuscire ad incantare un pubblico adorante catturato dalla sua  magnetica presenza sul palco.

La registrazione in oggetto, effettuata con il DAT da Renato Bottani, complice quel “satanasso” di Carlo Carlini (ma quanto ci manca Carlo?!) il 12 novembre 2001 (giorno antecedente il  59esimo compleanno di Hammond)  in Sala Marna a Sesto Calende, mi vedeva presente e ciò mi crea un ulteriore moto di commozione ed entusiasmo per il privilegio di avere tra le mani un ricordo tanto prezioso dell’indimenticabile  serata. Ascoltato poi il CD, abbagliato dalla impressionante qualità, per pulizia, immagine, profondità e bilanciamento tra voce e strumenti,  resto attonito poiché rivedo e rivivo Hammond profondere e dispensare sullo strumento e verso  gli astanti la sua energia, l’eleganza e l’infinita classe, unite a quella  “pazzesca voce”, tremendamente black (che forse nessun altro bluesman bianco possedeva).

Il repertorio, a cui ha attinto per quel concerto, ha omaggiato alcuni padri del blues, tra questi, Sleepy John Estes,  Robert Johnson, Jimmy Reed, Skip James, Blind Willie McTell   ma anche e soprattutto, con 5 pezzi,  Tom Waits al quale aveva appena dedicato Wicked Grin, suo 28esimo album che conteneva 13 cover del geniaccio di Pomona.

JH parte subito con il botto affrontando  un ritmo infernale e percussivo  di chitarra, armonica in  Riding In The Moonlight, e già con la sua magica voce in Photograph Blues di Robert Johnson, porta il pubblico al diabolico crocevia, ecco poi Get Behind The Mule, il primo tributo  al Waits di Mule Variations, cover eseguita con un magistrale tocco personale. Grande interpretazione con il canto strozzato e gli arpeggi evocativi di resofonica, oltre ai  preziosi  inserti di armonica, in Hard Times di Skip James.

Altro brano forte del suo repertorio Come On In My Kitchen (R. Johnson) come pure la spezzacuori Homeless Blues (Lil’ Jackson) qui entrambe convincenti. Il fascino del cantato, quasi recitativo, fa da driver nella pacata Gun Street Girl (Waits), mentre sorprende l’interpretazione della melodiosa, commovente  Fennin Street (Tom Waits/Katheleen Brennan), a dimostrazione di quante voci e quanti suoni sia in grado di mettere in campo John nella stessa setlist. Miracoloso e pirotecnico il suo dominio dello strumento nella forsennata corsa del classicone Preaching Blues (Son House).

Infine, nella  calda chiusura di concerto, per Heartattack And Wine (Waits), a lui si aggiungono Radoslav Lorkovic (piano) e Paul Rigby (mandolino) e un violino (suonato da chi mi sfugge) a sigillo di un’esibizione da incorniciare.

Poiché ormai oggi Hammond non si esibisce più dal vivo (per scelta, vista l’età vuole giustamente godersi questi anni) questo documento, che spicca per lo straordinario mastering operato da Renato Bottani, sempre nello stile qualitativo di New Shot Records a cui ci si sta abituando forse troppo bene, diventa un CD indispensabile per tutti !! Resterete basiti dalla strepitosa esibizione di Hammond e dal suono del disco che lo equipara ad un album live  in studio.

Scaletta:

  1. Riding The Moonlight  (Chester Burnett)
  2. Phonograph Blues (Robert Johnson)
  3. Get Behind The Mule (Tom Waits/Katheleen Brennan)
  4. Drop Down Mama (SleepyJohn Estes)
  5. Hard Times (Skip James)
  6. Mother-in-Law Blues (Junior Parker)
  7. Come On In My Kitchen (Robert Johnson)
  8. Homeless Blues (Lil’ Son Jackson)
  9. Come Day Baby Blues (Sleepy John Estes)
  10. Gun Street Girl (Tom Waits)
  11. I Wish You Would (Billy Boy Arnold)
  12. Fond Love  (JImmy Reed)
  13. Fannin Street (Tom Waits/Katheleen Brennan)
  14. Walking Blues (Robert Johnson)
  15. Love Changing Blues
  16. Jockey Full Of Bourbon (Tom Waits)
  17. Preaching Blues (Son House)
  18. Heartattack And Vine (Tom Waits)
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