Eddie Hinton – Live Smokin’ Soul
New Shot Records - 2023

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Eddie Hinton! Iniziamo ringraziando quattro persone. Lui per quello che ha lasciato nella musica; Graziano Uliani che lo ha portato al Porretta Soul Festival nel 1991, e che in seguito pubblicò il concerto in cd, intitolato, ”Live In Porretta”, con un numero limitato di copie; Renato Bottani & Marco Melzi che ora, sempre in cd, lo hanno ripubblicato con il titolo, “Live Smokin’ Soul”, per la loro etichetta New Shot Records.

L’avvenimento ci dà l’occasione di tornare su uno dei più iconici autori/musicisti della musica nera e non solo. Al Porretta Soul Festival sono intervenuti tantissimi artisti/e, che hanno fatto la storia del soul e del rhythm&blues. Elencare qui i nomi sarebbe una impresa, oggi ci sono i canali social che aiutano. Permetteteci però di citarne due la cui presenza rimane negli annali come una delle più forti emotivamente, e per la unicità dell’evento, James Carr e Eddie Hinton. Ripetiamo, i canali social, in questo caso per i live, aiutano, ma certo che averli visti e sentiti dal vivo è tutt’altra storia. Edward Craig Hinton nacque nel 1944 a Jacksonville (Florida), una località che non si trova quasi mai sulla mappa delle città musicali, eppure nei primi mesi del 1969 Duane Allman formò la leggendaria, Allman Brothers Band, nel 1947 nacque il batterista della band, Butch Trucks, trentadue anni dopo nacque suo nipote Derek Trucks, ed anche JJ Grey.

Hinton però non si formò musicalmente in quella città, perché all’età di cinque anni si trasferì con la madre a Tuscaloosa in Alabama, dove una volta adulto abbandonò l’Università perché come disse a sua madre, “so già cosa voglio fare e non ho bisogno di titoli di studio per suonare e cantare”. Forma la sua prima band, i Five Minutes o Five Men-Its, ed inizia con il blues e il rock’n’roll dal suono grezzo come si conviene. La sua passione per la musica era talmente forte che volle metterla a disposizione per altri musicisti, e fu così che si spostò a Muscle Shoals, un luogo che prende il nome dalla suddetta cittadina, nota per i molluschi (mussels) e per le secche (shoals) del fiume Tennessee. L’area era formata da altre tre cittadine, Sheffield, Tuscumbia e Florence, in quest’ultima sul finire degli anni cinquanta Rick Hall, Billy Sherril e Tom Stafford diedero vita alla leggendaria Fame (Florence Alabama Music Enterprise), etichetta discografica e studio di registrazione, con alle dipendenze ottimi turnisti come: Jimmy Johnson, Chips Moman, David Hood, Roger Hawkins ed altri, i quali nel 1969 si misero in proprio per aprire in una ex fabbrica di bare, i Muscle Shoals Sound Studios, un’altra mecca per le registrazioni, anche per musicisti bianchi, i Rolling Stones per “Sticky Fingers”, Tony Joe White, Bob Seger, Leon Russell, Willie Nelson e altri.

In quella magica zona c’erano anche i Quinvy studio di Quin Ivy, dove Eddie Hinton insieme al chitarrista Marlin Greene, iniziò a scrivere e produrre una parte fondamentale di quello stile chiamato, country soul o southern soul, responsabili anche dell’avvio della carriera di Percy Sledge a cui affidarono, “Cover Me” e “It’s All Wrong But it’s Alright”. Siamo nella metà degli anni sessanta e, se fra le mura degli studi di registrazione di Muscle Shoals, la collaborazione fra musicisti neri e bianchi era una bellissima realtà, fuori purtroppo lo Stato dell’Alabama “bruciava” per gli ignobili atti di razzismo, da parte di persone bianche che, camuffate o no, attuavano follie disumane. Citiamo tre dei tanti esempi di quegli anni drammatici. L’episodio di Rosa Parks a Montgomery e quello che ne è seguito, La marcia di Selma capeggiata da Martin Luther King, diventato un film, “Selma – La strada per la libertà”, e lo struggente strumentale di John ColtraneAlabama”, in risposta all’attentato avvenuto all’interno di una chiesa battista a Birmingham dove rimasero uccise quattro bambine. Hinton intanto diventava sempre piùuno degli autori più richiesti, se ne accorse anche il noto produttore dell’Atlantic, Jerry Wexler per Dusty Springfield. Nel frattempo lavorava anche come chitarrista per altri, anche in coppia con il suo caro amico Duane Allman, il quale chiederà a Hinton di far parte dell’Allman Brothers Band, invito che declinerà per continuare a comporre e suonare per gli altri, Staple Singers, Aretha Franklin, Joe Tex, Bobby Womack, Johnny Taylor, The Box Tops, John Hammond, Bonnie Bramlett, ecc, ecc.

In seguito problemi di dipendenze da alcol e droghe lo allontaneranno dalla Muscle Shoals Rhythm Section e dalla musica, facendo ritorno negli anni settanta, con ancor maggior talento e una intensità espressiva di disarmate naturalezza fra soul e blues, con un canto dalla voce roca, drammatica, vera, tanto da essere definito l’Otis Redding bianco (dopo la morte di Otis, la moglie Zelma gli chiese di diventare l’insegnante di chitarra dei suoi figli). Come solista ufficialmente ha inciso quattro dischi e il capolavoro assoluto è “Very Extremely Dangerous” (1978) che, purtroppo causa il fallimento della Capricorn Records e dunque una mancata promozione/distribuzione, gli provocherà di nuovo problemi di dipendenza. Successivamente il disco è stato pubblicato tre volte in cd, 1997, 2009, 2016. Discograficamente tornerà negli anni ottanta con l’ottimo “Letter From Mississippi” a cui faranno seguito, “Cry And Moan” e “Very Blue Highway”. Buona parte della sua carriera solista è stata ricostruita dalla Zane Records con quattro imperdibili antologie. Patterson Hood dei Drive By Trucker e figlio di David Hood (bassista ai Muscle Shoals e amico di Hinton), ha dichiarato che il suo disco preferito di Hinton è, “Dear Y All” una delle suddette quattro antologie, fra le quali segnaliamo anche “Playn’ Around – The Songwriting Session vol.2” dove ci sono due pezzi registrati dal vivo al Porretta Soul Festival nel 1991, “The Well Of Love” e “Mr. Pitiful”, ora riascoltabili in “Live Smokin’ Soul” che, come  riportato nel retro di copertina, “His one and only live performance outside the South of U.S.A.”, rimesso in circolazione dalla New Shot Records.

I musicisti che lo hanno accompagnato sono delle eccellenze della musica nera, componenti della ex house band, Memphis All Star R&B Band: Michael Toles chitarra, Marvel Thomas piano (figlio di Rufus Thomas), Michael Allen organo, Lannie McMillan sax, Kenneth Jackson tromba, Dywane Thomas basso, Steve Potts batteria. Sono solo sei pezzi più l’intervista fatta dal presentatore Rick Hutton. Il concerto gronda di r&b e soul, e quella emozione che ogni volta ci cattura quando si ascoltano i suoi dischi è anche qui. Hinton parte carico con quella sua voce nera, “It’s Alright” e “Ting-A-Ling-Lang”, da “Letter From Mississippi”, tanto sudore r&b il primo, un tempo medio il secondo. Ecco infilare tre pezzi da “Cry And Moan”, una delle sue magnifiche ballate, “Come On Baby Lee”, i trascinanti “(I Got To) Testify”, “The Well Of Love”, e come si può rimanere seduti con “Mr. Pitiful”.

E’ un documento storico ed imperdibile!

Eddie Hinton è morto il 28 Luglio del 1995. Su di lui esistono anche: un documentario, “Dangerous Highway” (titolo di un suo pezzo), con voce narrante di Robert Cray; un cd, “Cover Me – the Eddie Hinton Songbook”, con ventitré artisti neri e bianchi che fra il 1969 e il 1980, hanno inciso almeno un suo pezzo; un cd “We Got It” (altro suo pezzo), del chitarrista texano Jimmy Tackery & The Drivers, il quale ha ripreso 11 pezzi.

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