David Joy – Dove tende la luce
Jimenez Edizioni, 2023, Pagg. 239, Euro 19.00, Traduzione di Gianluca Testani

Condividi:

Nascosi il pick-up dietro un’intricata fila di erba della pampa che avrebbe dovuto essere bruciata almeno un anno prima. Le autorità non gradivano che la gente si arrampicasse sulla torre idrica, ma a me non era mai importato molto della legge. Io ero un McNeely e, in questa parte dell’Appalachia, significa qualcosa. Infrangere la legge era una questione di sangue quanto l’altezza e il colore dei capelli. E poi, la torre idrica era il posto migliore per vedere i cappelli dei diplomi lanciati in aria dai maturandi in toga nera e sorrisi lacrimevoli che uscivano per l’ultima volta dalla Walter Middleton School.

Inizia così Dove tende la luce, il romanzo di esordio di David Joy, scritto nel 2015 e pubblicato ora da Jimenez.

Dopo Queste montagne bruciano pubblicato nel 2022 sempre da Jimenez, David Joy ci riporta nell’area appalachiana del North Carolina dove vive Jacob McNeely.

Vivere è una parola grossa, si farebbe forse meglio a dire sopravvive. David ha diciotto anni, una madre tossica che lo ha abbandonato e un padre, per cui lavora, che gestisce un giro di metanfetamine organizzato in modo metodico e che viene aiutato da una parte delle autorità locali che chiudono un occhio sui suoi traffici.

David ha abbandonato la scuola, si è isolato dai suoi coetanei e vive giornalmente la violenza inaudita del mondo che suo padre gli ha stretto intorno. Però David non è cattivo e sente un forte desiderio di scappare da quella vita senza senso e senza futuro. La sua speranza è quella di crearsi un avvenire fuggendo da quei luoghi con Maggie, il suo primo amore che lui ha allontanato da se troppo presto perché sentiva che lei era destinata a cose più grandi e migliori di quelle che poteva avere insieme a lui.

Ma l’amore è troppo forte e quindi si convince che sì, può farlo, deve farlo. Deve riuscire a farsi dare da suo padre, in un modo o nell’altro, i soldi che ha guadagnato in tutti gli anni di lavoro per lui e che mai ha ricevuto. Gli servono per pagare le rate del college a Maggie e per iniziare una nuova vita insieme a lei lontano dalla contea di Jackson.

Come in tutti i noir che si rispettino, perché questo è anche un gran bel noir, però succede un terribile imprevisto e Jacob si trova a dover compiere una scelta: restare e placare l’ira del padre o trovare la forza di superare l’unica vita che ha conosciuto e fuggire con la ragazza che ama.

I Monti Appalachi sono stati e sono tutt’ora fonte di ispirazione per tantissimi scrittori americani. Tra quelli che ho letto più di recente ricordo Chris Offutt con il suo Nelle terre di nessuno, Ron Rash con Un piede in paradiso, Brian Panovich con la sua trilogia di Bull Mountain, Matt Bondurant con La contea più fradicia del mondo, James Still con la raccolta di racconti Le colline ricordano

Tutti descrivono la vita di piccole comunità sparse tra le bellissime terre di Virginia, Kentucky, Tennessee, North Carolina, una vita fatta di povertà e violenza, tragedie familiari, commerci illegali di droghe e di alcol. Una zona che è stata teatro di grandi battaglie durante la Guerra Civile e in cui vive la parte più conservatrice degli Stati Uniti d’America. Il tasso di analfabetismo è il più alto di tutti gli Stati Uniti e la cultura è perlopiù trasmessa oralmente o con la musica. Le persone culturalmente distano anni luce da tutto il resto del mondo e a loro non interessa nulla di tutto ciò che sia al di fuori della stretta quotidianità.

Tutti i libri che ho prima elencato descrivono storie tragiche, violente, in alcuni casi vicino al limite della resistenza umana, ma nessuno è un pugno nello stomaco come questo lavoro di David Joy.

Libro di una bellezza e brutalità disarmanti dove si racconta una storia selvaggia e commovente fatta anche di poesia che trae la sua forza da quella del protagonista condannato di fronte al disastro.

«Quindi l’unica cosa che mi serve da te è che tu sia sincero con me. L’unica cosa di cui ho bisogno da te è che tu mi faccia entrare»
«Entrare?»
«Non ti sto chiedendo di rivelarmi tutti i tuoi segreti»
«Allora che cosa mi stai chiedendo?»
«Ti sto chiedendo di fidarti di me. Ti sto chiedendo di fidarti di me e di fidarti di noi. Se non c’è la volontà di farlo, allora non può funzionare»
Nessuno mi aveva mai chiesto il permesso di entrare. Dentro di me c’era un posto in cui la maggior parte delle persone non avrebbe voluto neanche dare un’occhiata, figuriamoci entrare e farne parte, ma Maggie aveva sempre bussato alla porta. Maggie aveva sempre cercato di fare l’impossibile per togliermi di dosso un po’ del peso, e io non glielo avevo mai permesso. Non potevo permetterglielo allora e non ero sicuro di poterlo fare adesso, ma l’unica cosa certa era che avevo portato quel peso per troppo tempo.

David Joy scatta una foto dell’Appalachia di oggi, ricca ed evocativa, avvolgente e autentica, con personaggi complessi e memorabili che ti si attaccano alla pelle. Capolavoro.

Da questo romanzo è stato tratto il film di prossima uscita Where All Light Tends to Go con protagonisti Hopper Penn, Billy Bob Thornton e Robin Wright.

David Joy
Nato a Charlotte nel 1983 è autore di romanzi e racconti, collaboratore di riviste quali Time e New York Times Magazine. Con il suo ultimo romanzo, Queste montagne bruciano (Jimenez, 2022), ha vinto l’edizione 2020 del prestigioso Dashiell Hammett Prize, che annualmente premia il migliore romanzo crime di Stati Uniti e Canada. È autore anche di The Line That Held Us (vincitore nel 2019 del Southern Book Prize) e The Weight of This World. Dove tende la luce è il suo primo romanzo in ordine di tempo. Vive a Tuckasegee, Carolina del Nord

Condividi: