Gloria Berloso e Ricky Mantoan – Insieme per celebrare la buona musica

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Gloria Berloso, compagna del musicista Ricky Mantoan (1945-2016), mi ha concesso questa emozionante intervista a ricordo di una collaborazione musicale intensa e di un rapporto umano straordinario.

Ricky Mantoan nel 1978 mise insieme un gruppo di telentuosi sognatori country, il “Branco Selvaggio“, gli spettacoli della band erano un vero Cosmic Country con un tocco di psichedelia. Nel 1980, dopo l’uscita del suo disco “Ricky”, iniziò a collaborare con alcuni leggendari artisti californiani: entrò in contatto e strinse una forte amicizia con il bassista Skip Battin, già dei Byrds, dei New Riders of the Purple Sage e dei Flying Burrito Bros. Tra il 1982 e il 1994 suonò in tour con Skip Battin, Chris Darrow, Greg Harris, Sneaky Pete Kleinow, Gene Parsons, John York, Roger McGuinn, rivelandosi un eccellente chitarrista e un vero magic picker sulla Pedal Steel Guitar con cui seppe creare dei fraseggi e degli accordi molto interessanti e armonici che non avrebbe ottenuto da nessuna altra chitarra.
Questi eventi sono stati registrati con relative pubblicazioni in due dischi: LIVE IN ITALY (Sneaky Pete Kleinow, Skip Battin, Ricky Mantoan, Vincenzo Rei Rosa) nel 1985 e FAMILY TREE nel 1988 con gli ex Byrds Skip Battin, John York, Ricky Mantoan e il batterista del Branco Selvaggio. Ricky era alla Pedal Steel Guitar e alla chitarra elettrica String Bender Telecaster.
Nel 1992 viene realizzato il primo album di Branco Selvaggio, “RIDERS OF THE UNIVERSE” e nel 2006 esce il nuovo album “RIDIN’ AGAIN” esclusivamente di canzoni composte da Ricky Mantoan. Nel 2013 compone il soundtrack del film “The Repairman” con la Pedal Steel Guitar e il Dobro, dal 2011 ha formato con Gloria Berloso un duo artistico. Autore, musicista polistrumentista, insegnante e cantante, suona l’arpa celtica, la chitarra acustica ed elettrica, pedal steel guitar, armonica, mandolino, bouzouki, basso, dulcimer.

Quando Ricky Mantoan è entrato a far parte della tua vita e della tua carriera musicale?
Ho conosciuto Ricky Mantoan la prima volta nel marzo del 1998 quando ho accolto con entusiasmo l’idea di un concerto con Luigi Grechi ovvero Il Bandito e il Campione, la famosa canzone portata poi al successo discografico da De Gregori. Quella serata di bella musica è rimasta memorabile ed indimenticabile così come la nostra canzone nata 13 anni dopo. Sono convinta che il tempo non esista ma quello che rimane sempre è la nostra voce, i suoni e la scrittura, essenziali per far conoscere alle generazioni presenti e future “ Because we are” (Perché noi siamo). E se il nostro essere interiore non splende come vorremmo, accettiamolo con umiltà e tanta gioia. Non dobbiamo mai disperare perché siamo su questa terra con lo scopo d’imparare e lavorare per la nostra evoluzione personale e quella degli altri.
Quando ho ritrovato Ricky dopo anni di silenzi, ci siamo immersi in lunghe telefonate notturne, riprovando il gusto della risata, quella sana che ti fa venire le lacrime agli occhi per la felicità di sentire le nostre voci che raccontano le emozioni di tante storie vissute nel nostro mondo separato dalla distanza chilometrica. Lui a Ivrea ed io a Gorizia.
In quel periodo Ricky mi ha inondato di suo materiale, musica, spartiti, registrazioni di brani inediti che trovavo la sera nella buca delle lettere al mio ritorno a casa, distrutta dalla stanchezza e dai miei ricordi di dolori appena trascorsi. La Musica per entrambi era come un rifugio, ed era forse la chiave per accedere ai nostri ripostigli segreti, luoghi dove troviamo il nostro vero essere, nudo, senza maschere e senza alibi.



Gloria nel tuo Blog (https://ilblogfolk.com/) definisci Ricky Mantoan, il chitarrista che ha cambiato il modo di suonare e fare Musica in Italia ci racconti il suo e vostro modo di fare musica?

Tutta la musica creata da Ricky Mantoan era fresca e coraggiosa perché slegata dai dettami della moda e dal filone imposto dai detentori del potere discografico. Avendo scelto la strada dell’indipendenza fin dagli anni sessanta, rifiutò contratti discografici e partecipazioni ad eventi nazionali di talenti. Ovviamente le trasmissioni radiofoniche di maggior rilievo che avrebbero dovuto costituire in teoria l’unica possibile via di diffusione, lo ignoravano. Chi invece negli anni e comunque dopo il 1980 con l’uscita dell’Album “Ricky” dove troviamo per la prima volta la Pedal Steel Guitar, probabilmente i dischi li ha cercati oppure li ha trovati ai suoi concerti. Chi conosce la sua musica, soprattutto in base alla strumentazione che usa, capisce che si discosta sempre dai modelli tradizionali.
Ricky fin dai primi istanti che l’ho incontrato mi aveva abbagliato. Poi ho capito che anche lui avrebbe sviluppato una vera passione per il mistero ed era fedele all’idea che fosse possibile un’esistenza di amore e felicità. La nostra guida interiore, che sentivamo entrambi nei momenti bui della vita, si era presentata come una sensazione forte e così fidandoci del potere di quell’inconfondibile conoscenza interiore abbiamo capito che qualcosa di molto importante doveva accadere. La vita è stata la nostra principale maestra perché abbiamo imparato a crescere grazie alle lezioni che ci ha offerto: la conoscenza avvenuta molti anni prima in mezzo alla musica, la saggezza acquisita con la maturità e l’amore. Seppur distanti fino a quel momento ma inconsapevolmente vicini fin da quando sono scesa alla stazione per raggiungerlo ad Ivrea abbiamo interpretato la vita finalmente uno accanto all’altro con la scrittura, il pensiero e canzoni molto importanti che hanno segnato la nostra gioventù.

La vostra è stata, prima di una collaborazione creativa, una bella storia d’amore, quanto questo ha influito sul vostro modo di fare musica?
Fin dall’inizio del nostro intenso rapporto di convivenza quotidiana in mezzo alla Musica, le sue chitarre, le sue e le mie canzoni, sono diventate “la nostra” musica capace di volare fino al cielo e far cadere gocce d’acqua pura sulle labbra riarse di chi soffre invano. Abbiamo cercato di dare un senso a chi siamo e perché siamo così. Noi partivamo da un sogno e ci siamo rimasti. Da questo sogno è nata la nostra canzone Dreamers dove l’atmosfera è sospesa e solenne, piena di profumi e di suggestioni remote in un corridoio oscuro che sembra non finire mai. La pedal steel guitar di Ricky compare in sordina, modulando sulle stesse tonalità delle voci corali ed accenna lentamente il tema del brano, sorretto dalle congas, qui suonate da me, che acquistano un ritmo più sostenuto in contrasto con il dolce e morbido suono della Steel. Tecnicamente abbiamo ribaltato le consuete funzioni strumentali e l’intervento finale degli altri strumenti di Ricky contribuisce non poco alla creazione di un’’atmosfera di sogno reale.
Ricky ed io abbiamo messo l’anima per realizzare quello che lui sentiva profondamente e cercava di esprimere con tutti gli strumenti. A mio parere si eleva di una buona spanna rispetto alla maggioranza dei musicisti, protèsi al facile successo con una formula collaudata, piuttosto che in direzione della musica che viene dall’Anima.
Questa è infatti musica vera, musica pura, probabilmente neppure commercializzabile.

Con molti della nostra generazione abbiamo attraversato gli anni in cui la musica aveva un ruolo importante di crescita interiore e di ricerca di una dimensione artistica particolarmente creativa, qual’è il tuo vissuto a proposito?
Nel mio lavoro, anzi meglio parlare di missione, i valori fondamentali sono l’amore ed il rispetto. La passione per la musica, il rispetto del pensiero di chi lascia ed ha lasciato traccia attraverso il messaggio della sua Musica. Ho capito soprattutto che conta molto voler raccontare, far sapere che tu esisti, facendo capire che le persone diventano un punto di riferimento attraverso una poesia, una melodia, una canzone giusta e il lavoro immenso che dedico ogni giorno affinché questo possa accadere. Io credo sempre che con la musica e dentro la musica, ci sia una magia speciale che ci fa crescere migliori. Non c’è età che tenga per chi ha il dono prezioso di suonare, creare, fantasticare tra il presente, il passato e il futuro. Nella mia povertà materiale in cui vivo per scelta da anni, c’è una ricchezza maggiore che percepisco ogni giorno con vibrazioni che arrivano dall’esterno e da dentro di me.
Nel libro del sogno d’amore, tutte le pagine sono i miei giorni, e tutte le mie luci invecchiano con me. Essere ancora qui a dividere emozioni è un dono ed ogni emozione deve essere coltivata per riavere la forza di andare avanti. Nella vita non si amano solo degli idoli ma è necessario amare le cose belle, tutta la musica creata con storie proprie vissute anche all’ombra del successo.
Chi conosce ancora l’importanza di un fiore e dei nostri sorrisi, chi ama i prati, i papaveri, le margherite, le stelle e la luna, chi ama correre contro il tempo e sogna sempre pensando all’amore comprende che le canzoni sono state pensate per la gente che ama, e le canzoni dell’odio per chi non potrà mai capirlo. Ho passato la mia vita a cercare tutto ciò che è ancora non cantato.

Perché noi siamo
Tu suoni la tua chitarra mentre cerchi i miei occhi
io giro il mio viso dall’altra parte
penso che cerchi un altro sguardo
ma intorno a me non c’è nessuno
solo fumo, solo musica e ci sei tu
ti guardo, sento le corde che entrano
capisco che siamo solo noi
penso ad uno scherzo
tu continui a pizzicare le corde mentre cerchi i miei occhi
si è vero, è la nostra serata
siamo in tre, io, te e la musica che ci avvicina
amo questa magia e mi piace il tuo suono
non siamo poeti, non siamo cantanti, non siamo amanti
noi siamo un pezzo di vita sbrindellata
un po’ artisti, quelli della strada
che catturano chi crede nella solitudine
e a loro rubiamo l’anima per poi restituirla
con la purezza che ci fa vivere così
perché noi siamo

Gloria Berloso nasce a Gorizia il 17 dicembre 1955. Fin dalla culla ascolta musica jazz e americana dai dischi del padre. La sua maggiore influenza è lo stile, la voce e la storia di Billie Holiday. Tra il 1965 e il 1975, la musica Rock ha un ruolo importantissimo per la sua formazione ma soprattutto diventa uno stimolo ad ascoltare e collezionare i dischi più rari. Agli inizi degli anni novanta per pura passione scopre la predisposizione di stare in mezzo ai musicisti, organizza concerti, approfondisce la conoscenza della Musica Folk, in particolare quella americana.
In un concerto da lei organizzato, incontra il chitarrista di fama mondiale, Ricky Mantoan, tra di loro nel 2011 si consolida un rapporto artistico importante tanto che la porta a trasferirsi in Piemonte per costruire un futuro artistico che porterà alla registrazione di molto materiale fondendo le loro maggiori influenze.
Ricky Mantoan le insegna a suonare la chitarra, l’arpa e l’autoharp e gli elementi principali per l’uso della voce.
Gloria Berloso promuove tuttora la musica con concerti, video, dischi, articoli, saggi, recensioni, libri e promozioni sin dal 1984.
Nel 2017 ha pubblicato il libro dedicato a Ricky e il disco Because We Are, nel 2018 ha pubblicato il libro La cultura musicale – Cento anni di storia, lo stile e le sue espressioni.

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