Dentro le canzoni #4 – Willie Nelson – Red Headed Stranger
Da Red Headed Stranger (1975)

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Willie, il rosso di capelli era il predicatore del villaggio, dava buoni consigli a tutti e ammoniva a vivere una vita ispirata a sani principi morali. Amava la sua donna e perse completamente la testa quando lei lo lasciò per un altro uomo. Incapace di accettare la nuova situazione, Willie parte alla loro ricerca e quando finalmente li trova abbracciati in una taverna uccide entrambi a sangue freddo e da quel momento diventa un uomo in fuga. Con il cuore pesante e una tempesta di pensieri nella testa monta in groppa al suo stallone nero e fiancheggiato dal baio su cui la donna che era stata sua moglie cavalcava nelle foreste del Montana, scende in città. Un forestiero con due cavalli al seguito non può non destare la curiosità di chi incontra al suo passaggio. Una donna bionda lo scruta dalla sua finestra e si offre di fargli compagnia. Willie ha altro per la testa ma alla fine la invita a scendere e si appartano in un angolo del saloon; le offre da bere e del denaro ma non approfitta della disponibilità della donna che è molto attratta dal baio al punto che usciti dal saloon ne afferra le redini e cerca di montargli in groppa. La reazione di Willie è violentissima, estrae la pistola dal fodero e le spara uccidendola sul colpo. Un lampo improvviso aveva accecato la sua mente e gli aveva fatto credere che la donna volesse rubargli il cavallo che era stato della sua adorata moglie.

In una notte illuminata da diecimila stelle Willie arriva a Denver dove nessuno si preoccupa di te e ti giudica per lo sguardo dei tuoi occhi. E’ in questa città del Colorado che incontra un’altra donna, forse potrebbero essere quella giusta per dimenticare il passato ma la sua volontà è quella di redimersi e riprende la strada di casa con i suoi due cavalli. Adesso Willie è un vecchio pacificato e siede sulla riva del fiume sotto l’ombra di una grande quercia a raccontare la sua storia al ragazzo e alla donna che lo amano teneramente .

I divorzi, le dispute legali con il fisco, il succedersi delle morti di amici musicisti, sembra non abbiano scalfito la tempra di Willie Nelson, nato nel lontano 1933 in una fattoria di Abbott nel Texas. Con un po’ di malizia, ci si potrebbe chiedere se questa resistenza sia dovuta alla marijuana che consuma regolarmente da una vita ma andiamo oltre. Chitarrista e precoce compositore, scrive diverse canzoni per altri fino al 1964 quando debutta in proprio al Grand Ole Opry, il sacro tempio della musica country più tradizionale. Le fotografie del tempo ce lo presentano vestito secondo i canoni estetici di Nashville: capelli corti, giacca e cravatta e melodie su arie con violino e chitarra.

Il concept album RED HEADED STRANGER pubblicato nel 1975 è il diciottesimo della discografia di Willie Nelson con il quale trova la sua identità e il primo che lo mette in evidenza tra i molti musicisti che come lui si aggiravano nelle sale di registrazione e negli uffici delle case di edizioni musicali di Nashville alla ricerca del contratto che poteva cambiare la vita. Tenace, Willie Nelson riesce finalmente a firmare un contratto con la prestigiosa Columbia Records che gli concede piena libertà artistica e realizza un album in stile western rock che raggiunge il numero uno della classifica Billboard Top Country Albums.

Il suo look cambia e spuntano le trecce, la bandana e la vecchia chitarra acustica Trigger. Nell’ album si ritrovano alcuni dei temi ricorrenti della country music come il tradimento, la vendetta, il rifugiarsi on the road per sfuggire alla legge e finalmente il ritorno a casa, alla tranquillità degli affetti. Il successo commerciale di RED HEADED STRANGER aprirà la strada al movimento Outlaw country che si proponeva di offrire a un pubblico nuovo delle canzoni con testi più in linea con la controcultura giovanile in atto dalla fine degli anni ’60 e musicalmente più moderne. Alle chitarre acustiche e ai violini del country tradizionale, gli Outlaws affiancavano pedal steel guitar e ritmi soft rock.

WANTED! THE OUTLAWS del 1976, è stato l’album manifesto del movimento e sulla copertina che richiama le locandine usate ai tempi del leggendario West per mostrare i volti dei ricercati, sono raffigurati i quattro Outlaws. Tompall Glaser insieme ai due fratelli era stato uno dei primi a proporre le sue composizioni in modo nuovo e come tutti i pionieri andò incontro a critiche e ostracismi. Sino ad allora il solo Waylon Jennings era stato il più noto artista della scena Progressive Country ma ha dovuto lottare parecchi anni prima di essere accettato come un rispettabile singer/songwriter. Lui e Jessi Colter, conosciuta anche come Mrs. Jennings per la loro vicinanza artistica, erano autenticamente in anticipo sulle mode del loro tempo. Racconta Waylon Jennings nella sua biografia: “ Per noi essere outlaw/fuorilegge ha significato combattere per i nostri diritti, il nostro personale modo di fare le cose, sembrava una musica diversa e fuorilegge era l’aggettivo più appropriato per descriverla “. Il quarto asso della locandina è Willie Nelson che nell’album propone YESTERDAY’S WINE uno dei brani migliori della sua sconfinata produzione.

Nel 1978 all’apice dell’Outlaw country, Willie Nelson compie uno dei cambiamenti più rischiosi della sua carriera. Mette da parte brani country e folk per registrare STARDUST, una raccolta di canzoni popolari che aveva ascoltato alla radio quando, ancora bambino, viveva nella fattoria con i nonni. Non è del tutto corretto dire che dimentica il country e il folk dal momento che le sue reinterpretazioni di classici come GEORGIA IN MY MIND, ALL OF ME, MOONLIGHT IN VERMOUNT mettono insieme in egual misura pop, jazz e folk moderno e lo portano in cima alle classifiche a dispetto di chi non aveva approvato la sua scelta.

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