The Recruit
Netflix - 1° stagione - 8 episodi

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Se c’è qualcosa che è esploso con l’arrivo della pandemia è certo la visione di canali che propongono serie Tv o film. In questi ultimi anni c’è stato un vero e proprio proliferare di serie più o meno riuscite, appassionanti, divertenti, angoscianti. Insomma, un vero e proprio campionario di quanto si possa cercare di produrre per accattivarsi spettatori. Certo i genitori erano state serie come Il Trono di Spade, Friends, Dr. House, The Walking Dead, e potremmo andare avanti a citarne decine di altre che ci hanno fatto compagnia nel corso degli anni. C’è chi considera le serie Tv “non cinema”, non si sa se per una qualche forma di snobismo o reale convinzione, anche perché quello che si è visto è che molti registi ed attori famosi, che hanno costruito la loro fama e carriera proprio sul cinema, si sono dedicati, in molti casi con grande successo proprio alle serie Tv.

Ecco perché Free Zone vuole essere attenta a quanto gira intorno agli interessi di chi dedica del tempo a vedere queste emissioni. Recentemente è apparsa la prima stagione di The Recruit, serie costruita attorno al lavoro che il protagonista Owen Hendricks (interpretato da Noah Centineo) fresco di laurea in legge, svolge alla CIA. Sembra un lavoro quasi casuale, certamente piuttosto noioso visto che al nostro viene affidato il controllo delle varie minacce inviate alla CIA a mezzo posta o mail. Fra le centinaia di messaggi provenienti da mitomani, Owen si accorge che una delle lettere effettivamente appare essere tutto tranne che fasulla.

Proviene da una detenuta che si chiama Max Meladze (Laura Haddock), in carcere per omicidio, che dichiara di essere una ex risorsa della CIA minacciando di rendere pubbliche tutte le informazioni in suo possesso riguardo gli affari dell’agenzia in Russia e Bielorussia. Il Consigliere Generale Walter Nyland (Vondie Curtis-Hall), incarica Hendricks di fare luce sulla cosa. Sarà l’inizio di una serie di avventure che renderanno la vita di Hendricks una sorta di incubo infinito, dove le bassezze e le rivalità interne alla “ditta”, sembrano spinte a tal punto da sembrare impossibili se non paradossali.

Eppure, la narrazione sempre fluida, incalzante e veloce, cattura facilmente lo spettatore fino a lasciarlo, sorpreso, assistere al finale della stagione che lascia intravedere lo spiraglio per quanto potrà avvenire nella seconda, auspicabile, serie.

Piacevole.

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