Gianrico Carofiglio – Ad occhi chiusi
Sellerio editore Palermo, 2003, Pagg. 253, Euro 12.00

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Non c’è nessuno che smette di fumare.
Si sospende, al massimo. Per giorni. O per mesi; o per anni. Ma nessuno smette. La sigaretta è sempre lì, in agguato. Qualche volta salta fuori nel bel mezzo di un sogno, magari cinque, o dieci anni dopo aver «smesso».
Allora senti il contatto delle dita sulla carta; senti il leggero, sordo, rassicurante rumore che fa quando la batti sul piano della scrivania; senti il contatto delle labbra sul filtro ocra; senti lo scratch del fiammifero e vedi la fiamma gialla, con la base azzurra.
Senti addirittura la botta nei polmoni, e vedi il fumo che si diffonde fra le carte, i libri, la tazzina di caffè.
È allora che ti svegli. E pensi che una sigaretta, una sola non può fare nessuna differenza. Che te la potresti accendere, perché hai sempre quel pacchetto di emergenza chiuso nel cassetto della scrivania, o da qualche altra parte. E poi, naturalmente, ti dici che non funziona così; che se ne accendi una ne accenderai un’altra, e poi un’altra eccetera, eccetera. A volte funziona; altre volte no. Comunque vada, in quei momenti capisci che l’espressione “smettere di fumare” è un concetto astratto. La realtà è diversa.
E poi ci sono occasioni più concrete dei sogni. Gli incubi, per esempio.

Inizia così il secondo capitolo delle storie con protagonista l’avvocato barese Guido Guerrieri, mezzo idealista, mezzo eroe ma ricco di contraddizioni e, ovviamente, con un animo tormentato.

Nelle giornate dell’avvocato, ogni tanto arriva una pratica di quelle che non portano né soldi né gloria, ma tanti nuovi nemici. Ovviamente lui non riesce a rifiutarla perché una specie di molla gli scatta dentro.

In questo caso la pratica gliela porta una giovane donna, vittima di maltrattamenti, che ha avuto il coraggio di denunciare il suo persecutore. Ma questi è il figlio di un personaggio molto potente e nessun avvocato vuole rappresentare la donna per timore delle ripercussioni. Ovviamente Guerrieri accetta e non si tira indietro.

In questo romanzo Carofiglio affronta argomenti molto forti che toccano da vicino l’universo femminile. La violenza fisica e psicologica ci vengono raccontate anche dal punto di vista processuale in cui, molto spesso, la vittima viene trattata come una pazza e una visionaria. Tutto questo viene raccontato con un giusto equilibrio tra terminologia tecnico processuale, suspense e introspezione, rendendo tutto molto comprensibile anche a chi avvocato non è.

Per Guerrieri la giustizia deve fare sempre il suo corso e anche in questo caso, affrontando i suoi mostri interiori, si vede costretto a prendere decisioni difficili tra processi altisonanti, personaggi verosimili e ben delineati, interrogatori di testimoni e travagliate vicende private arrivando ad un finale che non fa sconti, a nessuno, lettore compreso.

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