Ellen River – Life
Autoprodotto, 2023

Ellen River, Life, 2023
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Immagino che quel momento in cui decidi che il prossimo album lo farai doppio e che gli darai per titolo nientedimeno che “Vita”, non dev’essere un momento qualunque della tua storia. Deve essere uno di quei momenti in cui hai troppe cose importanti da raccontare e senti l’urgenza di dirle ora, e di dirle tutte.
Da quel poco che Ellen River (che è di Modena e ha inciso due album prima di questo) ci svela nelle note, si capisce che dietro Life c’è una storia: ci sono fatiche e ci sono persone che le hanno condivise, ci sono le prove superate e quelle da cui si esce con la schiena spezzata, ci sono angosce e c’è l’amore che le consola.

Quello che viene da pensare a mano a mano che si susseguono le tracce del cd è che ci vogliono spalle forti e maturità artistica per decidere, senza sentir tremare i polsi, di prendere quel momento della tua vita e farne ben ventisette canzoni da affidare al pubblico. E ci vogliono lucidità creativa, equilibrio e consapevolezza per maneggiare un oggetto così ambizioso, quell’ora e mezza di musica insieme a quella mole di parole (e di emozioni vissute, a monte di tutto) senza perdere la misura e senza rischiare di essere ridondanti.
In questo senso un album come Life non lo avrebbe saputo fare chiunque. Non era alla portata di tutti realizzare un affresco così imponente senza una nota che fosse di troppo, senza un suono o una parola fuori posto, senza discontinuità di ispirazione.

Per dirla in poche parole, Life è un album molto bello.
Per dirla in modo un po’ meno sbrigativo, credo che tre siano gli elementi che ne fanno un disco riuscito in cui, per quanto abbondante, tutto si tiene senza sbavature.

La prima ragione è che Ellen River ha una gran voce.
Fai partire il cd e trovi Blues For G, con Ellen nella sua versione più blues e pensi che se fosse tutto lì ci sarebbe già tutto quello che serve. E invece poi vai avanti e c’è tanto altro. Se proprio bisogna giocare a “chi mi ricorda?”, ci puoi trovare Lucinda Williams o Carly Simon o, con tutte le differenze timbriche, persino Joni Mitchell a seconda dei momenti, della cornice e del grado di elettricità. Ma è davvero poco importante: il punto è che quella di Ellen River è una voce davvero generosa e molto personale. Una voce che può essere dolore, rabbia, gioia, sollievo, lutto, tenerezza, amore, rimpianto, e che ha sempre un registro per ciascuna emozione, per ciascun sentimento, per ciascuna condizione dell’anima.

La seconda ragione è che la scrittura è sempre nitida. È una scrittura precisa e coinvolgente che sa governare le parole e le note muovendosi in un territorio amplissimo fra il blues, il folk e il rock and roll. Ellen scrive canzoni che parlano al di là di quello che dicono, che ti portano dentro temi universali raccontando storie piccole, personali.
Sa scrivere i versi di cui ha bisogno una voce come la sua, e ha una voce che pare fatta apposta per le cose che scrive.

La terza ragione è che può contare sul suono caldo di una band che in un certo senso “canta” insieme a lei, piange, gioisce con lei ed è davvero parte delle sue canzoni. Boris Casadei suona le chitarre, Rodolfo Valdifiori il basso, Diego Sapignoli la batteria e le percussioni, Stefano Zambardino il piano e la fisarmonica, Marco Maccari il banjo, Enrico Giannini l’Hammond, Alex Valle la pedal steel, Enrico Guerzoni il violoncello, Luca Falasca il violino, Gianluca Morelli produce insieme a Ellen.
Rispetto ai Rocking Chairs che animavano l’album di qualche anno fa (loro, sì), stavolta il suono è più essenziale e pare più cucito addosso alla voce di Ellen. Forse meno potente e strutturato di quello di una band storica, ma proprio per questo è un suono che promette di crescere insieme all’autrice e alle canzoni.

Ora immagino che questo sia il punto della recensione in cui dovrei indicare i brani che secondo me rappresentano i picchi dell’album. Posto che fra mille cose belle si rintracciano gioielli assoluti di songwriting, se mi domandate ora quali siano i miei preferiti vi rispondo Better Than Me, Electroshock, Would You? o Still Learning. Ma ventisette canzoni sono un lungo tratto di strada: non è escluso che al giro successivo venga voglia di fermarsi in posti diversi.

A margine, credo sia utile informarvi che una via immediata per trovare la musica di Ellen River, ascoltarla e portarla nei vostri lettori supportando l’artista in modo fattivo, è Bandcamp (anche se cospicue energie sono state investite sul digipack e sul libretto interno, che con le immagini e i testi completano nel modo migliore questa collezione di momenti di vita).

Tracce

CD 1
Blues For G
Better Than Me
The Wheel
Renata
Double Trouble
Life
My Feet
Resonance
I See
Nobody Answers
Elettroshock
Make It Right
Waiting
Farewell Witch’s Cat

CD 2
This Time Around
Just A Bad Dream
Let’s Go
Would You?
Bubbles
Out Of The Storm
Lucy
Still Learning
Once Again
Pirates Routes
Inside A Picture
I’m Ready
Gonna Sleep With My Dreams

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