Moving Hearts
Wea Ireland - 1981 LP

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Furono una meteora durata appena cinque album, ma i “Little Feat celtici”, almeno secondo la celebre definizione loro data dal magazine inglese “Q” sono assurti all’immortalità grazie ad una proposta musicale che non è sbagliato definire “rivoluzionaria” per quel tempo, partendo dal presupposto di voler affiancare la musica contemporanea a quella tradizionale irlandese. Un melange di Folk Rock che avrà la sua degna consacrazione proprio col primo inarrivabile album della band. I Moving Hearts nascono nel 1980 grazie a Christy Moore, voce, bodhran, chitarre, e Donal Lunny, bouzouki e sintetizzatori ai quali si affiancano Denclan Sinott (proveniente dagli Horslips, che furono forse i primi a rendere elettrico il loro sound, indicando la possibile via agli Hearts), alle chitarre elettriche ed acustiche, Eoghan O’Nell al basso, Brian Calnan dietro ai tamburi, Keith Donald al sax soprano e tenore e Davy Spillane, uillean pipes e low whistle.

Iniziano a farsi notare grazie ad una serie di concerti potentissimi al Baggot Inn a Dublino dove la band suona tre sere alla settimana, lunedì, martedì e mercoledì, ma anche nel resto della meravigliosa Irlanda. Poco ci vuole perché la WEA Ireland li metta sotto contratto per pubblicare i loro album. Il debutto fu registrato nell’estate del 1981 al Keystone Studios ed al Windmill Lane Studios di Dublino. I testi politici, in quell’anno il conflitto nord irlandese attraversa una fase di recrudescenza che culminerà con lo sciopero della fame da parte di alcuni detenuti dell’IRA, l’esercito repubblicano irlandese e con la morte, dopo 66 giorni di sciopero della fame per protestare per le condizioni inumane dei detenuti politici nelle carceri, il 5 Maggio di Bobby Sands, affiancati da una struttura musicale tanto fresca ed innovativa, quanto rivoluzionaria e travolgente, sanciranno l’affermazione della band anche al di fuori dei confini dell’isola.

La miscela è esplosiva. I brani sono tradizionali cui si affiancano pezzi di provenienza americana, riproposti con un approccio che coniuga sì la musica tradizionale irlandese con il folk rock, ma aggiungendo tonalità jazz e rimandi a certi profumi impregnati di  west coast sound. Insomma, un concentrato irresistibile che esplode fin dall’inizio del disco che si apre con una strepitosa Hiroshima, Nagasaki Russian Roulette, un pezzo scritto da Jim Page (cantante americano trapiantato in Irlanda, che definirà i Moving Hearts come i Rolling Stones d’Irlanda) incentrato sulla follia delle atomiche sulle due città giapponesi. Il brano fa il paio con la bellissima cover di Before The Deluge di Jackson Browne (dallo splendido Late For The Sky) che la dice lunga sulla posizione politica della band. Splendida la parte finale della canzone che si apre ad una coda strumentale di rara bellezza. Page firma anche Landlord che racconta dell’ingordigia di un padrone di casa nei confronti di un malcapitato inquilino, tutta giocata su un ritmo incalzante, ma irriconoscibile rispetto alla versione originale.

Faithfull Departed arriva dalla penna di Philip Chevron che sarebbe poi entrato nei Pogues. Un brano splendido basato sulla fede, McBrides è un omaggio strumentale semplicemente spettacolare a Sean McBride, figura di spicco della politica irlandese che nel 1974 si aggiudicò il Premio Nobel per la pace insieme al giapponese Eisaku Sato. Ma se c’è un pezzo che mi ha colpito nel profondo fin dal primo ascolto è la bellissima Irish Ways and Irish Laws. Un pezzo meraviglioso dall’incedere solenne dove Moore canta divinamente dispiriti dei santi e dei dotti che continueranno a ossessionarti in Paradiso e all’Inferno”. E come non innamorarsi di questo brano che inizia con un sontuoso “Once upon a time there was Irish ways and Irish laws” poggiato su una base morbidissima ed evocativa come poche. Prima di arrivare alla conclusiva No Time For Love, oltre sette minuti per una versione di un brano scritto da Jack Warshaw, folksinger americano influenzato da Pete Seeger, che è una sorta di urlo internazionalista di protesta che ci traghetta tra Chicago e Boston, Santiago e Saigon per arrivare a Belfast, passando per le figure di Sacco & Vanzetti, figure leggendarie e rivoluzionarie irlandesi come Patrick Pearse e James Connolly fino al già citato Bobby Sands, ci sono due brani strumentali come Lake Of The Shadows e Category che fungono quasi da prologo per l’infuocato finale.

Paragoni a parte, ed anche poco centrati, Moving Hearts è un disco che ha segnato un’epoca, bello ed entusiasmante come allora anche a distanza di oltre quarant’anni dalla sua pubblicazione.

 

Tracce

Hiroshima, Nagasaki Russian Roulette

Irish Ways and Irish Laws

McBrides

Before The Deluge

Landlord

Category

Faithful Departed

Lake of the Shadows

No Time for Love

 

 

 

 

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