Jeb Loy Nichols – The Unites States of The Broken Hearted
One U-Sound Record - 2022 Cd

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Una carriera discografica iniziata nel 1990 insieme ai Fellow Travellers, che Robert Christagau, critico di Rolling Stone, affermò essere “i figli di Merle, Marley e Marx”, anche se in realtà il primo singolo risale a dieci anni prima con un pezzo rap intitolato I’m a Country Boy. L’ascolto a quindici anni dei Sex Pistols di God Save the Queen, e poi quello dei Ramones che, a suo dire, gli hanno cambiato completamente la vita, il periodo trascorso a Londra vivendo insieme ad Adrian Sherwood, Ari Up (The Slits), e Neneh Cherry, per arrivare al 1997 quando incide il primo album a suo nome. Dagli inizi, solo per parlare dell’attività discografica, Nichols ha inciso almeno una ventina di album, passando in rassegna vari stili senza farsi alcun problema ed in molti casi pubblicando opere di sicuro interesse.

Ma con The United States of the Broken Hearted, Jeb Loy Nichols ci regala un disco prezioso ricco di sfumature che lo accosterebbero di più a personaggi di grande livello del songwriting americano, abbandonando le sonorità country virate di soul che avevano contraddistinto alcuni dei suoi lavori recenti per dedicarsi a quella operazione che potremmo semplicemente chiamare “less is better”, con pochi strumenti ed arrangiamenti essenziali che mirano ad esaltare la sostanza delle canzoni che qui sono dodici in tutto di cui tre sono cover piuttosto celebri, e le altre nove sono tutte farina del suo sacco. Le cover sono I hate the Capitalistic System scritta da Sarah Ogan Gunning, Deportees di Woody Guthrie, e la classicissima Satisfied Mind che va detto sono rivisitate in maniera personale e piacevole dal nostro.

Tra le nove composizioni originali ci sono molti piccoli gioiellini che rendono prezioso questo disco a partire dall’iniziale Monsters On The Hill che sa tanto di Calexico grazie ai fiati che caratterizzano i passaggi di questo gran bel pezzo. Big Troubles Come In Through A Small Door è un altro dei momenti salienti del disco sempre caratterizzato dai fiati ma anche dalle deliziose pennellate di piano. Ed anche Fold Me Up spicca per bellezza non lasciando indifferenti. No Hiding Place For Me è notturna e rarefatta tanto quanto è bella. Il Calexico sound torna con la seguente What Does A Man Do All Day che si “limita” ad essere semplicemente piacevole. Ma è un attimo perché arriva la splendida title track, un gioello assoluto che qui rimanda in maniera piuttosto evidente a profumi soul alla Curtis Mayfield. I’m Just A Visitor è delicata ma nella norma, anche se il flauto la caratterizza.

I ‘ve Enjoyed as Much Of This Good Life (As I Can Take) lascia inalterato il mood dell’album mentre Looking For Some Rain è semplicemente deliziosa col suo ritmo leggermente mosso. Prodotto da Adrian Sherwood The United States of the Broken Hearted è un disco che andrebbe quanto meno ascoltato e gustato in cuffia per apprezzarne appieno tutta la sua raffinata bellezza. Non perdete quest’occasione.

Tracce

Monsters On the Hill
Big Trouble Come in Through A Small Door
Fold Me Up
I Hate the Capitalist System
No Hiding Place for Me
What Does a Man Do All Day
United States of The Broken Hearted
I’m Just a Visitor
I’ve Enjoyed as Much of This Good Life (As I Can Take)
Deportees
Looking for Some Rain
Satisfied Mind

 

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