Beppe Gambetta – Dichiarazioni d’amore
Il Piviero, 2022. 220 pagg., € 22,00

Copertina di Beppe Gambetta - Dichiarazioni d'amore
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È una questione di prospettiva. Se pensi al promettente chitarrista della Red Wine String Band emerso da quella scena bluegrass che fece parlare di sé tra la fine degli anni ’70 e gli ’80, Beppe Gambetta è un talento italiano che è arrivato a guadagnarsi un posto al sole in Europa e negli Stati Uniti e soprattutto a farsi ben volere dai maestri. Poi sfogli questa sua autobiografia, e il fatto che già a pagina 25 Beppe parta per la Germania ti dice come i palchi europei e americani non siano stati un traguardo ma il punto di partenza.

Non che quello che c’è stato prima sia banale: Gambetta si distingueva per uno stile già limpido ed elegante, era diventato un didatta brillante e ricercato, aveva iniziato una carriera in proprio che già lo vedeva percorrere il paese in su e in giù saltando da un treno all’altro. Ma trovarsi un bel giorno a suonare (bene, peraltro) Doc Watson davanti a quelli che avevano già l’originale lo mise davanti alla domanda che avrebbe dato una svolta alla sua vita e alla sua carriera: parto da Genova con la mia chitarra, cosa posso raccontare che non sappiano già, che sia davvero mio?

E allora Genova più la chitarra significa De André. Significa mille storie da andare a scoprire, alcune talmente ben custodite che non le ricorda più nessuno, come quella del grande Pasquale Taraffo, chitarrista dalla mano destra tanto veloce che non la vedi nemmeno. Significa il Mediterraneo, e il Mediterraneo significa la musica dei virtuosi del plettro del primo ‘900. E ancora, il mare significa emigrazione, significa quella grande storia — anche musicale — che unisce Italia e Stati Uniti. Lungo tutte quelle traiettorie che partono da Genova comincia la storia di un ambasciatore della chitarra flatpicking nel mondo, che non dimentica i padri ma che decide che il figlio è cresciuto e può, deve, dire qualcosa in prima persona.

“Dichiarazioni d’amore” è una storia di viaggi, di luoghi e di incontri, perché tutta la musica di Beppe è fatta di incontri. Non prescinde mai della dimensione della relazione, con i musicisti con cui divide il palco e con i maestri, anche quelli che non ci sono più. Leggendolo si conosce il suo mondo e si incontrano artisti come Tony Rice, David Grisman, Mike Marshall, Dan Crary, Tony Trischka, Norman Blake, John Hartford, Carlo Aonzo, persino Francesco Guccini, e poi moltissimi altri, famosi e meno. Ed è sempre percepibile la presenza di Federica Calvino Prina, compagna di vita e di strada, regista e coordinatrice attenta e indispensabile. E quando Federica spunta da dietro le quinte della narrazione succedono cose davvero emozionanti, ma qui non vi rovinerò la sorpresa.

La musica è protagonista, ma anch’essa non è mai sola al centro del mondo. Di musica si racconta sotto il profilo storico, culturale, persino tecnico, ma soprattutto affettivo ed emozionale, perché poi il senso di tutto questo resta quello di mettere le persone in cerchio a condividere qualcosa. Un congruo capitolo è dedicato ad “Acoustic Night”, un mezzo miracolo che Beppe insieme a Federica organizza ogni anno a Genova, tre serate in teatro con artisti internazionali e con un’affluenza di pubblico che per la musica acustica in Italia è generalmente impensabile.

Il libro è una dichiarazione d’amore per la musica perché è una dichiarazione d’amore per la convivialità, con una quantità di ricette di cucina (dalla bruschetta alla bagna càuda, dalla polenta alle ricette di mamma Gambetta) legate a viaggi e incontri. Mica per niente in copertina un Beppe Gambetta innamorato nasconde un mazzo di fiori dietro la schiena, come nell’atto di bussare alla porta della persona amata: solo che il mazzo è di basilico, perché quando uno è innamorato i cinque sensi li vuole soddisfare tutti quanti.
Non mancano, nell’ultima parte, le intavolature (con pentagramma) di tre brani, ma arrangiati per ensemble di chitarre, del tipo di quelli che Beppe ama formare al termine dei suoi corsi, perché anche suonare è più bello ancora se non lo si fa da soli.

Chiudo dicendo che se il libro parla d’amore, l’amore è anche quello per i lettori: perché per decidere di venderlo a ventidue euro (e se cercate bene lo trovate anche a meno), con una copertina così, con una carta così, e con una quantità inaudita di foto a colori, a chi ti segue devi volergli proprio bene.

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