Ogni volta che ho assistito ad un concerto di Bruce Cockburn l’ho approcciato con la consapevolezza di andare incontro ad una “terapia di gruppo”, infatti, a fine concerto, si esce sempre toccati nelle corde più nascoste del nostro essere, tanto che a me personalmente procura una benefica tachicardia emozionale. Questo gentile Signore, oggi quasi 79enne, un po’ curvo su se stesso, avanza aiutandosi con il bastone ma dal palco giganteggia ammaliandoci con la sua musica, con il suo personale tocco chitarristico, unico e impareggiabile, sa scrivere testi profondi, si propone con eleganza e delicatezza nei modi unitamente all’empatia che riesce a creare con il pubblico sempre adorante.
E’ accaduto anche in questa prima data a Chiari , tappa del mini tour esclusivo per l’Italia organizzato da ADMR, poche date che, da quanto si è visto ieri sera, decreteranno certamente l’ennesimo successo.
Cockburn ha ipnotizzato gli oltre 300 presenti per due ore di programma in cui, inchiodato sul suo sgabello, ha proposto ben diciannove brani (bis compresi), come risulta dalla sua personale scaletta di palco che riporto qui sotto; lo faccio per sottolineare il rapporto che Bruce ha con i suoi brani, canzoni o pezzi strumentali (ne ricordo tre eseguiti), che appunta per nome, mi piace pensare come fossero i suoi figli, cioè utilizza un unico vocabolo del titolo completo, forse non per pigrizia o per occupare meno spazio sul foglio ma perché è il termine giusto che, oltre a fare memoria, contiene l’essenza, o meglio, l’universo del brano stesso.
Con la sua fida chitarra verdone e lo spallaccio con i fregi dei nativi, oppure con la resofonica da cui estrae meraviglie, nonostante le dita siano martoriate da oltre 60 anni di accordi, ha impostato una scaletta “ragionata”, che ha potuto ovviamente cogliere solo una piccola parte dell’immensa gioielleria accumulata in quasi trenta album e oltre 50 anni di carriera, ma ciò che ci ha mostrato una volta di più, è la qualità che solo gli originali possono mettere in campo lungo tutta una vita artistica e di Bruce non possiamo che affermare che più che originale, è immediatamente riconoscibile, bastano tre note o un primo vocalizzo.
Diversi i momenti in cui ha brillato la sua stella, una particolare emozione mi ha creato Strange Waters, una delle mie favorite, tratta da quel gioiello del ’96 che è The Charity Of Night, anche acustica ti stende per l’intensità della sua partitura e per la profonda interpretazione. Lovers in a Dangerous Time e States I’m In, così contigue, sono una sequenza da sogno che ti porta via.
Wondering Where the Lions Are permette di giocare con il pubblico, mentre la tagliente If A Tree Falls, ambientalista fino al midollo con un testo durissimo “Foresta pluviale/ Nebbia e mistero/Verde brulicante/ Cervello verde rivolto verso la labotomia/Centro di controllo climatico per il mondo/Antico cordone di convivenza/Hackerato dalla truffa dell’avidità parassitaria“ e la voce che nel ritornello si alza ancora altissima in un grido “Se un albero cade nella foresta, qualcuno lo sente?” , lascia un gran segno.
I bis sono tre, e Bruce ci mostra una integrità ancora invidiabile dandoci il colpo di grazia con una magistrale The End of All Rivers , in cui il suo chitarrismo da marchio di fabbrica, ti invita a riascoltarla più volte anche il giorno dopo e il finale ?!
Come saluto Us All ci tira uno schiaffo in faccia con un testo che non ammette commenti “ Eccoci qui, di fronte alla scelta/ Persiane e muri o abbraccio aperto/ Che ci piaccia o no, la razza umana/ Siamo tutti noi/ e più avanti “La storia è ciò che è/ Le cicatrici che ci infliggiamo a vicenda non muoiono/ Ma lentamente si impregnano nel DNA /di tutti noi/ Prego che tutti noi / non abbiamo paura di amare/ prego che siamo liberi dal giudizio e dalla vergogna / Apri la vena, lascia che la gentilezza piova su tutti noi”…
Ecco buonanotte, se riuscite a dormire dopo tanta adrenalina!
The Boots Are Made for Walking … Long Way and Life to Our Hero Bruce Cockburn!
Grazie a James Meadow, antropologo e songwriter, che è stato determinante per portare Cockburn in Italia ma anche un plauso per la sua apertura in cui ci ha regalato quattro pezzi delicati e di fascino estratti dal suo recente debutto A Scarecrow Sight.
- The Blues Got the World by the Balls
- Soul of a Man (Blind Willie Johnson 1930)
- The Whole Night Sky
- How I Spent My Fall Vacation
- On a Roll
- Strange Waters
- All The Diamonds in The World
- Push Comes to Shove
- Sweetness and Light (strum.)
- Cafè Society
- Lord of the Starfields
- Bone On Bone (strum.)
- Lovers in a Dangerous Time
- States I’m In
- Wondering Where the Lions Are
- If a Tree Falls
Encore
- Burn
- The End of All Rivers (strum.)
- Us All
Grazie ad ADMR, a Maurizio Mazzotti e a tutto lo Staff