Bettye LaVette – LaVette!
2023 Vee Jay Records - CD

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Sono sincero. Quando ho letto che Bettye LaVette aveva intenzione di dedicare tutto un album ad alcune delle canzoni scritte da Randall Bramlett, mi sono stupito. Magari il nome di Bramlett ai più potrà non dire nulla, ma per chi ha frequentato gente come ABB, Sea Level, Robbie Robertson, Bonnie Raitt, Elvin Bishop, Cowboy, Stevie Winwood, il solo sentire pronunciarlo ha acceso una lampadina. Poi ci mettiamo che chi scrive ha una particolare predilezione per Betty Jo Haskins, meglio conosciuta come Betty LaVette, ecco che l’attesa si era fatta impaziente. Cantante ed interprete formidabile, una carriera non disseminata di chissà quanti album, Bettye è un punto di riferimento assoluto per chi ama una musica a cavallo fra Soul, Rock, Blues.

Eccellenti a mio avviso alcune sue opere come The Scene of The Crime che la vedeva accompagnata dai formidabili Drive-By Truckers, come anche la suo rivisitazione del più grande autore di canzoni (riduttivo, lo so, non vogliatemene) contemporaneo, ovvero Bob Dylan nello struggente Things Have Changed. E mi fermo qui perchè potrei trovare spunto tranquillamente in ogni disco da lei pubblicato. Ma visto che non sono qui per tracciare un peana a questa grande artista, ecco allora più saggio concentrarsi su questo…..me lo consentite ?, strabiliante disco. Album che va ascoltato con cura e compreso, essendo ricchissimo di sfumature che ci consegna una tavolozza sgargiante e profumi inebrianti fatti di grandissima musica.

Undici canzoni che sbaragliano il campo da ogni possibile obiezione sulla loro valenza in virtù di una classe cristallina che riesce a stupire quando partono canzoni come la spettacolare Don’t Get me Started dove l’hammond B3 è nelle mani di Stevie Winwood che regola alla canzone un mood irresistibile dinnanzi al quale è impossibile stare fermi. Ma, pur notando la presenza di altri importanti ospiti come John Mayer nella lenta e sensuale In The Meantime, o come Jon Batiste e Ray Parker Jr. nella torrida Mess About It, ci sono pezzi che piacciono incondizionatamente anche senza la presenza di nomi di richiamo come in Lazy che pare un salto all’indietro di anni per le sonorità che rimandano all’inizio degli anni settanta.

Lo stesso dicasi per un pezzo come Sooner or Later che è un piccolo gioiello riscoperto nell’interpretazione della LaVette. E’ chiaro che la conoscenza di Bramlett e la sua fama non possono essere quella di artisti rivisitati in passato. Il confronto è improponibile, ma è proprio questo uno degli altri punti di forza del disco che mette in fila canzoni che parranno nuove a tanti e sorprendenti a chi alcune le conosceva nelle versioni originali. E allora il pezzo che caratterizza questo lavoro è quello che si intitola Plan B, che sembra essere il manifesto sotto cui si riassume egregiamente il senso della carriera della LaVette, un’artista che ha visto la sua carriera messa in forse da troppi eventi che, invece di indurla a passare ad altro, ne ha rafforzato la convinzione e la caparbietà di avere doti tali da poter figurare degnamente sul palcoscenico dove ha poi speso la sua vita artistica.

Sontuosa la band in studio che vede Pino Palladino al basso, Steve Jordan batteria e percussioni nonchè produttore del disco, L.Leon Pendarvis Piano e Fender Rhodes, Larry Campbell chitarre elettriche e acustiche, lap steel e Christopher Bruce alle chitarre. A loro si aggiunge una splendida sezione fiati

Non posso poi non citare la struggente ballad finale, It’s Alright, un pezzo di una intensità che colpisce per la bellezza dell’interpretazione della nostra e per il tappeto musicale impregnato di una classe immensa. Un disco che ci riporta questa amata interprete collocandola nell’olimpo delle personalità più grandi  della scena femminile, seconda alla sola Mavis Staples. Album da ascolti attenti e non superficiale, ove è fondamentale cogliere sfumature dedicandogli l’attenzione che merita. Bellissimo a mio avviso.

Tracce

See Through Me

Don’t Get Me Started

Lazy (And I Know It)

Sooner or Later

Plan B

Concrete Mind

In The Meantime

Mess About It

Hard To Be a Human

Not Gonna Waste My Love

It’s Alright

 

 

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