Angelo “Leadbelly” Rossi – It Don’t Always Matter How Good You Play
Bloos Records - CD 2023

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Credo di aver visto live Angelo “Leadbelly” Rossi  decine di volte. Mai con una stessa formazione. anche in tempi ragionevolmente ravvicinati. Un uomo sempre alla ricerca di qualcosa che funzionasse nella sua testa e che sapesse soddisfare il suo gusto e feeling personale. Uno che genericamente si potrebbe definire legato al Blues dal punto di vista musicale. Ma non solo. Anche perchè racchiudere la figura di Rossi in un genere vorrebbe dire volergli male. E questo oggi diviene tangibile con questo eccellente album che lo vede affiancato dal talentuosissimo Roberto Luti, chitarra elettrica, Enrico Cecconi dal drumming preciso e ficcante, e da Simone Luti al basso. Mai avrei pensato che avrebbe dato un seguito alle uniche due testimonianze pubblicate in passato, ovvero il tape  Devil or Angel, non so se sia mai stato pubblicato in un formato diverso, ed il successivo Jump Up Songs, anno 2000 edito grazie alla cantina pregiata de Il Popolo del Blues. Era il 2000, giusto per dare un idea del tempo che passa.

Ed ora grazie alla Bloos Records, label che si stà facendo strada in un mondo musicale poco semplice, ecco arrivare la sorpresa degna di un uovo di Pasqua inatteso quanto graditissimo. Intanto è da notare come Rossi abbia scritto e concepito tutte le otto tracce che fanno parte di questa preziosa raccolta. Niente facili appoggi su cover di lusso. Qui la farina è tutta del suo sacco. Ed il risultato è di quelli che strappano applausi a scena aperta, perchè siamo di fronte ad un disco che potrà solo raccogliere plausi incondizionati grazie a canzoni che lasciano il segno, intrise di quella voce particolare, quasi luciferina che contraddistingue il nostro. E se ancora dubitate delle parole del vostro cronista, beh, andate ad ascoltarvi una strepitosa Grateful To be Here, posta in chiusura del disco in questione. Tredici minuti di una jam che fonde pulsioni psychedelic/rock nella migliore tradizione Grateful Dead, che poco prima dei cinque minuti e trenta esplode in un pezzo dal mood incontenibile che fa balzare dalla sedia.

Ma come non restare affascinati dall’iniziale Desperate People, un pezzo dalle movenze vagamente Cooderiane. Quindi niente Blues?  Calma, ecco il secondo pezzo del disco, per appunto intitolato Wait A Little Longer More dove il Rossi che abbiamo imparato a conoscere in questi anni emerge in tutta la sua potenza. Groove incessante, ossessivo, la voce di Rossi che danza su questo ritmo Voodoo ed una chitarra acida sullo sfondo. Formidabile!! What Gonna Remember What? rimane parcheggiata da quelle parti anche se a me ha lasciato una sensazione di un Bloomfield che si libra in lontananza. Old Memories Sound Good To Me si basa su un ritmo old fashioned di quelli che però quando li cogli passando ti si appiccicano addosso. E poi il solo di chitarra  arriva e ti ribalta!! Get Me Outta There! e voglio vedere se riuscite a stare fermi di fronte ad un ritmo simile.  How Long Will It Take è un gioiellino lasciato cadere con assoluta nonchalance di quelli che ti fanno pensare perchè Rossi ci abbia messo tutto questo tempo a fare un disco tanto bello.

Swinging Seventies arriva prima della conclusiva Grateful To be Here, e continua a scaldare il cuore e l’animo con una “musica che è speranza, una musica che è pazienza” come cantava Ivano Fossati. Speranza che Angelo riesca a portare on stage questo magnifico lavoro, ed a proporlo con pazienza e cura a tutti coloro che vorranno accostarvisi. Dischi così belli, profondi e toccanti nel corso di un anno ne escono pochi. E questo è uno di di quelli. L’album è disponibile in CD ma anche sulle piattaforme streaming.

Tracce

Desperate People

Wait A Little Longer More

Who Gonna Remember What?

Old Memories Sound Good To Me

Get Me Outta Here!

How Long Will It Take

Grateful To be Here

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