Jim Nichols – Blue Summer
Nutrimenti, 2022, Pagg. 283, Euro 19.00, Traduzione di Nicola Manuppelli

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Perciò ho pensato di provare a scriverlo. Non credo di avere un particolare talento letterario, ma prometto di essere qui con le migliori intenzioni. In fondo, gran parte della mia patetica vita l’ho passata con il naso fra le pagine di un libro. Spero che possa servirmi in qualche modo. Chi può dirlo? Immagino che lo scopriremo. Penso che, in ogni caso, valga la pena raccontarlo, e non vedo nessun altro che si offra volontario per farlo. Dio sa se ora non ho un sacco di tempo per cercare di elaborare il tutto, grazie al Grande Stato del Maine.
Mi chiamo Calvin Shaw. So che il nome non vi dice niente, eppure non mi stupirebbe se in qualcuno di voi facesse risuonare ancora un campanellino. In fondo, qualche titolo uscì sui giornali dell’epoca: “Musicista uccide il patrigno con la tromba”, e cose del genere.

Inizia così Blue Summer, uno dei romanzi più musicali che abbia letto negli ultimi tempi. Consiglio di leggerlo accompagnati in sottofondo da una bella playlist di musica jazz, un po’ di Miles Davis insieme a Thelonious Monk e Louis Armstrong, cose così insomma.

Calvin Shaw è un musicista fallito, ormai quarantenne ed è rinchiuso nel carcere di Bolduc nello stato del Maine. Da qui decide di raccontare la propria storia come solo lui la conosce. E lo fa seguendo le note della musica che ama.

È una storia tipicamente americana, fatta di ascese e cadute dove si racconta la provincia, la rivoluzione sessuale, l’amore, le difficoltà di una classe media sempre in bilico tra normalità e povertà, la famiglia e gli affetti, grandi barbecue e tantissimo alcol.

Jim Nichols riesce a farlo senza far cadere il protagonista in una compiaciuta indulgenza e autocommiserazione. Calvin Shaw non si arrende mai, neanche nei momenti più bui, ed è la musica che lo aiuta.

È proprio in uno di questi momenti bui che all’interno della sua triste roulotte trova nella sua cornetta le note per comporre quella melodia che a suo vedere giustifica la sua presenza terrena. È in quel momento che nasce Blue Summer, il pezzo che dà anche il titolo al romanzo.

È una storia di redenzione e Jim Nichols la racconta con uno stile dolcissimo, denso e accattivante, insegnandoci a non fuggire da noi stessi e che moltissime volte ritornare al passato significa affrontare la verità, per quanto dura essa possa essere e che se si vuole riprendere a respirare bisogna affrontare i propri fantasmi. Questa potrebbe essere una storia comune a chiunque ed è consigliata a coloro che non trovano la forza di perdonarsi.

Comunque, questa è la mia storia, per come sono riuscito a raccontarla. Probabilmente l’ho scritta come farebbe un buon musicista che non è uno scrittore, ma spero di non aver deviato troppo lungo la strada. Sono andato solo dove mi porta la forma, seguendo le note, suonando la melodia, eseguendo i riff quando è il mio turno di swingare, cercando di seguire le note là dove vogliono che vada.

Jim Nichols
È nato e cresciuto a Freeport, nel Maine. Si è interessato alla scrittura creativa mentre lavorava alla biglietteria di una compagnia aerea. Ha lavorato anche come barista, pilota, tassista, operaio, raccoglitore di arance. I suoi scritti sono apparsi in numerose riviste fra cui Esquire, Narrative, American Fiction. Ha vinto due volte il Maine Award Fiction Prize (2012 e 2021). È stato nominato più volte per il premio Pushcart.

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