Dentro le canzoni #11 – Edwin Starr & Marvin Gaye – War e What’s Going On
Da War & Peace (1970) e What's Going On (1971)

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L’ex pugile Berry Gordy fondò la sua prima etichetta discografica , la Tamla Records, il 12 gennaio 1959 a Detroit. Più tardi, nello stesso anno, crea la Motown che diventa la capogruppo per la Tamla e altre etichette minori. Al tempo, nessun bianco era disposto a mettere in mostra artisti di colore ma Gordy si circonda di collaboratori neri e coinvolge la sorella Anna nel suo progetto di fare musica di qualità e non musica religiosa. Dotato di un forte spirito imprenditoriale, Gordy svilupperà la sua creatura al punto da poter un giorno affermare: “ il Motown Sound è il sound dell’America Giovane” come a dire: “con la nostra musica abbiamo saputo intercettare i bisogni di una generazione che vuole cambiare lo stato delle cose in una società che al contrario prova a resistere “. Negli anni ’60 l’etichetta crebbe ad un ritmo impressionante grazie a una squadra strepitosa formata da giovani artisti, tutti di colore, provenienti soprattutto dai quartieri poveri di Detroit e dintorni. Erano dei dilettanti con molte ambizioni ma senza idee sul come realizzarle e Gordy era l’unico che poteva aiutarli a diventare famosi.

Nella sede di Detroit, soprannominata Hitsville USA, nulla è lasciato al caso per assicurare che la copiosa produzione di singoli fosse in linea con lo stile musicale dell’etichetta e distribuita in modo capillare presso jukebox e radio. Il controllo di qualità dei prodotti era affidato a un gruppo di esperti musicali. Gli artisti affiliati alla Motown partecipavano a specifici programmi di formazione che li preparavano per i concerti live con lezioni di etichetta, dizione e coreografia.

La turbolenza del decennio successivo caratterizzato da attivismo politico e da una rivoluzione culturale in atto, fece sì che anche alla Motown si iniziassero a trattare temi socialmente rilevanti. Il brano WAR di Edwin Starr, ad esempio, era un aggressivo funk di protesta contro la guerra del Vietnam che l’artista registrò dopo i Temptations affidandosi alla produzione dell’autore Norman Whitfield. Il disco salì al primo posto tra gli Hot 100 di Billboard e vendette più di tre milioni di copie portando molti dollari nelle casse della Motown. In considerazione dell’orientamento commerciale dell’etichetta, caratterizzata per la produzione di canzoni d’amore semplici e orecchiabili, ci si chiese se la guerra fosse un tema di attualità a cui attingere per svuotare i portafogli dell’ America Giovane o se la canzone si basasse su un sincero spirito pacifista. Come era successo per il brano EVE OF DESTRUCTION di Barry McGuire, i media americani la usarono come un esempio di tutto ciò che era sbagliato secondo il movimento giovanile di allora.

La guerra, a cosa serve? Assolutamente a niente. Disprezzo la guerra perché significa la perdita di vite innocenti.

La guerra riempie di lacrime gli occhi di migliaia di madri quando i loro figli vanno a combattere e perdono la vita.

La guerra non è che un crepacuore, è amica solo del becchino e nemica di tutta l’umanità. La guerra non può dare la vita, al contrario la può solo portare via.

Fino al 1970, Marvin Gaye era stato l’artista maschile numero uno della Motown e aveva infilato una serie di singoli soul pop di grande successo commerciale, compreso I HEARD IT THROUGH THE GRAPEVINE che il “ padre padrone “ dell’etichetta, Berry Gordy, si era rifiutato di pubblicare come singolo quando Marvin, invece, era convinto che le parole del testo si applicassero alla sua situazione matrimoniale: “ la gente mormora, ci sono pettegolezzi in giro, il marito è l’ultimo a sapere le cose “. Dominato dalle sue paranoie, era convinto che la moglie, Anna Gordy, diciassette anni più vecchia di lui, lo tradisse e per questo andava spesso a cercarla nei locali per sorprenderla in compagnia di amanti immaginari.

La morte per cancro di Tammi Tarrel con la quale aveva inciso diversi duetti e le tensioni sociali sfociate nelle rivolte di Watts lo fecero riflettere molto perché gli sembrava che questi fatti fossero in un qualche modo lo specchio del suo disagio interiore. Forse era arrivato il momento di lasciar perdere le sue fantasie erotiche e impegnarsi per scrivere qualcosa che toccasse l’animo delle persone.

Tra il 1969 e il 1970, le lettere che dal Vietnam gli scrive il fratello inviato lì a combattere insieme a tanti altri giovani che non sanno neppure dove si trovano e perché, lo spingono a riflettere sulla brutalità della guerra e sugli effetti distruttivi che essa provoca sulla vita dei veterani. Ma non solo. Lo preoccupano anche la minaccia ecologica che incombe sul pianeta e la dipendenza dalla droga in rapida diffusione presso i giovani americani. Decide che è venuto per lui il momento di prendere una posizione chiara sulla nuova realtà e di esprimere a pieno il suo valore artistico anche se questo potrebbe significare un distacco dal Motown sound rotondo e travolgente.

Quando Renaldo Benson dei Four Tops e Al Cleveland gli proposero un abbozzo del brano che poi sarebbe diventato WHAT’S GOING ON, Marvin Gaye si rese conto che attorno ad esso avrebbe potuto realizzare un album che finalmente trattava argomenti legati a questioni sociali importanti come la droga, la guerra, i diritti civili e, in anticipo sui tempi, l’ecologia. Ancora una volta i dirigenti della Motown non erano d’accordo con lui perché, secondo loro, il proporre canzoni che richiamavano i conflitti bellici e sociali era sideralmente lontano da tutto ciò che l’etichetta aveva dato negli anni al suo fedele pubblico. Marvin Gaye prese una posizione ferma e annunciò al cognato presidente che non avrebbe inciso altro materiale diverso da quello che aveva iniziato a comporre. Si racconta che il carattere forte di Marvin che diventava aggressivo se non otteneva quello che voleva, lo portò a scontrarsi anche fisicamente con i dirigenti della Motown che pensavano di cestinare il suo trionfo artistico. Comunque il singolo WHAT’S GOING ON venne pubblicato e fu accolto molto favorevolmente dal pubblico, il che diede il via alla produzione dell’album con lo stesso titolo.

La registrazione avvenne in dieci intense giornate nel mese di marzo 1971 e fu avvolta in un’aura di miracolosità musicale. Marvin ha sempre pensato che questo lavoro fosse un dono di Dio e che ogni nota vibrava della sua ispirazione. E’ stato il primo album di Marvin Gaye realizzato in piena indipendenza creativa al di fuori delle regole della macchina produttiva Motown che aveva subito per anni. A onor del vero va detto che agiva quasi come un dittatore nella sala di registrazione, aveva le idee chiare e suggeriva ai musicisti cosa dovessero fare, non poteva rischiare era l’occasione unica per affrancarsi dalla Motown, dalle costrizioni del matrimonio e soprattutto dimostrare al padre con il quale viveva in conflitto fin dalla tenera età. L’album diventò il più grande capolavoro della Motown come dovette ammettere Berry Gordy qualche anno più tardi.

Madre, madre, ci sono troppe di voi che piangono

Fratello, fratello, fratello, ci sono troppi di voi che muoiono

Sai dobbiamo trovare un modo per portare un po’ di amore qui oggi

Fratello, fratello, fratello non abbiamo bisogno di aumentare la tensione, vedi la guerra non è una soluzione perché solo l’amore può sconfiggere l’odio. Sai, dobbiamo trovare un modo per portare un po’ di amore qui oggi

Picchetti e cartelli di protesta, non punirmi con brutalità, parla con me così potrai capire cosa sta succedendo, si cosa sta succedendo

Nel frattempo va bene piccola, va bene, va bene

Padre, padre tutti pensano che stiamo sbagliando ma chi di loro ci può giudicare solo perché abbiamo i capelli lunghi. Oh, devi trovare il modo per portare un po’ di comprensione qui oggi

Picchetti e cartelli di protesta, non punirmi con brutalità, dai parla con me così potrai vedere cosa sta succedendo. Dimmi cosa sta succedendo io ti dirò cosa sta succedendo

Bene piccola, bene piccola

Quando canta Father, Father, Marvin sta invocando suo padre ma anche Dio. Il padre invece di essere orgoglioso dei successi del figlio, è posseduto dall’invidia. Suo figlio lo aveva superato e il suo sermone era più eloquente e anche più remunerativo. Ovunque andasse, in ogni fase della sua vita Marvin c’era una costante, il rapporto conflittuale con il padre che lo ossessionava con le sue minacciose domande: “ Perché canti?, perché non sei un predicatore?, qual è la tua chiesa?, perché suoni quella musica malvagia? “.

Il conflitto si risolverà in modo tragico nell’aprile 1984 quando, al termine dell’ennesimo litigio il padre lo uccide con due colpi di pistola al petto.

 

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