Steve Rudivelli – Calypso Gin
Steve Rudivelli, 2022

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Avevamo lasciato Steve Rudivelli mentre era coinvolto in un sogno da incubo, attorniato da corvi volteggianti e minacciosi, sicari immaginari, il tutto ambientato tra le Hopperiane linee di una Gasoline station raffigurata nella bella cover del precedente Gasoline Beauty. Al risveglio lo scopriamo, un paio di anni dopo, alla stessa stazione, mentre rifornisce la sua Thunderbird cabrio del ’56, prima di imboccare l’assolata strada che scende verso sud, quella che da Malibu punta dritta verso San Diego e la Mexican borderline, dove raggiungerà le mitiche spiagge assolate, ed infine lì ritroviamo il nostro rocker preferito, mentre, ristorato da un Gin Tonic e un Negroni, si toglie i boots arroventati dal sole, si stende sul lettino, sotto la palma con la sua bevanda preferita e tra una sigaretta e l’altra osserva i personaggi e le situazioni che abitano questo paesaggio immaginato.

Calypso Gin è il sesto album della appassionata produzione di questo autentico, sincero rocker che si colloca fuori dagli schemi, dal tempo e dallo spazio, figlio della Brianza operaia (e più alcoolica che si può), un songwriter che scrive di getto le proprie canzoni grazie ad un’abilità fuori dal comune nel giocare con le parole che parlano di gente ordinaria, di vita e luoghi di tutti i giorni e soprattutto delle notti, testi talmente improvvisati che poi magari non se li scrive e di conseguenza non li memorizza, tant’è che molte song non le ripete nei live show. Già questa cosa la dice lunga sull’autenticità di Rudivelli che anche questa volta colpisce per la profondità di un’anima inquieta che giace e fermenta sotto la crosta increspata di uomo inadatto allo show business.

Calypso Gin è sicuramente un album più solare rispetto a Gasoline, forse meno arrabbiato e più pregno di un contemplativo disincanto, insomma la vita del rocker di provincia è “sfinita” tra pandemia e CD che “non li vuole più nessuno, neppure regalati” e che, a suo dire, forse questa sarà l’ultima sua fatica musicale. Noi tifiamo perché ci ripensi in quanto ci piacciono i “beautiful loser”, ne abbiamo bisogno in questo mondo soffocato dal “botulino esistenziale”, perché tipi come Steve fanno bene alla nostra salute mentale e a quel desiderio, mai sazio, d’incontrare anime belle e preferibilmente dannate.

Parlando delle canzoni si segnalano:

Calypso Gin è un bel brano, molto Rudivellico, ci avvolge con la ritmica circolare mentre Andy D ricama con la solista e un testo irresistibile si srotola partendo, guarda caso!, dall’alcool e dal sole “Due Negroni, due palle di fuoco, in questa estate bionda, su quest’isola, non ci ho messo molto ad arrivare …”

Mexico Boots, piace per quell’armonica dylaniata, spezza cuore, e per l’accompagnamento e la melodia sognante ed evocativa; con questa canzone Steve realizza la sua Billy 1 (Pat Garrett & Billy The Kid), gran pezzo!

In Tabacco Kentucky il nostro sbuffa e bofonchia: “Non mi piacciono più le Marlboro, troppa nicotinaFumo tabacco Kentucky mi tira su, mi tira su fino alle nuvole, le nuvole bianche” e poi “tabacco selvaggio, fa andare su, fino alle nuvole, fino al blue” mentre una slide delicata accompagna una ritmica ipnotica e dietro alle quali si avverte un “pennello” che gratta il ritmo.

L’àncora tatuata delicata ballata tra Dylan e De Gregori “Quell’àncora tatuata mi sembra di un pirata, chissà se scotta Come la terra del west, guardandola e sognandola mi sento un po’ un marinaio del west

Le chitarre, oltre alla ritmica dell’autore, sono sempre magnifiche, appannaggio di un esemplare Andy D e la cover, anche questa volta centratissima e colorata, è a cura della fida Linda Benaglia, alla base c’è sempre nei suoni l’America mentre la voce di Steve, con quel suo tipico, rauco ed ipnotico recitar cantando, un po’ Buscaglione un po’(estremizzando) quasi un rapper ante litteram, rende i brani dei bozzetti di vita bittersweet che ci pare di aver già vissuto un tempo, da qualche parte.

Si distaccano dal “main theme americano” del disco la Jannacciana Timo TT, ballata da osteria che sviluppa il suo testo tra una partita a scopa e la narrazione degli avventori tipici habituè di quel probabile Circolino di paese e Johnny Pullover, un bel brano folk, ed entrambe ci riportano a un mood più vicino alla canzone popolare italiana. Another good job Mr. Rudivelli.

Tracce
Bar Tabacchi
Caterina Malibu
Calypso Gin
Bikini Pub
L’ancora Tatuata
Mexico Boots
Tabacco Kentucky
Barracuda Bar
Timo TT
Johnny Pullover
Serenade Of Love

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