David Joy – Quelli che pensavamo di conoscere
Jimenez Edizioni, 2024, Pagg. 361, Euro 19.00, traduzione di Gianluca Testani

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Impiegarono tutta la notte per scavare tombe. Erano sette in totale, ognuna profonda tra un metro e mezzo e due metri, sterrate da una dozzina di paia di mani. Alcuni scavatori avevano portato dei guanti e li condividevano a turno con chi non li aveva, per evitare di rompersi le mani. Alla fine, le mani bruciavano lo stesso ed erano piene di vesciche. Le dita facevano male a stenderle. Le schiene erano piegate e storte come l’alloro.

Era piena estate, ma sulla montagna l’aria era fresca. Ogni volta che si staccavano dalle fosse per darsi il cambio e riposare, il sudore raffreddava i loro corpi, ed erano contenti di quella sensazione perché il lavoro li aveva quasi incendiati. Le cavallette gemevano sugli alberi e quel suono smorzava il rumore delle pale che raschiavano la terra e dei respiri affannosi di coloro che spingevano le vanghe più a fondo.

Intorno a mezzanotte, la polizia del campus fece il giro del parcheggio, ma gli scavatori si nascosero e rimasero presto soli. La terra si accumulava in cima alle tombe e, una volta terminato lo scavo, gli scavatori facevano la spola con i pick-up per trasportare secchi pieni di sassi di fiume.

La giovane donna che aveva progettato tutto questo si occupò da sola dell’ultima parte del lavoro.

Inizia così questo bellissimo romanzo di David Joy, appena pubblicato dalla sempre benemerita Jimenez Edizioni. Chi ha visto il film I tre manifesti a Ebbing, Missouri sarà più facilitato ad immergersi nell’ambientazione del romanzo. Infatti al contrario di quanto il titolo possa far pensare, il film è stato girato a Sylva, Contea di Jackson nel North Carolina, cittadina di 2.500 abitanti, teatro della nostra storia. È una classica cittadina di quelle zone dell’America, tagliata in due dalla sua Main Street che termina di fronte alla collinetta dove è situato il palazzo di giustizia, il Jackson County Courthouse, rappresentato nella bellissima copertina del libro.

È proprio a Sylva che Toya Gardner, una giovane artista nera di Atlanta, torna nella casa di famiglia, immersa tra le montagne, per ripercorrere la storia dei suoi antenati e completare la sua tesi di Laurea. Toya si imbatte in un monumento confederato ancora presente nel cuore della cittadina e in lei scatta qualcosa.

Nel frattempo la polizia locale trova un uomo che dorme nel retro di una station wagon e perquisendo il veicolo riscontra che l’uomo è un membro del Ku Klux Klan e scopre un taccuino pieno di nomi di autorità del posto. Questa scoperta minaccia di mettere a ferro e fuoco le montagne.

Due crimini orribili spaccano la contea a metà e lo sceriffo Coggins, unitamente all’intera comunità si ritrovano a lottare con segreti profondi e inconfessabili che si tramandano da generazioni.

I personaggi su cui è incentrata la trama sono sei: Toya Gardner, ragazza e artista, caparbia e idealista; sua nonna materna Vess, vedova del miglior amico dello sceriffo Coggins, prossimo alla pensione; il vagabondo William Dean Cawthorn sospettato di essere affiliato al Ku Klux Klan; l’agente Ernie e la detective Leah. Ma nessuno di loro si erge a protagonista in quanto questo ruolo è occupato dal razzismo strisciante rimasto nascosto per tanto tempo sotto uno strato sottile di apparente e pacifica tolleranza tra bianchi e neri.

Toya con due sue opere d’arte rievoca un vecchio sopruso compiuto ai danni della comunità nera e a questo punto, nella cittadina si rompe l’equilibrio e si squarcia quel velo di ipocrisia che per tre generazioni aveva celato abusi e discriminazioni.

David Joy  si conferma una tra le migliori penne statunitensi e scrittore di punta del cosiddetto Appalachian Noir. Questo suo romanzo è un thriller appassionante e scomodo che indaga nel profondo le laceranti spaccature della società americana e racconta di un razzismo poco visibile e sottile fatto di piccoli dettagli che normalmente i bianchi neppure percepiscono. Joy penetra nell’oscurità nascosta di un’intera nazione ed arriva a chiedersi che cosa succede quando quelli che pensavi di conoscere si rivelano dei mostri. Cosa fai quando quando tutto ciò in cui hai sempre creduto si sgretola?

«Suppongo che arrivi un momento in cui cominci a renderti conto che tenere la bocca chiusa equivale ad annuire con la testa». Ernie bevve un lungo sorso di birra con il mento alto e gli occhi chiusi. Sorrise e posò la lattina sul tavolo, facendola ruotare lentamente tra le mani. «Sai, mi fa sempre stare male il fatto che in tutto il resto del paese la gente si comporti come se il Sud avesse una sorta di monopolio sul razzismo. Come se esistesse in un unico posto, Ma ho una notizia per te: quella merda è americana quanto la Bud Light e le partite di baseball».

David Joy è autore di romanzi e racconti, collaboratore di riviste quali Time e New York Times Magazine, con il suo romanzo precedente, Queste montagne bruciano (Jimenez, 2022), ha vinto il prestigioso Dashiell Hammett Prize, che annualmente premia il migliore romanzo crime di Stati Uniti e Canada. È autore di Dove tende la luce (Jimenez, 2023), The Line That Held Us (vincitore del Southern Book Prize) e The Weight of This World. Vive a Tuckasegee, Carolina del Nord.

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