Gov’t Mule – Teatro Dal Verme – Milano-20 novembre 2023

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Government Mule – nome d’arte “Gov’t Mule”, per noi semplicemente “I Muli” !!

Quando in un week end lungo capita di assistere agli eccezionali concerti di Natalie Merchant e dei Gov’t Mule, beh, in tal caso tutte le brutture del mondo, almeno per qualche ora,  diventano un po’ meno insopportabili.

I dischi dei Gov’t sono diventati, da quasi tre decenni, parte pregiata ed integrante della discografia di ognuno di noi (sicuramente per i presenti al Dal Verme) ma addirittura quando si presentano nella versione live, Warren Haynes, Danny Louis,  Matt Abts (e l’ultimo arrivato il grande bassista Kevin Scott) sono ormai assurti al ruolo di cari amici ai quali affidare, ogni volta con fiducia e sicurezza, le nostre  stanche orecchie da vecchi geronti del rock.

Ieri sera in un affollato Teatro Dal Verme, i quattro Muli hanno sfoderato una performance da memorizzare a lungo; due set con intervallo, per due ore e quaranta minuti di musica “totale”, magnifica per intensità, varietà dei generi toccati, perfezione tecnica ma anche e soprattutto,  per tanto cuore messo nel loro essere sul palco.

I Gov’t Mule sono assimilabili ad una Jam Band rock & blues che, per il modo di affrontare i concerti, mi ricorda i Grateful Dead, infatti come facevano loro, ad ogni spettacolo cambiano oltre il 50% delle canzoni rispetto alle precedenti date, grazie ad un  repertorio che contiene lo scibile umano del rock attraverso la conoscenza di centinaia di canzoni.  Ogni live è una storia sé, a vantaggio del pubblico che ignora   quale scaletta aspettarsi ma anche a beneficio di loro stessi che suonano ogni sera con la gioia di rinnovarsi creando la sensazione di improvvisare, nonostante dietro tutto questo ben di Dio, ne siamo certi, ci siano meccanismi e prove consolidate.

Il primo set ha mostrato una band compatta, rocciosa che ha colpito il pubblico (a dire il vero all’inizio estremamente composto e in religioso ascolto, quasi assistessero ai  Pomeriggi Musicali), lo ha fatto con un gancio allo stomaco, ribadendo che poche sono le formazioni in circolazione in grado di competere con un sound tanto granitico e solo verso la fine del set, grazie ad una Grinnin’ In Your Face di Son House,  cantata a cappella da Haynes facendoci accapponare la pelle, e ad una ulteriore passeggiata nel blues con I Asked for Water (She Gave Me Gasoline)  di Howlin’ Wolf hanno lasciato presagire il secondo magistrale tempo in cui il blues ha regnato sovrano e i Mule  hanno mostrato, una volta di più, di sapersi trasformare da pietra di duro granito a liscio, lucido e carezzevole marmo di Carrara.

Unring the Bell e Endless Parade, i primi due brani del secondo set da soli valgono il biglietto se poi aggiungiamo una Sco-mule da urlo e la bellissima I Feel Like Breaking Up Somebody’s Home Tonight (Ann Peebles cover) allora siamo a posto per un anno.

C’è stato spazio anche per un paio di pregevoli interventi “in punta di piedi” di Fabio Treves all’armonica in una  piacevole Good Morning, School Girl (Sonny Boy Williamson cover) e nel primo bis Long Distance Call (Muddy Waters cover) a suggello dell’amicizia che lega il Puma di Lambrate a Warren.

Il finale, come sempre, è stato in gloria e sempre atteso dai fan con la Allmaniana Soulshine che forse potrebbe, in futuro, dare spazio a un altro brano da quel repertorio.

Ma, concludendo, perché tutta questa bellezza è possibile? Semplice, perché loro sono musicisti e professionisti straordinari. L’ingresso di nella band di Scott, la cui versatilità  ben si integra con il drumming incredibilmente vario di Abts, e insieme costituiscono un’orchestra del ritmo impagabile, mentre l’Hammond e le tastiere di Louis (e quando prende in mano la seconda chitarra quanto è bravo?!), lo rendono indispensabile perché è uno dei più grandi polistrumentisti al mondo e crea un parquet sonoro che amalgama il suono complessivo a sostegno della magica chitarra di Haynes, sia essa la Les Paul oppure la Firebird, una chitarra che non è mai fine a se stessa, non indulge in inutili soliloqui, non si ripete mai ed inventa parti di ineffabile bellezza. Alla prossima Muli, anche se si sente dire che Warren Haynes potrebbe presto tornare con un side project, raddrizziamo le antenne.

Photo per gentile concessione di: Roberto Sasso

First Set:

Bad Little Doggie

Broke Down on the Brazos

Thorazine Shuffle

Thelonius Beck

Pressure Under Fire

Peace I Need

After the Storm

Grinning in Your Face (Son House cover)

I Asked for Water (She Gave Me Gasoline) (Howlin’ Wolf cover)

Second Set:

Unring the Bell

Endless Parade

Good Morning, School Girl (Sonny Boy Williamson cover) (with Fabio Treves)

Sco-Mule

Beautifully Broken

Shake Our Way Out

I Feel Like Breaking Up Somebody’s Home Tonight (Ann Peebles cover)

Encore:

Long Distance Call (Muddy Waters cover) (with Fabio Treves)

Soulshine (The Allman Brothers Band cover)

 

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