Jesper Lindell – Before The Sun
2024 Gamlestans Grammofonbolag - LP/CD/DL

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Un figlio, assolutamente degno, del miglior Van Morrison. Così si potrebbe facilmente riassumere Jesper Lindell che con questo nuovo Before The Sun continua a restare sul piatto del mio giradischi ormai da una decina di giorni. La storia di questo musicista dovrebbe essere nota a chi segue le vicende musicali. Da giovane giocatore di calcio più talentuoso nella sua città natale, Ludvika, città svedese operaia a nord-ovest di Stoccolma in seguito ad un infortunio di gioco, Jesper fu costretto a trascorrere un lungo periodo su una sedia a rotelle. Suo fratello maggiore per consolarlo gli insegnò qualche accordo sulla chitarra aprendogli la porta su quello che sarebbe stato il suo futuro.

D’altronde quando un ragazzo fonda una band che si chiama King Harvest (nome tratto dal titolo di una canzone de The Band, qualche indicazione già arriva. Il nostro cresce e incontra il produttore Benkt Söderberg, padre del celebre duo di sorelle indie folk svedesi che danno vita alle First Aid Kit. Con lui prende forma il primo lavoro di Jesper Little Less Blue, con il contributo delle stesse sorelle Söderberg, Klara e Johanna, che ottiene buoni riscontri tanto da condurre Jesper a trascorrere i due anni successivi in ​​tournée, condividendo il palco con artisti americani in comeJustin Townes Earle e Andrew Combs.

Nel 2019 pubblica Everyday Dream, nato dalla collaborazione con il bassista dei Blues Pills, Zack Anderson, con un approccio decisamente Morrisoniano, tanto il singolo estratto, Whatever Happens, riscuote successo sia in patria che negli States, finendo per essere inserito in una serie intitolata The Council Of Dad. Sembra che tutto volga per il meglio, ma ecco arrivare il Covid e soprattutto una grave malattia che lo costringe in dialisi tre volte alla settimana in attesa di un trapianto che avviene grazie alla donazione del padre di Jesper, permettendogli di tornare sulle scene con un singolo Live a Light On in duetto con la meravigliosa Amy Helm. Oggi è il turno di questo bellissimo Before The Sun, il cui stile è simile a quello del predecessore, Twilights, ma con l’aggiunta dei fiati, i Brunnsvik Horns.

Ed il risultato è clamoroso. Un tempo si usava scrivere che se un disco del genere fosse uscito negli anni Settanta sarebbe stato accolto da giudizi tali da farlo assurgere a capolavoro. Beh, gli anni Settanta dello scorso secolo sono lontani, ma il concetto non cambia. Un album quando è bello è bello, e  non ci sono problemi temporali che tengano nel giudizio che ne consegue.

Questo è un lavoro che potrebbe uscire dagli studi di Muscle Shoals perché è pregno di quel sound che caratterizzava gli album registrati in quel luogo magico.  L’album prende il via con il singolo apripista One of these rainy days, una canzone che spera in giorni migliori dopo tutto il dolore e i problemi. Pezzo dall’afflato morrisoniano, ed un inizio favoloso per un viaggio che riserverà soddisfazioni in serie. La title track sembra un pezzo di The Band. Incedere classico con qualche richiamo vago a The Night They Drove Old Dixie Down, e poi l’accordion nelle mani di Rasmus Fors è un colpo al cuore.

Never Gonna Last è una grande canzone scritta durante la pandemia, quando Lindell era in dialisi e il mondo intero era sprofondato nella cupa disperazione. Good Evening è un piacevole swing che ti fa battere il piedino mentre lo ascolti con un bell’ assolo di pianoforte di Carl Lindvall A Little Light in the Dark è una ballata come quelle che si potevano ascoltare negli anni Settanta (ancora??). Un pezzo di bellezza straordinaria che potrebbe ricollegarsi a cose tipo Gilbert O’Sullivan. Però, credetemi, fa venire le lacrime agli occhi per quanto è struggente questo pezzo.

Si cambia passo con Howlin’ Incedere decisamente R&B con i fiati a farla da padroni. A Strange Goodbye torna dalle parti di The Band avvalendosi anche della partecipazione di Kassi Walazza, da molti considerata una delle musiciste emergenti del panorama musicale americano. Honesty is no excuse si apre con un suono che ci riporta in una sorta di luna park, per poi prendere forma di una ballata piacevolissima che è vincente grazie all’organo sempre nelle mani di Rasmus Fors. Ci si chiede se ci sarà un cedimento ad un certo punto. No, si resta saldamente ancoranti ad un livello di eccellenza anche in Brunnsvik con Lindell perfetto alla chitarra acustica e Jimmy Reimers all’elettrica fa il suo maledettamente bene.

La finale Do Me In è intrisa di Soul fino al midollo, e chiude un disco semplicemente memorabile. Nel suo genere probabilmente uno dei dischi più belli che potranno uscire in questo 2024.

P.s.Jesper Lindell sarà ospite, insieme a molti altri grandi artisti, alla XX edizione del Townes Van Zandt Festival a Figino Serenza (Co) il prossimo 26 maggio…..Siete avvisati.

Tracce

One Of These Rainy Days

Before The Sun

Never Gonna Last

Good Evening

A Little Light In The Dark

Howlin’

A Strange Goodbye

Honestly Is No Excuse

Brunnsvik

Do Me In

 

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