I posti del cuore #1- Da Trapani – Mirabello di Pavia
Un posto di musica e amicizia

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I posti dove si suona musica dal vivo di qualità sono sempre meno. Man mano che passano gli anni quelli che sono stati delle icone spariscono. Chiudono per svariati motivi. Il gestore che cambia vita, il gestore che non ce la fa più economicamente, il gestore che viene colpito da problemi burocratici, ecc. ecc. Il risultato è comunque sempre lo stesso. Il locale ha CHIUSO! E noi che in quei luoghi nutrivamo le nostre anime di cose belle ci troviamo sempre più poveri. Mi è venuto quindi in mente di ricordare almeno tre di questi luoghi del cuore, Da Trapani a Mirabello di Pavia, Spaziomusica a Pavia e All’UnaetrentacinqueCirca a Cantù.

Inizio da quello che, senza voler offendere gli altri due, mi è entrato di più nel cuore e che quando ha chiuso mi ha fatto sentire veramente più povero, Da Trapani, a Mirabello di Pavia, che musicalmente era gestito da una persona speciale come Paolo Pieretto.

Su quel posto feci un piccolo libretto di mie foto scattate, dal mio mitico tavolino, agli artisti che hanno avuto la fortuna e il coraggio di suonare in quel posto.

Jimmy Ragazzon dei Mandolin’ Brothers aveva scritto l’introduzione a quel libretto:

Un Posto
Un posto dove sei tranquillo
Un posto dove conosci tutti e tutti vogliono ascoltare
Un posto dove sai che la tua passione è quella di tutti
Un posto dove anche il sudore è una bella cosa
Un posto dove puoi sbagliare qualche accordo
Un posto dove devi suonare piano
Un posto dove la musica conta ancora qualcosa
Un posto dove puoi raccontare le tue storie
Un posto per rime facili e canzoni semplici
Un piccolo posto… con una grande anima

Fabrizio Poggi, che lì ci ha suonato più volte ebbe a commentare: Su un muro del Mississippi c’è scritto: Chi non ama il blues ha un buco nell’anima. Da Trapani grazie a Paolo e alla sua grande famiglia, veri angeli della musica che tocca il cuore, questa frase, ve lo giuro, non la scriveranno mai…
 

 

 
Edward Abbiati, fondatore dei Lowlands e ora grande solista, che lì era di casa, sia come musicista, sia da spettatore, disse: Quando si entra Da Trapani, sia da spettatore che da musicista, si entra in uno spazio perfetto. Uno spazio in cui la performance musicale è al centro di tutto, ma è sorretta da un locale che rispetta la musica e da un pubblico che rispetta il locale, sostenendolo sempre, indipendentemente dalla conoscenza o meno di chi ci suona. Questo patto di fiducia reciproca rende l’atmosfera di quei concerti unica. Si suona come si suona in camera propria, o per i propri amici. Senza divisione. Si ascolta come in camera propria o con un amico. Quando si entra Da Trapani, sia da spettatore che da musicista, si entra in uno spazio in cui la muisca è qualcosa di prezioso e che ci nutre tutti. Appunto, uno spazio perfetto.

 

 
Luigi Grechi ci ha suonato una volta e questa è la sua impressione: Quando ho suonato da Trapani mi sono commosso (senza darlo a vedere) nell’osservare quanto amore per la buona musica aleggiava tra quelle pareti: un pubblico così appassionato è il miglior regalo che un artista possa ricevere…Poi, parlando con Paolo Pieretto, è uscito il nome del leggendario Folkstudio di Roma. Paolo si rammaricava di essere troppo giovane per esserci potuto essere: “Ma tu, Paolo, qui sei riuscito a creare la stessa atmosfera che io respiravo là, a quei tempi! “, gli ho detto. Mi è sembrato contento.

 

 
 

 
Paolo Pieretto poi fece questa chiusura al mio libretto: Se torno indietro con la mente ai primi concerti del Trapani, mi rendo conto che tutto ciò che io, Laura, Alberto, Cinzia e Meri (che è sempre con noi) abbiamo fatto in questi anni è stato semplicemente seguire l’energia e la passione di tutte quelle anime che di domenica in domenica hanno iniziato ad entrare sempre di più in connessione tra loro, rendendo questa piccola sala il locale che è. Ogni volta che mi affaccio a guardarlo mi sembra che ogni singola persona sia esattamente al posto in cui deve essere, e che ognuno sia indispensabile e insostituibile per creare quella sorta di magia che ogni volta misteriosamente si crea. Il Trapani siete voi che mi rendete orgoglioso di regalare a ogni musicista che viene a trovarci non semplicemente una data in calendario, ma un incontro con persone per cui vale veramente la pena scrivere canzoni. Il Trapani è un luogo in cui non esiste separazione tra artista e pubblico, non c’è un palco a creare una qualunque divisione: tutto ciò che c’è, è condivisione. Di storie, di passioni, di energia, di emozioni, di canzoni. Di anime.


 
 

 
Si, Da Trapani era veramente un posto speciale. La domenica pomeriggio sapevi che non potevi prendere altri impegni perchè “dovevi” andare lì. Manca tanto!!!
 

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