Duck Baker – Wink The Other Eye. Fiddle Tunes For Solo Guitar
Fulica Records, 2022

Duck Baker, Wink the Other Eye
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Arrangiare melodie per violino sulla chitarra fingerpicking è una piccola forma d’arte a sé nell’universo della musica acustica per chitarra. Prendere una linea melodica che spesso nasce nuda, in forma modale, costruirle un contesto, inventarle un’ambientazione, un movimento armonico intorno, e quindi un senso nuovo, è un modo di costruire mondi. È un terreno su cui si misura la classe e l’intelligenza compositiva di un chitarrista.

Spiega Duck Baker nelle note interne che, non essendo mai riuscito a fare un album dedicato a questo aspetto della sua attività di chitarrista, ha pensato di assemblarne uno con brani pubblicati su altri dischi più qualcuno che non era mai uscito su album commercializzati.

Se qualcuno, date queste premesse, si aspetta una raccolta di materiale piuttosto uniforme e ripetitivo, in realtà Wink The Other Eye è tutt’altro; anche la scelta dei brani non è per niente scontata e in più di un momento riserva belle sorprese. Tanto per cominciare, qui la definizione di “fiddle tunes” è da intendersi in un’accezione piuttosto estesa e non sempre si riferisce a melodie per violino in senso stretto: a volte si tratta di motivi costruiti per altri strumenti sebbene con una forte ispirazione che deriva dal fiddle e dagli stili dei violinisti (come avviene non di rado sulla chitarra flatpicking). Altre volte, poi, il rapporto è ancora più indiretto e si tratta di brani che nei repertori si accompagnano e si mescolano a danze per violino in senso proprio, pur essendo di provenienza differente.

Il repertorio è costituito per lo più da brani old time, con puntate nel cajun (Old Folks Polka) ed escursioni in quel territorio dove il confine fra la musica di origine europea e quella statunitense è storicamente più sfumato.

L’arrangiamento per fingerpicking svela spesso una bellezza profonda e nascosta: come quando l’arrangiamento rallenta i brani e li sottrae al contesto della danza, per farne dei gioielli da ascoltare (vedi a titolo di esempio il medley d’apertura, Robinson County/Peacock Rag, due brani old time usciti nel corso degli anni ’30): perché, a dispetto di un modo di pensare incoraggiato da alcuni musicisti e ben accolto da una parte del pubblico, la velocità non è un valore assoluto che prescinde dalle esigenze espressive e di senso.

Anche il fatto che si tratta di registrazioni che vanno dagli anni ’70 al 2011 contribuisce alla varietà stilistica di questa selezione (si tratta di quasi quarant’anni e pertanto contribuisce anche a una certa discontinuità della qualità sonora: ma, pur con le inevitabili differenze, il livello è generalmente da buono in su).

Per gli interessati, nelle note di copertina Duck riporta il dettaglio delle accordature utilizzate: standard la maggior parte, Re abbassato in sei brani, più tre eseguiti in accordature alternative. L’orecchio del cultore della chitarra apprezzerà la variabilità che deriva da questo elemento; ma un po’ tutti potranno godere della possibilità di ascoltare il Duck Baker che fa cantare le corde di metallo alternarsi a quello che fa swingare il nylon della chitarra flamenco. È la scelta che da anni caratterizza questo maestro e costituisce continuamente una sorpresa per chi è abituato ad associare le tecniche fingerpicking alla steel string guitar.

L’arte di Duck Baker nell’arrangiare musica preesistente è sempre sorprendente. La sua capacità di portare a livelli di complessità inusuali la pratica antica di intrecciare melodie, ritmo e accompagnamento nella chitarra solista fa di lui ancora l’asticella con cui la chitarra moderna si misura.

Ancora, Duck Baker è un musicista e uno studioso colto. È anche questo a dare unitarietà a tutta la sua opera — e, ovviamente, a questa raccolta, al di là della varietà di cui ho già detto. Il suo modo di concepire la musica attraversa i generi per come ci sono stati tramandati, per coglierne la fondamentale continuità al di là delle etichette spesso create per il mercato: la sua non è solo musica folk, non è solo blues, non è solo jazz, non è — per carità! — “musica fingerstyle” né nessuna di quelle stravaganti categorie recenti che non spiegano un bel niente; è un grande affresco di quella musica del ’900 che ha trovato, nelle sue varie forme, ospitalità e nutrimento nel Nord America.

Se siete fan di questo artista, Wink The Other Eye occupa nella sua discografia uno spazio che era vacante; se vi accostate ora alla sua opera questo cd, per la qualità altissima del contenuto e per l’estensione dell’arco di tempo che testimonia, è un buon esempio della sua arte.

Lo trovate comodamente nello store del suo sito duckbaker.com (non circola, almeno al momento, sulle piattaforme streaming: questa è la ragione per cui il video che accompagna quest’articolo è relativo a un altro album, ma la versione è la medesima ripubblicata su quest’ultimo).

Track List
Robinson County/Peacock Rag
Little Beggar Man/Sandy River Belle
Battle Cry of Freedom/The Cuckoo’s Nest
Polly Put The Kettle On
Allegheny County<
Whistling Rufus
The Drunken Wagoner
The Old Folks Polka
Blackberry Blossom/June Apple
Ducks On The Pond
Temperance Reel/Green Fields Of America
Over the Waterfall
Boatman/Angelina Baker
Kit’s Waltz
The Road To Richmond
Silver Bells
Mardi Gras Dance
The Lone Pilgrim
Pappy Taylor’s Hornpipe
Wink The Other Eye/Buffalo Gals
I Shall Arise and Come to Jesus
The Battle Cry of Munster/The Keel Row
Little Beggar Man/Salt Creek
Fishers Hornpipe
Midnight on the Water
Ragtime Annie

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