Don Robertson – Miss Margaret Ridpath e lo smantellamento dell’universo
Nutrimenti, 2023, Pagg. 538, Euro 22.00, Traduzione di Nicola Manuppelli

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Mi sono innamorato di Don Robertson qualche anno fa imbattendomi per caso ne L’ultima stagione (Nutrimenti 2017), libro che, per la sua bellezza, mi ha devastato. Da quel momento ho cercato qualsiasi cosa fosse stato pubblicato di questo grandissimo e misconosciuto autore. Ho recuperato L’uomo autentico (Nutrimenti 2016) uscito un anno prima e poi ho seguito tutte le pubblicazioni della benemerita Nutrimenti che, di anno in anno, sta portando al pubblico italiano tutte le opere di Robertson.

Tutte sono tradotte in modo magistrale da Nicola Manupelli che in un video girato per Rai cultura paragona per due motivi, e a ragione, Robertson a Raffaello Sanzio: il primo è quello di saper disegnare mirabili affreschi con le sue parole, il secondo perché anche lui è nato e morto nello stesso giorno dell’anno. Questa nona pubblicazione (speriamo ce ne siano altre visto che il nostro ha scritto 18 romanzi) è quella che l’autore stesso ha amato di più.

Questo è l’incipit di Miss Margaret Ridpath e lo smantellamento dell’universo (titolo meraviglioso):

Sono sensibili, e non sono illeterati, e non sono privi di una certa opinione provinciale di ciò che il mondo considera un comportamento sofisticato, ma ciò nonostante trascorrono occasionalmente un sabato sera a bere birra e mangiare formaggio limburger nella cucina bianca e spaziosa dei Saddler. Sono in tre: Pete Saddler; sua moglie, Sarah; il cognato, George Prout. Discutono spesso della signorina Margaret Ridpath, che era la sorella di Sarah Saddler. Discutono della morte della signorina Ridpath… o meglio, del modo in cui è morta. Deglutiscono e sgranocchiano, e le loro conversazioni sono solenni, ed è come se cercassero un modo per non incolpare sé stessi. Bevono forse cinque o sei lattine di Rolling Rock a testa, e iniziano a biascicare un po’ e a fare confusione, ma sanno che si stanno scheggiando le unghie contro la superficie di qualcosa di orribile e per sempre impenetrabile.

Anche questo romanzo è ambientato nella cittadina immaginaria di Paradise Falls in Ohio e anche in questo romanzo il lettore viene portato ad affacciarsi alla finestra di casa propria per vedere scorrere davanti ai suoi occhi la vita di tutti i meravigliosi personaggi che quel gran maestro di Don Robertson fa muovere come potrebbe fare un sapiente marionettista.

La protagonista principale è Miss Margaret Ridpath, nata nel 1911 da un veterinario e da una casalinga; ha un fratello maggiore che sarà “il primo uomo di Paradise Falls a morire nella Seconda guerra mondiale” e due sorelle minori che si sposeranno felicemente; lavora come contabile e nei week-end diventa una campionessa di bridge; per quarant’anni vergine, poi per ventitré amante di due uomini; presbiteriana, presbite e astemia, Miss Margaret pensa di essere fatta di carta stagnola e si sente totalmente fuori luogo in un mondo pieno di persone di ferro. È una donna piena di paure, timida e impaurita da ciò che la circonda, ma è anche una donna affascinante, combattiva e intelligente.

Raccontando la vita di questa eroina, della sua famiglia, delle badanti di sua madre e di altri ancora, Robertson racconta in modo mirabile la storia americana nel corso di gran parte del ‘900 sino al 1974, dalla grande depressione alla caduta di Richard Nixon a seguito dello scandalo Watergate. In modo epico Robertson ritrae come in un affresco intere famiglie nella difficoltà di interpretare i tempi che cambiano e dipinge con particolare arguzia in parecchie pagine anche il mondo degli hippies strafatti e ubriachi, vittime di fanatismi irrazionali, di rapporti incestuosi, droga, promiscuità, violenza e follia.

Attraverso il racconto di frammenti della vita di Miss Margaret Ridpath, Robertson crea un’eroina indimenticabile, travolta dalla marea dei propri desideri e dai tempestosi cambiamenti del nostro tempo e dispiega il magico, il misterioso, tutta la sensualità, le passioni, la comicità e la tragedia delle vite comuni in un affresco che è un inno ostinato e profondo alla vita, e un atto di resistenza contro chi vuole “smantellarla”.

Non ci vogliono certo le Tavole della Legge per capire che una vita umana è semplicemente un accumulo di prove. Né occorre essere una sorta di colosso intellettuale per comprendere intersezioni, collisioni, sequenze, atteggiamenti, incidenti, reazioni e coincidenze. Ovunque ci sono storie – e queste o si intrecciano o si scontrano – ma non è mai sufficiente esaminare una sola storia. Le altre storie si intromettono sempre; fanno parte delle prove accumulate che definiscono la vita umana originariamente indagata. In altre parole, nessuna Margaret Ridpath esiste davvero senza la conoscenza di Wanda Ripple. E Pauline Jones. E Inez Ridpath. Se loro non fossero state ciò che erano, lei non sarebbe stata ciò che era.

Alla fine di ogni romanzo di Don Robertson si rimane incantati, senza parole, stupefatti e per molto tempo dopo aver finito l’ultima pagina si continua a vivere a fianco dei vari personaggi e nella loro ambientazione.

Don Robertson (Cleveland, 1929-1989) è stato autore di diciotto romanzi e ha goduto a lungo di un grande successo negli Stati Uniti. All’attività di scrittore, per la quale ricevette il Putnam Award e il Cleveland Arts Prize for Literature, ha sempre affiancato il lavoro di giornalista. Con il tempo si è allontanato dall’ambiente letterario, anche a causa di gravi problemi di salute, fino a venirne dimenticato.
Nutrimenti ha iniziato la riscoperta della sua opera pubblicando L’uomo autentico (2016), con l’introduzione di Stephen King, a cui sono seguiti L’ultima stagione (2017), Paradise Falls, Il paradiso (2018) e Paradise Falls, L’inferno (2019, Julie (2019), Il più grande spettacolo del mondo (2020), La somma e il totale di questo preciso momento (2021), Tutto quello che per poco non è successo (2022).

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